MA MI FACCIA IL PIACERE
di Marco Travaglio
Ballusti. “Immigrazione, tam-tam: ‘Ora che c’è la Meloni non partiamo più’: ‘Ho pensato di attraversare il mare, dice K., 21 anni, nigeriano, ma ho sentito che questa donna è stata appena eletta e non accetterà più i migranti che arrivano dalle sue parti… Sono venuto in Libia per avere una speranza, ma… non so se questa donna autorizzerà altri sbarchi. Voglio tornare a casa’ ” (Libero, 2.12.’22).
“Assalto all’Italia. Allarme: non si fermano più. Dalla Libia partenze continue” (Libero, 13.3.’23).
Ma levargli il vino no?
Ballista. “Disfatta culturale: i libri teneri con Putin e duri con Zelensky scalano le classifiche… Al primo posto, scavalcando il principe Harry, il principe del forcaiolismo de noantri, Marco Travaglio, che intitola il suo libro di facezie uscito dall’editore Paper First ‘Scemi di guerra’… I libri seri che spiegano come stanno le cose, quelli di Vittorio Emanuele Parsi o quello di Andrea Graziosi stentano a scalare le classifiche… Non abbiamo saputo contrastare meglio l’atmosfera in cui galleggiano questi libercoli. Dove abbiamo sbagliato?” (Pierluigi Battista, Huffington Post, 13.3).
Potevate vietarli per legge. O imporre per decreto l’acquisto dei vostri. Ma siete ancora in tempo.
Giorgia Calimera. “Mi trovo a guidare una Nazione come l’Italia forse nel momento più complesso dalla sua storia dalla fine della seconda guerra mondiale: cerchi di affrontare un problema e se ne apre un altro. Non sono stata fortunata” (Giorgia Meloni, FdI, presidente del Consiglio, 13.3).
Prima il piano Solo, poi le stragi fasciste e il golpe Borghese, poi la crisi petrolifera, poi il terrorismo rosso e il sequestro Moro, poi Ustica e la strage di Bologna, poi il crac dell’Ambrosiano e la loggia P2, poi le stragi di mafia, Tangentopoli e la svalutazione della lira, poi i crac Cirio e Parmalat, poi la pandemia da Covid e infine il governo Meloni: capitano tutte a lei, solo perché è piccola e nera.
La divisione dei compiti. “Salvare Bakhmut, rispondere al cuoco di Putin. È ora di inviare dal cielo gli angeli sterminatori per respingere le ributtanti milizie della carneficina… con una sacrosanta apocalisse di fuoco” (Giuliano Ferrara, Foglio, 15,3).
Quindi ricapitolando: i cattivi fanno carneficine, noi buoni sterminiamo.
Scambio di persona. “Xi vola a Mosca e vuole parlare con Zelensky, ma è sempre più bellicoso” (Foglio, 14.3).
Zelensky fa guerra al Donbass, Putin all’Ucraina (fra l’altro), gli Usa ovunque e il bellicoso è l’unico che non ne ha mai fatte.
Conta il pensiero. “Cospito e la smania di mettere in cella il pensiero” (Iuri Maria Prado, Riformista, 16.3).
Il pensiero che spara alle gambe a un manager e mette una bomba alla caserma di Fossano per fare una strage di allievi carabinieri.
Slurp. “Il nostro tempo, la nostra parte. Domenica 26 febbraio, una data che segnerà la nostra storia. Aperta all’alba dalla tragica strage di migranti e chiusa con la vittoria a sorpresa di Elly Schlein” (Marco Damilano, Domani, 10.3).
Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili.
Save the date. “Il funerale del grillismo” (Vittorio Macioce, Giornale, 11.3).
Un altro?
Anche se. “I soliti compagni. La sinistra processa Giorgia anche se vede Netanyahu” (Renato Farina, Libero, 10.3).
O forse proprio per questo.
Lo struzzo di Messina. “Una settimana Di Battista e Di Cesare sono su un canale mentre Orsini e Travaglio sull’altro, e viceversa. Ci vorrebbe un bel dibattito settimanale a reti unificate: Di Battista, Orsini, Di Cesare e Travaglio. Solo loro. Tutti insieme. Senza costringerci a cambiare canale” (Sebastiano Messina, Repubblica, 9.3).
No, dài, che poi rischi di imparare qualcosa.
Sarò franco. “Urso: ‘L’asse con la Francia deve coinvolgere anche la Germania’” (Verità, 11.3).
Eh, ma poi che asse con la Francia è?
I titoli della settimana/1. “E ora il Pd fa paura… Travaglio contro Schlein… Una caricatura e un titolo intriso di misoginia” (Angela Azzaro, Riformista, 14.3).
“Schlein veniva raffigurata con un’enorme caricatura che ne storpiava i caratteri fisici secondo alcuni stereotipi che richiamano, forse involontariamente, la propaganda antisemita” (Federico Bosco, Foglio, 14.3).
“La caricatura di Elly Schlein sul Fatto. Il codice visivo dell’antisemitismo e la libertà di stampa” (Demetrio Paparoni, Domani, 15.3).
Questi non stanno per niente bene.
Il titolo della settimana/2. “‘Arrestate Putin, è un ladro di bambini’” (Libero, 18.3).
“Sì, i comunisti mangiavano bambini (ucraini)” (Giornale, 18.3).
Migliorano: prima li mangiavano, ora si limitano a rapirli.
Il titolo della settimana/3. “A Fininvest mai un soldo dalle mafie” (Marina Berlusconi, Repubblica, 17.3).
In effetti era Fininvest che pagava la mafia.
Il titolo della settimana/4. “Sì al collegamento sullo Stretto. Salvini: ‘Sarà il ponte più verde del mondo’” (Giornale, 17.3).
Per via delle alghe, quando crolla.
Il titolo della settimana/5. “Lo zar ricercato come Milosevic: così si allontanano anche i negoziati” (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera, 18.3).
Meno male: stavamo giusto in pensiero.
Il Fatto Quotidiano, 20 marzo 2023