Gira un video strepitoso di Giorgia Meloni che ringhia da sotto la mascherina nell’aula della Camera: “Adesso basta! C’è un limite a tutto! Conte si vuole difendere sull’uso della scorta? Lo faccia nelle sedi proprie, come farebbe qualsiasi altro politico qui dentro, non approfittando degli italiani che aspettano di sapere se possono festeggiare almeno il Natale. Il problema dello Stato di diritto in Europa adesso lo pongo io. Non Orbán, gli ungheresi, i polacchi: c’è un problema in Italia di difesa dello Stato di diritto, in nessuna democrazia degna di questo nome le istituzioni si usano così! Chiedo ufficialmente al presidente della Repubblica Mattarella cosa pensi di questo uso delle nostre istituzioni”. È il 3 dicembre 2020 e, a proposito di uso politico della giustizia per abbattere gli avversari, FdI ha appena denunciato il premier Giuseppe Conte alla Procura di Roma per peculato, con l’accusa di aver mandato la scorta a proteggere la compagna da un agguato delle Iene. Un giornalista, in conferenza stampa, ha chiesto lumi a Conte, che ha spiegato come sono andate le cose e si è messo a disposizione dei pm. Che seguono per lui la stessa procedura ora seguita per Meloni&C.: lo iscrivono nel registro e lo avvisano di aver trasmesso la denuncia di FdI al Tribunale dei ministri, che indaga, sente i protagonisti e quattro mesi dopo archivia. Ma quella volta la Meloni non accusa i pm di ricattare e intimidire il premier, anzi lancia l’allarme democratico al capo dello Stato perché Conte ha financo risposto a un giornalista.
Figurarsi che avrebbe detto se Conte avesse girato un video per sputtanare il procuratore come autore di “processi fallimentari” (tipo quelli sulla Raggi) e di trame contro il governo; o avesse passato al Tg1 notizie riservate per screditarlo; o avesse infamato sul piano personale la denunciante di FdI anziché rispondere nel merito. E figurarsi se, quando fu accusato a Bergamo di aver sulla coscienza la morte di almeno 4.148 persone per Covid, Conte avesse scatenato l’inferno per quell’imputazione infamante e lunare. Invece disse: “Ben vengano le verifiche giudiziarie. Risponderò nelle sedi opportune, ma non aspettatevi show mediatici”. E quando i giudici archiviarono, non chiese la testa dei pm che l’avevano indagato: non una parola. Chi pensa che “i politici sono tutti ugual” rifletta su questa fondamentale differenza. C’è chi pensa che la legge sia uguale per tutti e chi dice “io so’ io e voi non siete un cazzo”. Come il sindaco Sala, che intima al Pd di votargli il Salva-abusi sennò “sarebbe in discussione il mio operato”. E chi sarà mai, la Vergine Immacolata? Se il Pd voterà pure quella porcata, non dimostrerà che i politici sono tutti uguali. Ma che il Pd è uguale alle destre.
Il Fatto Quotidiano, 31 gennaio 2025