di Giancarlo Selmi
Quello che non riesco proprio a metabolizzare è il concetto che, nel 2024, nel mio Paese, ci siano ancora persone come vannacci e si possano ancora scrivere post come quello di vespa. Ancora più difficile abituarsi alla presenza di una quantità incredibile di trogloditi, di imbecilli, di minus habentes, di analfabeti funzionali, che le tesi di vannacci e le fini minchiate di vespa apprezzano e che sulle stesse aprono vere e proprie guerre sui social.
Gente di dubbia istruzione, di italiano incerto, di cattiveria certa. Viventi senza speranza di riscossa, in un abisso culturale profondissimo. Ubbidienti solo ai propri stimoli corporali. Quelli istintuali, quelli in cui il cervello c’entra poco. Animali che si muovono in gruppo, organizzati dal capo branco che ha una comunicazione diretta con il loro intestino. Che insultano tutto quello che non rientra nelle cose che capiscono (praticamente nulla), che usano l’offesa personale come arma, totalmente incapaci di qualunque argomentazione.
Mi piace definirli sub-umani. Per un motivo: di umano hanno nulla, se non l’aspetto. Ma sono privi totalmente delle due caratteristiche che danno alla razza umana unicità nel mondo animale: il ragionamento e l’umanità. E possiamo sforzarci di pensare al progresso quanto vogliamo, “loro” diventano sempre più numerosi e quello sforzo renderanno vano. Non c’è niente da fare, la nuova scuola, voluta da B. e la televisione con i suoi messaggi diseducativi, ci hanno consegnato una società regredita. E al regresso siamo condannati.
Diamo quindi il benvenuto al nuovo medio evo. Un medio evo ancora peggiore di quello originale.
Intanto io saluto Egonu, Sylla e tutti i ragazzi e le ragazze nate in Italia da genitori stranieri, quelli che sono giunti in Italia e qui hanno trovato casa e vita, i loro figli, come italiani. Esattamente come me e alcuni, forse, più di me. E di molti di loro sono orgoglioso a prescindere dal colore della loro pelle e dalla lunghezza degli occhi.
Mentre dei sub-umani “italiani” farei volentieri a meno e, ne sono certo, senza di loro questo sarebbe un paese migliore.