Il Colorante Rosso n. 3 negli USA: un secolo di veleno servito con glassa

La FDA vieta il Rosso n. 3, colorante cancerogeno usato per un secolo negli USA. L’Europa lo aveva già bandito. Gli americani si svegliano, con calma.

di Alberto Piroddi

Ci giunge notizia dagli Stati Uniti che la FDA (Food and Drug Administration) ha finalmente deciso di mettere al bando il Colorante Rosso n. 3 (Red Dye No. 3) negli alimenti e nei farmaci, e già sentiamo l’applauso dei salutisti di professione. Ah, gli americani! Quegli instancabili innovatori che per più di un secolo hanno pensato bene di tingere i loro cibi e farmaci con il Colorante Rosso n. 3, una sostanza sintetica tanto allegra quanto cancerogena. Dopo anni di sussurri, grida e pressioni da parte di scienziati e attivisti, finalmente la FDA è arrivata alla decisione di vietarlo. Era ora, penserete voi. Ma, con la loro proverbiale lentezza, l’hanno spalmata fino al 2027 per i cibi e al 2028 per i farmaci. Che fretta c’è? Dopotutto, il rosso è il colore della passione, o in questo caso della negligenza.

In Europa, Australia e Nuova Zelanda, questo veleno decorativo è stato bandito già da tempo. Ma gli Stati Uniti, sempre avanti (o forse indietro?), hanno preferito mantenere il loro fedele additivo in circolazione. “È un grande passo avanti per gli USA, ma siamo terribilmente indietro”, ha dichiarato la dottoressa Sheela Sathyanarayana, che studia l’impatto ambientale sulla salute dei bambini. Già, perché nulla dice “salute infantile” come una sostanza che fa venire il cancro ai ratti.

Ma facciamo un passo indietro nella storia. Il Colorante Rosso n. 3 è stato approvato nel 1907, in quell’età dell’innocenza in cui tutto andava bene pur di rendere più colorati i dolci e le pillole. Nel 1958, il Congresso americano aveva deciso che nessun additivo capace di provocare il cancro in animali o umani sarebbe stato approvato. Eppure, nel 1990, quando uno studio (finanziato dall’industria, che sorpresa!) ha trovato un collegamento tra il colorante e il cancro alla tiroide nei ratti, la FDA ha pensato bene di vietarlo nei rossetti e nei cosmetici. Ma nei cibi? Tutto a posto. L’importante è che la glassa dei cupcake sia bella brillante.

Solo nel 2022 alcuni gruppi di interesse pubblico hanno presentato una petizione per revocare l’autorizzazione al Rosso n. 3, evidenziando ulteriori studi sugli effetti cancerogeni. La FDA, magnanima, ha finalmente deciso di agire. Meglio tardi che mai? Forse. Ma come ha detto il dottor Peter Lurie, direttore del Center for Science in the Public Interest: “I consumatori non dovrebbero essere costretti a controllare ogni volta le etichette per evitare un additivo che la FDA avrebbe dovuto vietare decenni fa”.

E ora, vi chiederete, quali delizie contengono ancora il Colorante Rosso n. 3? Praticamente tutto ciò che è americano fino al midollo: caramelle, hot dog, cereali, cupcake, glassature rosa shocking, lollipop, latte alla fragola e persino vitamine gommose per bambini. Non è poetico? Un Paese che predica salute e innovazione e poi si impantana in una sostanza vietata anche in terre lontane come l’Australia.

E non dimentichiamoci della California, che già nel 2023 aveva preso l’iniziativa di bandire il Rosso n. 3. Perché, si sa, quando Washington dorme, la California si sveglia. Da allora, alcune aziende hanno iniziato a riformulare i loro prodotti, ma altre stanno ancora facendo i conti con i costi e i malumori del mercato. Del resto, trovare alternative naturali al colorante richiede tempo e denaro, e nulla disturba di più l’industria alimentare americana di un pizzico di regolamentazione.

Nel frattempo, noi possiamo solo guardare questo spettacolo con un misto di incredulità e ironia. Gli americani sono maestri nel complicarsi la vita e poi vantarsi di aver risolto problemi che loro stessi hanno creato. Chissà cosa arriverà dopo il Rosso n. 3. Forse un altro additivo, altrettanto pericoloso ma con un nome più carino. In fondo, come dicono loro, “se non è rotto, non aggiustarlo”. E se è rotto? Aspetta un centinaio d’anni e magari ci pensano.

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