Questa sera Report, sullo sfondo di immagini terribili della devastazione di Gaza e del blocco degli aiuti umanitari, ci racconta le lobby filoisraeliane, una ventina delle quali sono nei registri dei gruppi di pressione accreditati all’Europarlamento: incontrano i deputati, pagano i loro (frequenti) viaggi a Tel Aviv, lavorano – del tutto legittimamente, si intende – per far passare la propaganda dello Stato ebraico e impedire che l’Ue ostacoli la sua guerra. Anche quando ci sono accuse che valgono ad altri la messa al bando come “Stati canaglia”.
Queste lobby, attivissime dal 7 ottobre 2023, si sono radicate a Bruxelles a partire dall’11 settembre 2001. Una delle principali si chiama Transatlantic Institute ed è una costola della statunitense American Jewish Commitee. Il suo ufficio di Bruxelles, racconta Report, ha un vicedirettore italiano: Benedetta Buttiglione, figlia dell’ex ministro centrista Rocco. Collegato al Transatlantic Institute è il Transatlantic Friends of Israel, comitato di parlamentari europei e membri del Congresso Usa. Ben 230 gli europei, tra i quali 33 italiani: Pina Picierno e Piero Fassino del Pd, Ettore Rosato ed Elena Bonetti di Azione, Simonetta Matone per la Lega, Deborah Bergamini per Forza Italia e un drappello di Fratelli d’Italia guidato dal senatore Marco Scurria, che è anche presidente della sezione italiana.
Del direttivo dell’European Friends of Israel faceva parte Antonio Tajani, attuale ministro degli Esteri italiano, cooptato nel 2006 quando aprì l’ufficio, poi commissario europeo e presidente dell’Europarlamento: “Quando ricopriva quei ruoli Tajani ha promosso scambi commerciali tra Israele e Ue in modo piuttosto aggressivo”, dice a Report David Cronin, autore di The Israel lobby and European Union. Se nel 2000, osserva Report, l’Europa importava beni da Israele per meno di 8 miliardi di euro, nel 2011 schizzano a 17,6 miliardi di euro. Negli stessi anni, con Silvio Berlusconi al governo in Italia, Israele è diventato il nostro primo partner nel settore bellico. “Beh giusto – replica Tajani – è una scelta politica essere amici di Israele”.