di Giancarlo Selmi
Fra i sette punti contestati dal Collegio Elettorale presso la Corte di Appello in Sardegna, composto da magistrati e membri “laici” di nomina politica, c’è la mancata segnalazione di una spesa: una fattura Enel di 153 euro. Ci sono le raccolte su PayPal che ammontano tutte insieme a 3/4 migliaia di euro. C’è la mancata segnalazione del c/c bancario (segnalata in altro ambito). Le contestazioni si riferiscono tutte a vizi di forma e non di sostanza. Peraltro, le spese sostenute da Alessandra Todde si riferiscono, praticamente tutte, a fondi messi a disposizione dal Movimento 5 Stelle e dal PD. E, sia chiaro, le somme né in entrata, né in uscita eccedono i limiti previsti dalla legge.
Solo “pour parler”, le dimissioni di Toti da Presidente della Regione Liguria, sono giunte dopo mesi dal suo arresto. La destra costruì un fronte comune a difesa del governatore. Lo difese anche contro fatti evidenti. Fatti poi ammessi da Toti in sede processuale con il patteggiamento. Che, si badi bene, costituisce sentenza di colpevolezza e condanna definitiva. La destra ha difeso Toti anche dopo la sentenza, quindi ha difeso un pregiudicato.
La destra mantiene al suo posto una ministra accusata di aver truffato l’INPS, quindi lo stato. Lo stesso stato che la ministra ha giurato di servire, davanti al Presidente della Repubblica. Le prove raccolte contro di lei, sono state sufficienti per chiedere (e ottenere) un rinvio a giudizio. Ci sono testimonianze che la inchiodano alle sue responsabilità. Eppure tutto ciò non è bastato per farla dimettere.
L’errore di Todde è un errore commesso palesemente in buona fede, visto che la stessa documentazione della quale si è denunciata la mancanza, è stata consegnata in altro ambito, era ed è a disposizione di chiunque. Tale errore, comunque, è stato sufficiente per dichiarare decaduta Alessandra Todde dalla sua carica di consigliera Regionale, ergo, di Presidente della Regione Sardegna. Quindi siamo di fronte alla lesione di un cavillo burocratico, nessun comportamento lesivo della legge, nessuna sanzione prevista dalla legge.
Eppure la destra reclama le dimissioni. Immaginiamo cosa avrebbero fatto se la cosa avesse riguardato loro. Storie di ordinaria doppia morale. Ma c’è qualcosa che non riesco ad accettare: la presenza in un gruppo territoriale di un signore, un pre-trombato che il superamento del limite dei due mandati ha fatto sclerare, figlio delle stelle, protagonista della contestazione che si tenne all’inizio di Nova, che non nasconde la propria soddisfazione mettendo like sotto post ostili, pubblicati da esponenti della destra, che richiamano a un presunto nostro coinvolgimento nella “questione morale”. Commentando in un modo che neppure Donzelli avrebbe potuto fare peggio e vaneggiando sull’origine dei finanziamenti. Cosa che non sta né in cielo né in terra. Non sarebbe ora, perdonate la metafora calcistica, di diventare una squadra eliminando chi, fra di noi, gioca contro di noi e contro l’allenatore?