La Repubblica europea

Che Trump scarichi l’Europa è una bella notizia, l’egemonia americana ha fatto solo danni. Una opportunità storica per noi europei anche se al momento siamo talmente conciati male da rischiare di perderla.

di Tommaso Merlo

Che Trump scarichi l’Europa è una bella notizia, l’egemonia americana ha fatto solo danni. Con Trump l’impero si rinchiude su sé stesso a curare le ferite nel disperato tentativo di evitare la fine. Una opportunità storica per noi europei anche se al momento siamo talmente conciati male da rischiare di perderla. Nei palazzi gironzolano classi dirigenti da film dell’orrore mentre le masse sonnecchiano. Deluse, stanche, piene di grane e senza speranza. Ed è questo il nostro vero male. Se i popoli dormono, la storia è ferma. Servirebbero dei moti popolari continentali che rilancino l’unificazione europea. Moti popolari in più paesi contemporaneamente come successo in passato e capaci di riaccendere l’entusiasmo e riprendere il cammino. Altro che ritorno al nazionalismo, bisogna andare avanti non indietro. Moti popolari per dar vita finalmente alla Repubblica Federale Europea archiviando le repubbliche nazionali. Perché obsolete, perchè superate dalla realtà globale che è già continentale. I paesi europei da soli sono insetti rispetto a Cina ed India e mega fenomeni come quello del Brics aggravano il quadro. Se non riusciamo a vedere oltre Roma, siamo spacciati.

L’amore popolare per l’Europa non è mai sbocciato anche per colpa della partitocrazia parruccona che non vuole mollare le poltrone nazionali e della pandemia egoistica, ma ormai siamo oltre. Unirci a livello europeo è una necessità sempre più urgente, una questione di intelligenza, non di cuore. L’Europa è il minimo indispensabile per non finire ai margini della storia e cedere il nostro destino ad altri. Non solo a superpotenze ma anche a lobby oligarchiche sempre più globali e più potenti dei singoli paeselli. Sono saltati i rapporti di forza tradizionali e sono in atto dinamiche nuove che rendono la politica nazionale a livello di quella comunale. Le decisioni che contano sono prese altrove e da entità dalle masse sempre più impressionanti mentre noi Europei siamo ancora qui a litigare come zabette di condominio e fare gli zimbelli degli americani.

Gli Stati Uniti non hanno fallito solo a casa loro nel creare una società sana e garantire una genuina qualità della vita ai loro cittadini, ma anche fuori insanguinando il mondo di guerre assurde che l’hanno reso più ingiusto ed insicuro. Una leadership basata sulla forza del dollaro e delle armi che si è permessa per decenni di ficcare il naso in casa d’altri facendo solo danni. Hanno avuto la loro opportunità storica e l’hanno sprecata. Peggio per loro. L’Europa è complice fino al collo, ma grazie all’arrivo di Trump ha una opportunità storica per intraprendere una strada alternativa. Basta guinzaglio, basta deliri bellici della Nato, basta buttar via soldi pubblici per guerre inutili, basta egemonia da sceriffi spacconi, basta falsa superiorità morale e culturale, basta panzane propagandistiche come l’esportazione di diritti umani e democrazia a suon di bombe, basta doppio standard e nemici immaginari. Serve una nuova era di pace e buonsenso. Serve onestà intellettuale e trasparenza su quanto successo negli ultimi decenni e un drastico rinnovamento. Nelle classi dirigenti come nei contenuti.

Serve un Repubblica Federale Europa espressione della volontà dei suoi popoli e non delle lobby e dei loro insulsi tecnocrati. Mettiamo le repubbliche nazionali in soffitta e fondiamone un’altra continentale all’altezza dei tempi e delle sfide tutte globali che abbiamo di fronte. Lasciamo che Roma e le altre capitali si occupino dei tombini e dei soffitti delle scuole e giriamo pagina. Gli altri popoli europei sono molti più vicini e affini a noi di quanto ci fanno credere, siamo tutti sulla stessa barca continentale, condividiamo secoli di storia e lo stesso destino. Solo assieme, solo come continente possiamo giocarcela in un mondo sempre più globale e salvare quanto di buono abbiamo da offrire al mondo. Altro che tornare indietro al nazionalismo, altro che guinzaglio altrui, altro che deriva tecnocratica. Bisogna svegliarsi e andare avanti, togliendosi i paraocchi, vincendo insulse paure e rimettendo in moto la storia prima che sia troppo tardi.

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