Il popolo italiano che non sa valutare i politici

Ogni cittadino è responsabile delle proprie azioni e dovrebbe valutare i politici, i loro partiti e i programmi su tantissimi aspetti, soprattutto quelli dell'etica pubblica, della moralità e della legalità. Dovrebbe valutare "la credibilità per la collettività".

Studiatevela come volete, massima libertà.

Però ci sono cose oggettive che dovete valutare.

Giuseppe Conte ha portato – quando parlo al singolare non intendo il supereroe, ma il politico e tutti i suoi collaboratori – 209 miliardi di euro del PNRR per rilanciare il Paese attraverso progetti affidabili.

E lo ha fatto in uno dei periodi sociali più critici degli ultimi decenni.

209 miliardi di euro, alcuni a fondo perduto, che meloni e soci, gli attuali governanti non volevano. Oltre a non saper sviluppare progetti, di questi soldi se n’è occupato raffaele fitto, prima di diventare alto burocrate della commissione europea.

Uno che non sapeva leggere neanche in inglese un banale testo il giorno della sua presentazione al Parlamento europeo.

Parliamo di progetti, sempre quelli legati al PNRR, di transizione ecologica, crescita economica, rivalutazione ambientale del nostro territorio, insomma progetti per la collettività, non per i singoli lobbisti.

Miliardi che sono stati buttati nel cesso da questo governo e in parte spesso persi per incapacità di scrivere due righe di progetto.

Ma nonostante questa palese incompetenza dell’esecutivo, giù tutti i politicanti, pennivendoli e opinionisti compresi, a parlare soltanto di due cose: banchi a rotelle e mascherine.

Oppure a proporre etichette d’avvertimento sull’acqua o incentivi per gli amanti delle ostriche.

Per deviare le masse e inculcare un messaggio negativo nella popolazione.

Per dire che il nemico è altrove, per fare i martiri, i perseguitati. Per celare i disastri.

Ora. Al di là di come la pensiate, ripeto, si può essere d’accordo o meno con la sua gestione partitica di un movimento, con alcune alleanze “renziane” discutibili, tutto quello che volete. È innegabile, altresì, che la prima ondata di grillini con di maio in testa e poi il comico-garante abbiano contribuito agli ultimi disastri elettorali.

Ma di sicuro, Conte non ha mai regalato miliardi di euro in armi per guerre inutili, non ha mai progettato di dare 25 miliardi di euro l’anno alla von der leyen per un riarmo illogico che nei fatti andrà ad arricchire gli impresari di morte e a massacrare economicamente ancora di più i cittadini.

Giuseppe Conte non ha mai tolto sussidi ai poveri, né lasciato in secondo piano il discorso sul salario minimo e i lavori “da orbi” con orari intollerabili, come invece ha fatto meloni.

Conte non ha tagliato i fondi alla Sanità Pubblica come renzi (che detiene il record con 16,6 mld, dati Gimbe), letta, gentiloni o la stessa meloni.

Conte non ha mai favorito banche, assicurazioni o fondi speculativi stranieri come meloni. Negli ultimi due anni le banche italiane hanno sviluppato extraprofitti per 43 miliardi di euro e il governo meloni, con il milleproroghe, obbligherà migliaia di imprese a stipulare assicurazioni catastrofali con tanto di “cuscinetto statale” in caso di perdite (5 miliardi che pagheremo noi).

Conte non ha favorito il privato a differenza di meloni, e non ha contribuito a destinare ai giornali di regime alcun finanziamento pubblico al contrario di draghi.

Conte non ha rivisitato la legge italiana con una riforma che prevede l’abolizione dell’abuso d’ufficio, la limitazione delle intercettazioni e la separazione delle carriere dei magistrati.

Conte non ha avuto nella sua squadra di governo condannati per peculato (montaruli, addirittura nominata come sottosegretaria del ministero dell’Università non appena insediata), rinviati a giudizio (delmastro, santanchè) né indagati (salvini e mezza coalizione destrorsa).

Conte si è sempre presentato davanti alle interviste televisive, giornalistiche e nelle varie conferenze stampa.

A differenza di meloni è sempre partito per doversi difendere anche quando non c’era da difendersi. Mentre meloni, che deve difendersi su tantissime scelte scellerate e fallimenti della sua attività politica, è partita sempre con arroganza a rivendicare le sue azioni e al massimo ha ricevuto dei salamelecchi o domande di gossip.

E potrei continuare ancora all’infinito.

Ma il senso del testo è più semplice di quanto possa apparire.

Ed è che ogni cittadino è responsabile delle proprie azioni e dovrebbe valutare i politici, i loro partiti e i programmi su tantissimi aspetti, soprattutto quelli dell’etica pubblica, della moralità e della legalità.

Dovrebbe valutare “la credibilità per la collettività”.

Quando, e solo quando, il cittadino arriverà a fare questo salto di qualità, allora si potrà cominciare a sperare e a criticare con cognizione di causa. Si potrà cominciare a programmare e proporre un futuro diverso.

Saluti.

Salvatore Granata

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