Il dilemma di Israele: vittorie militari e crisi di legittimità nel conflitto libanese

Israele mostra forza militare e arroganza morale nel conflitto libanese, vincendo sul campo ma perdendo legittimità internazionale con una brutalità senza limiti.

di Marco Valenti

L’evoluzione del conflitto tra Israele e Hezbollah in Libano non è solo la prevedibile riproposizione di una guerra asimmetrica, ma una brutalità calcolata che sfida apertamente i principi fondamentali del diritto internazionale e del comune senso di umanità. Israele sta mostrando al mondo una verità innegabile: è una potenza armata fino ai denti, disposta a usare la sua forza militare e tecnologica senza alcuna esitazione morale. È la realtà nuda e cruda di un paese che ha smesso di preoccuparsi di mantenere un minimo di decoro diplomatico o giustificazioni etiche.

La Superiorità Tecnologica: Una Dimostrazione di Arroganza

Il modo in cui Israele ha demolito Hezbollah nei primi giorni di conflitto è stato uno spettacolo di puro dominio tecnologico, e questo va riconosciuto. Ma ciò che molti evitano di sottolineare è l’arroganza con cui Israele ha deciso di gestire questa potenza. Distruggere le capacità di comunicazione di Hezbollah e infiltrare i loro ranghi con una tale facilità non è stata solo una dimostrazione di forza, ma un messaggio: “Possiamo fare quello che vogliamo, quando vogliamo.”

Hezbollah, con la sua difesa aerea praticamente inesistente e un’organizzazione militare palesemente superata, non ha avuto alcuna chance. Israele non si è limitato a colpire obiettivi strategici: ha decapitato la leadership del gruppo, rendendo impossibile qualunque coordinamento efficace sul campo. In meno di tre settimane, Hezbollah è stato letteralmente raso al suolo. Tuttavia, non si tratta di un’operazione intelligente o ingegnosa. È stata pura forza bruta applicata con la precisione di chi sa di poter agire senza timore di ripercussioni. L’IDF non ha dovuto fare altro che seguire la dottrina collaudata degli Stati Uniti: distruggere dall’alto, annientare le strutture nemiche e poi, con il nemico tornato all’età della pietra, piazzare i propri soldati sul campo solo per mettere la firma sulla vittoria.

L’intera operazione non ha mostrato alcuna innovazione strategica, solo la conferma di un modello di potenza che Israele ha imparato dagli USA e applica con una sfacciata indifferenza verso il diritto umanitario. Questa superiorità è militarmente ammirevole? Sicuramente. Ma da un punto di vista umano e politico, è una dichiarazione di totale disprezzo per qualunque limite civile o morale.

L’Assenza di Limiti Morali: Israele Come Stato Canaglia

Se c’è una verità che questo conflitto ha messo in luce, è che Israele non riconosce più alcun limite morale nell’uso della violenza. L’eliminazione di Nasrallah è stata l’esempio più lampante: per uccidere il leader di Hezbollah, Israele ha demolito dieci condomini con bombe di potenza devastante, massacrando almeno 300 civili. Questo non è un caso isolato o un “tragico errore.” È una strategia deliberata e costante, il modus operandi che Israele ha affinato negli ultimi anni, soprattutto a Gaza.

La regola di ingaggio è semplice e spaventosa: chiunque si trovi vicino a un obiettivo militare diventa un bersaglio legittimo. Non importa se si tratta di donne, bambini, o intere famiglie. Non ci sono innocenti nella visione distorta e altotestamentaria che guida Israele in queste operazioni. Questo approccio sfida apertamente non solo il diritto internazionale, ma qualunque concezione di giustizia o umanità.

Israele non nasconde più la propria spietatezza. Non si sforza nemmeno di giustificarsi. Il messaggio è chiaro: chiunque osi sfidare Israele pagherà con sangue innocente. È una logica di violenza che ricorda i tempi più bui della storia umana, un’epoca in cui la crudeltà serviva per inviare un messaggio forte e chiaro. Oggi, con la comunicazione istantanea e i media globali, Israele usa le bombe per parlare al mondo, e il messaggio è che non riconosce più alcuna autorità superiore, né morale né legale.

Il Sostegno degli Stati Uniti: Un Biglietto per l’Impunità

Tutto questo è possibile grazie al sostegno incondizionato degli Stati Uniti. Senza l’appoggio politico e militare di Washington, Israele non potrebbe permettersi di agire come uno stato canaglia nel cuore del Medio Oriente. Gli USA forniscono le armi, la copertura diplomatica e il denaro per mantenere Israele in piedi, nonostante la sua crescente isolazione internazionale.

Questa dinamica non è solo immorale, è un’aberrazione diplomatica. Gli Stati Uniti, che si vantano di essere i campioni della democrazia e dei diritti umani, sostengono apertamente un paese che viola sistematicamente questi stessi principi. La narrativa del “piccolo Davide” circondato dai “Golia arabi” non regge più: Israele è chiaramente la potenza dominante nella regione, un Golia arrogante e spietato che non si fa scrupoli a calpestare qualunque opposizione. Eppure, continua a giocare la carta della vittima, sfruttando il ricordo dell’Olocausto per giustificare atti che, in qualunque altro contesto, sarebbero definiti per quello che sono: crimini di guerra.

La Caduta della Legittimità: Israele Sta Perdendo la Guerra più Importante

Nonostante tutte le sue vittorie militari, Israele sta perdendo la guerra più importante: quella per la propria legittimità. Il velo dell’Olocausto, che per decenni ha giustificato ogni azione israeliana, si sta rapidamente dissolvendo. Sempre più persone, specialmente in Occidente, stanno aprendo gli occhi su ciò che Israele rappresenta realmente: uno stato militarizzato, etnicamente esclusivo e senza alcuna considerazione per i diritti umani delle popolazioni che occupa e opprime.

Israele non è più il piccolo paese assediato da una coalizione di nazioni arabe ostili. È una potenza regionale che si comporta come una forza d’occupazione brutale, sia in Palestina che in Libano, con incursioni in Siria e assassinii in Iran. La sua politica estera è quella di un predatore, non di una nazione in difesa della propria esistenza.

Eppure, nonostante tutto, Israele continua a giocare la carta del vittimismo nelle sedi internazionali. Cerca di presentarsi come lo stato minacciato, come il popolo perseguitato che lotta per la propria sopravvivenza. Ma questa strategia sta diventando sempre meno credibile. Il mondo, anche se lentamente, sta cominciando a riconoscere Israele per quello che è: una potenza aggressiva e senza scrupoli, che non ha alcuna intenzione di rispettare il diritto internazionale o di cercare una soluzione pacifica ai conflitti che la coinvolgono.

Israele, un Padrone Senza Morale

Israele potrà continuare a vincere battaglie sul campo, a eliminare i suoi nemici con bombe intelligenti e droni. Potrà continuare a godere del sostegno degli Stati Uniti e a schivare le condanne internazionali. Ma alla fine, sta perdendo la guerra più importante: quella per la propria anima. Israele sta scoprendo che, anche se militarmente invincibile, non può sopravvivere come stato legittimo se continua a comportarsi come un assassino impunito.

Il futuro di Israele non sarà deciso dalla sua potenza militare, ma dalla sua capacità di riconquistare una legittimità che ha perso per strada. E a questo punto, sembra che Israele non sia nemmeno più interessato a provarci.

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