La guerra in Ucraina, iniziata nel 2014 con il rovesciamento di Yanukovich, si è trasformata in un conflitto caotico, con l’Ucraina sostenuta dagli USA che commette crimini di guerra e atti di terrorismo, mentre l’Europa chiude un occhio, fornendo armi che potrebbero essere usate contro la Russia. L’unica via d’uscita è rispettare la Costituzione italiana e smettere di armare Zelensky.
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La guerra in Ucraina iniziò nel 2014 col golpe bianco di piazza Maidan che rovesciò il presidente democraticamente eletto Yanukovich, reo di non piacere agli Usa, e rimpiazzarlo con i loro fantocci – prima Poroshenko, poi Zelensky – al grido della loro emissaria Victoria Nuland “Fuck Europe!”. Dieci anni dopo, sta finendo con gli Usa che “chiedono spiegazioni” al regime ucraino che, sfuggito totalmente di mano e persa la guerra in casa, si abbandona a crimini di guerra e atti di terrorismo in Russia e persino nell’Africa subsahariana filo-russa. E i camerieri d’Europa, anziché dissociarsi, scavalcano a destra il padrone americano, avallando ex post la deriva di Kiev. Dice la Commissione Ue: “L’Ucraina combatte una legittima guerra di difesa dall’aggressione illegale russa e ha il diritto di colpire ovunque ritenga necessario, sul suo territorio e in quello nemico”. Parla dell’incursione ucraina con truppe, carri armati e missili nella regione russa di Kursk che ha ucciso 5 persone, causato l’evacuazione di migliaia di persone, colpito una centrale elettrica e un antico monastero. Obiettivi civili che nulla c’entrano con la resistenza all’invasore e la riconquista (finora miseramente fallita) delle terre occupate. Crimini di guerra e atti di terrorismo come l’assassinio di Darya Dugina a Mosca con un’autobomba; la distruzione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2; i raid in Russia di miliziani di estrema destra detti amabilmente “partigiani russi” anche se partono dall’Ucraina; gli omicidi di giornalisti non allineati definiti dal capo dei Servizi militari Budanov “propagandisti russi” da “eliminare ovunque sulla faccia della terra”; l’assistenza, rivendicata dagli stessi 007 di Kiev, a gruppi jihadisti e Isis in Mali e in Niger per destabilizzarne i governi e compiere stragi di soldati indigeni e mercenari Wagner.
Ma tutto questo l’Europa, ormai più filo-Usa degli Usa, non lo sa. O finge di ignorarlo. E Tajani fa tenerezza quando dice che “non siamo in guerra con la Russia” perché “abbiamo sempre detto che le nostre armi non devono essere utilizzate in territorio russo”: l’Ucraina è fallita da ben prima del 2022, tenuta in vita artificialmente dai miliardi Usa, Ue e Nato, ma grazie a loro ha l’esercito più armato d’Europa. Nulla di ciò che sta facendo sarebbe possibile senza i nostri soldi e armamenti, anche italiani. Che, non essendo tracciati, possono benissimo essere usati per colpire in Russia e in Africa. In guerra con la Russia ci siamo eccome. Se non vogliamo esserci più, abbiamo una sola cosa da fare: ricordarci dell’articolo 11 della Costituzione e smettere immediatamente di armare Zelensky. È vero: anche Putin&C. compiono crimini di guerra e atti di terrorismo. Ma con i loro soldi, non con quelli di noi “buoni”.
Il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2024