di Diego Fusaro
E adesso Netanyahu spiega che il nuovo obiettivo di guerra è costituito dalla sicurezza nel nord di Israele. Così leggiamo su ansa.it. In particolare, il presidente Netanyahu annuncia che è necessaria “un’espansione degli obiettivi di guerra dello stato ebraico per includere Il ritorno dei residenti nelle aree settentrionali del paese”. Ancora una volta, in perfetto stile orwelliano le aggressioni belliche vengono giustificate retoricamente e propagandisticamente come se motivate da ragioni di sicurezza. Ormai la retorica propagandistica è prassi costante delle politiche imperialistiche sia di Israele, sia di Washington: l’imperialismo prova a giustificare se stesso coprendosi con la foglia di fico ora dei diritti umani da asporto, ora con la sicurezza che deve essere garantita.
In questo anno, dopo le vicende dell’ottobre 2023, abbiamo visto Israele mobilitare gli argomenti più assurdi per giustificare le proprie ingiustificabili pratiche imperialistiche condotte spietatamente contro il popolo di Gaza. Netanyahu ha infatti detto che quello di Israele era il diritto di difendersi, proprio mentre aggrediva senza pietà gli abitanti di Gaza, in modo tutto fuorché difensivo. Ha ancora asserito che Israele stava lottando contro il terrorismo, proprio mentre impiegava metodi terroristici contro i civili, compiendo un vero e proprio massacro di innocenti. E adesso, dulcis in fundo, evoca ipocritamente le ragioni di sicurezza per contrabbandare l’idea di una espansione degli obiettivi di guerra di Israele. E quel che è più grave è che tutto questo accade nel complice e irresponsabile silenzio della comunità internazionale, che è poi un nome ipocrita con cui l’occidente, anzi l’uccidente liberal-atlantista chiama se stesso, sempre giustificando l’ingiustificabile e sempre schierandosi dalla parte dell’imperialismo condotto contro chiunque non si pieghi alla globalizzazione come imposizione planetaria del modello occidentale di produzione, di scambio e di esistenza.