Sergio Mattarella, il nostro instancabile dispensatore di perle di saggezza multilateralista, ci ha regalato un altro dei suoi discorsi che rasentano il sublime per ipocrisia. A Marsiglia, insignito di un’onorificenza accademica — perché, si sa, in Italia non siamo bravi a creare opportunità per i giovani, ma siamo maestri nell’incoronare cariatidi istituzionali — Mattarella ha parlato di conquiste, dominazioni e paragoni con il Terzo Reich. Non sia mai che un politico italiano eviti di fare paralleli storici sensazionalistici per mascherare il vuoto di sostanza politica.
Il Presidente, con il suo inconfondibile stile di retorica ovattata, ha messo nel mirino la Russia, paragonando Putin a Hitler e invitando l’Europa a non cedere alla “tentazione della pace.” Sorvoliamo sul fatto che, mentre condanna Mosca, il nostro Mattarella ignora elegantemente altri scenari mondiali dove i crimini di guerra sono certificati, come quelli di Israele contro i palestinesi. Ma, si sa, mettere Netanyahu sullo stesso piano di Putin sarebbe troppo scomodo, troppo lontano dal manuale delle alleanze atlantiche. Meglio recitare la parte del difensore dei valori europei, dimenticando che l’Italia, di quei valori, non è che l’ombra sbiadita.
E ora parliamo di “protezione dello spazio pubblico” e di “neo feudatari del terzo millennio”, come li chiama il Presidente. Qui, Mattarella tenta di mettersi il mantello del visionario, paventando scenari da distopia cyberpunk. Peccato che l’Italia non riesca nemmeno a gestire il cyberspazio domestico senza scandali di incompetenza e spreco. Ciò che rimane è un’Europa schiacciata tra autocrazie e oligarchie, dice lui. Dimentica però di dire che questa stessa Europa è stata complice nel creare il caos economico, geopolitico e sociale che oggi pretende di denunciare. Forse dovremmo ricordare al Presidente che il “vassallaggio felice” lo stiamo già vivendo, solo che non lo chiamiamo con quel nome.
Ma il colpo di classe arriva quando Mattarella, l’uomo che in politica estera vanta il curriculum di chi ha sostenuto la guerra in Kosovo contro il parere dell’ONU, parla di moralità. Un curriculum costruito tra la DC andreottiana e i fasti delle guerre umanitarie, ora dispensatore di lezioni sulla giustizia internazionale. Da chi? Da uno che fu parte attiva di un governo che l’ONU ignorava quanto un mendicante sul ciglio della strada.
Non c’è dubbio che Mattarella abbia il dono di saper parlare senza dire nulla di realmente incisivo. Forse è per questo che l’Italia è in ginocchio, tra giovani che emigrano e un futuro sempre più precario. Ma tranquilli, almeno abbiamo un Presidente che brilla nei salotti buoni d’Europa e nei circuiti delle onorificenze accademiche.
In un Paese normale, un discorso del genere sarebbe accolto con un misto di risate e indignazione. In Italia, invece, si applaude. La verità, forse troppo scomoda per chi lo celebra, è che Mattarella non è un garante dei diritti, ma uno spettatore complice di un sistema che affossa il paese e ne cancella la dignità internazionale.
Ecco le frasi più significative pronunciate da Mattarella durante la sua lectio magistralis a Marsiglia:
Sulla logica di conquista e dominazione
“L’età moderna è stata caratterizzata dalla ‘conquista’ di terre, ricchezze, risorse.”
Paragone con gli anni ’30
“Il sistema multilaterale sembra non riuscirci, con il rischio del ripetersi di quanto accaduto negli anni Trenta del secolo scorso: sfiducia nella democrazia, riemergere di unilateralismo e nazionalismi.”
Sull’aggressione russa in Ucraina
“L’aggressione russa all’Ucraina è di questa natura, un progetto di conquista e dominazione, come quello di Hitler in Europa.”
Sui pericoli del protezionismo e dell’isolazionismo
“Molto pericolosi sono anche i protezionismi di ritorno. Le tentazioni degli Stati Uniti di un nuovo isolazionismo, il ritiro dalle istituzioni internazionali.”
Sui “neo feudatari” del cyberspazio
“I neo feudatari del terzo millennio, novelli corsari che vogliono impadronirsi, gestire parti dello spazio pubblico come il cyberspazio o lo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche.”
Sul rischio per l’Europa
“Così, l’Europa rischia di finire in pezzi, schiacciata tra autocrazie e oligarchie, con al massimo la prospettiva di un vassallaggio felice.”