Il piano. “Nordio: ‘Pronto il piano carceri’” (Sole 24 ore, 20.6). I soliti lenzuoli annodati?
Neolingua. “Stoltenberg: per la pace servono più armi” (Stampa, 18.6). E per l’aria buona più scoregge.
In formissima. “I trucchi sulla senilità di Biden. Un’ondata di fake news a basso costo. La campagna di Trump… per far apparire il presidente confuso. Basta lavorare sulle inquadrature e sui tagli per trasmettere un’idea falsata” (Domani, 18.6). Ma infatti lo vedono tutti che sta una favola.
Fratodanni. “Fratoianni: “Sto con Salis, occupare case non sia reato” (Dire, 22.6). Se ci dà l’indirizzo, cominciamo dalla sua.
Chiarissima. “Le parallele Otm e Ci nello spazio cartesiano della mia testa avrebbero rivelato – illuminazione di portata fantozziana, Gesù in sala mensa, avrei citato Paolo Villaggio – immediatamente e definitivamente, rette divergenti” (Chiara Valerio, Repubblica, 20.6). Con scappellamento perpendicolare.
Cappellate. “Ti ricordi che bello il M5S che mandava tutti a fare in culo e dava di ‘puttana’ a Rita Levi Montalcini?” (Stefano Cappellini, Repubblica.it, 21.6). Talmente bello che né il M5S né alcuno del M5S ha mai mandato tutti a fare in culo (Grillo ci mandò i 21 parlamentari condannati per reati dolosi al VDay del 2007, due anni prima di fondare i 5S), né ha mai detto quella cosa della Levi Montalcini (la disse Grillo in un suo spettacolo nel 2001, otto anni prima di fondare i 5S). Ma Cappellini è così: è troppo impegnato a ricordare ciò che non è mai accaduto per accorgersi di ciò che accade.
Nostalgia canaglia. “In cosa sbaglia Conte? Il nostro modello aveva delle regole che interpretavano dei principi e questi principi definivano un’identità. Oggi si sta cambiando qualche regola qua e là senza capire che viene meno l’identità. L’han capito i milioni di italiani che non sono andati a votare” (Davide Casaleggio, Otto e mezzo, La7, 21.6). Finalmente un’analisi sensata sulle Europee: agli elettori manca tanto la piattaforma Rousseau.
Il sovranista. “Fake news, l’allarme di Mattarella: dalla Russia tempesta inaccettabile” (Corriere della sera, 19.6). Vengono qui a rubare il lavoro ai giornalisti italiani.
Sono pazzi questi francesi. “Perrineau: ‘Quando c’è una crisi parlamentare, voi italiani sapete formare governi tecnici, ma per noi francesi è qualcosa di inedito, non è nella nostra tradizione. Ci manca un Draghi’” (Repubblica, 23.6). Potremmo sempre affittarglielo.
Fake news. “I colloqui fraintesi. L’occidente non costrinse Kyiv a ritirarsi dai negoziati nel 2022” (Foglio, 18.6). “Nel marzo 2022… credo davvero che esistesse una chance per il cessate il fuoco fra Putin e Zelensky… Poi gli occidentali decisero di continuare a colpire Putin… Hanno bloccato la mia mediazione… Pensai che era sbagliato” (Naftali Bennett, ex premier israeliano, 4.2.2023). Ah, queste fake news putiniane.
Doppiopesismo. “Toti e Grillo, il doppiopesismo dei pm. Giudizio immediato in vista per il governatore, archiviazione per il caso Moby” (Giornale, 19.6). Uno ha commesso reati, l’altro no.
Vestivamo alla marinara. “Toti chiede ai giudici di fare incontri politici” (Libero, 17.6). Potrebbe trascorrere i domiciliari sullo yacht di Spinelli.
Il suggeritore. “Galera e buttare la chiave” (Matteo Salvini, Lega, 19.2.2020). “Toti sequestrato, una roba da Urss” (Salvini, 21.6.2024). Tranquillo, ti han solo preso in parola.
La vedova Mes. “Senza Mes ci allontaniamo dall’euro: un errore rifiutare l’aiuto di Bruxelles” (Veronica De Romanis, Stampa, 23.6). Dài, su, regalatele il Mes per il compleanno, così la pianta.
De Coubertain. “Meloni, Schlein e una vittoria per due che fa bene alla partecipazione” (Barbara Stefanelli, Sette-Corriere della sera, 21.6). Col nuovo record di astensioni.
Mai una gioia. “Violante se ne va: ‘Lascerò la Fondazione Leonardo. Ne avrò una mia. Non condivido la nuova linea’” (Foglio, 23.6). Oh no, e adesso come facciamo?
Il titolo della settimana/1. “Nessun dubbio: Zelensky è legittimo. Secondo un sondaggio, il 70% degli ucraini concorda che debba rimanere presidente fino alla fine della legge marziale” (Foglio, 19.6). Massì, basta con quella roba chiamata elezioni.
Il titolo della settimana/2. “Premio Draghi. Strattonato per incarichi europei, resta l’italiano immeritato” (Foglio, 18.6). Ma infatti, lasciamolo dov’è: non ce lo meritiamo.
Il titolo della settimana/3. “L’estremismo di Elly, simile a quello di Trump” (Paolo Macry, Riformista, 20.6). Uahahahahah.
Il titolo della settimana/4. “Posizioni No Vax, attacchi a Bergoglio: perché su Viganò incombe la comunica” (Stampa, 22.6). Per il dogma dell’Immacolata Vaccinazione.
Il titolo della settimana/5. “La Francia che odia Macron, un popolo da psicanalizzare” (Giuliano Ferrara, Foglio, 17.6). Sarà normale chi lo ama.
Il titolo della settimana/6. “Nomine Ue, Meloni gela Ursula” (Messaggero, 18.6). Avrà acceso il condizionatore.
Il titolo della settimana/7. “Il tour di Zelensky. Ora Kiev è ottimista: ‘Il tempo è con noi’” (Domani, 18.6). Piove?
Il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2024