Jeffrey Sachs: “All’Ue non servono armi nucleari: serve il dialogo con Putin”

Europa e Russia non hannomotivo di farsi la guerra, con Kallas e Vdl si rischia la crisi

Il conflitto in Ucraina è figlio “dell’arroganza statunitense”, per Jeffrey Sachs: un “tragico errore” frutto di 30 anni di politiche fallimentari che miravano all’espansione della Nato a est. Ma ora che l’America di Trump ha deciso di chiudere la ferita, la leadership europea sembra in preda alla coazione a ripetere e persiste su “posizioni massimaliste” che tendono a prolungare lo scontro. Arrivando fino a evocare lo spettro della deterrenza nucleare: “L’Europa e la Russia non hanno alcun motivo per farsi la guerra – spiega l’economista della Columbia – se non il bellicismo di una certa leadership europea, residuo della strategia di allargamento della Nato voluta dagli Stati Uniti tra il 1994 e il 2024”.

Macron in Francia, Tusk in Polonia… In Ue si parla sempre più apertamente di rafforzare la deterrenza nei confronti della Russia con nuovi arsenali nucleari. È un’idea realistica o retorica?

L’Europa ha già una deterrenza nucleare con l’arsenale francese. È una dotazione sufficiente per evitare una guerra europea, ma questo solo se parallelamente si sviluppa una diplomazia sensata. Il problema dell’Europa non è la mancanza di deterrenza, il problema è la mancanza di qualsiasi diplomazia bilaterale tra Europa e Russia. Quello che viene da Bruxelles è una pericolosa russofobia, niente che assomigli a una politica estera seria e matura. Per 30 anni l’Ue ha seguito ciecamente la strategia Usa dell’allargamento dell’Alleanza all’Ucraina e alla Georgia, culminata nel conflitto in corso. Adesso che gli Stati Uniti hanno abbandonato quell’idea, con l’arrivo di Trump, i politici europei continuano ad avere il riflesso condizionato della vecchia visione e persistono in una strategia fallimentare e in una guerra fallimentare.

È la prima volta da decenni che sentiamo parlare così apertamente di armi nucleari. Stiamo tornando a un contesto di Guerra fredda?

È legittimo e corretto che i leader europei prendano in considerazione un quadro di sicurezza post-Nato per il continente. È sbagliato, e potenzialmente disastroso, che inquadrino la questione nei termini di una guerra imminente con la Russia. È un punto di vista semplicemente folle. L’Europa deve rafforzare la propria autonomia strategica e militare, e questo è ben diverso dall’alimentare pulsioni guerrafondaie. Il nodo essenziale è riprendere i rapporti con la Russia. Con una normale diplomazia, non con una retorica intrisa di propaganda russofoba. Piuttosto, tra Mosca e Bruxelles si dovrebbero intavolare seri negoziati sulle reciproche e rispettive preoccupazioni in materia di sicurezza.

Come influisce questo atteggiamento europeo sulle trattative in corso?

La guerra sta finendo perché gli Stati Uniti hanno deciso di chiuderla. Se finirà con la diplomazia, l’Ucraina potrà essere e sarà sicura, anche dovendo accettare di restare strategicamente neutrale, con garanzie di sicurezza sostenute dalle Nazioni Unite, e qualche perdita territoriale. È il risultato ragionevolmente ottenibile oggi dopo il colpo di stato di Maidan sostenuto dagli Stati Uniti e della fallita guerra di allargamento della Nato. Ma se Bruxelles e Kiev rifiutano la pace, l’Ucraina potrebbe addirittura perdere la sua sovranità. Le posizioni massimaliste di ucraini ed europei di questi giorni sono controproducenti. Sì, gli Stati Uniti hanno causato questa terribile guerra, ma ora stanno cercando di mettervi fine.

Rischiamo un’escalation con la Russia?

Se l’Europa continua a seguire la retorica di Kaja Kallas e Ursula von der Leyen si troverà in una crisi crescente con la Russia. Se invece seguirà la via diplomatica, avremo la fine della guerra e necessariamente si porrà la questione della ripresa delle relazioni economiche con la Russia. Questa guerra è stata una sfortunata deviazione di un cammino già tracciato, un storico errore frutto dell’arroganza statunitense. È ora di chiuderla.

Riccardo Antoniucci

Il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2025

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