L’ignobile arroganza della ministra Santanchè

Nessuno può fare il ministro se accusato di frode ai danni dei lavoratori, dello Stato e delle imprese. A prescindere dai tre gradi di giudizio.

di Salvatore Granata

Ieri alla Camera, durante la sua difesa sulla mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, la Santanchè ha detto di rappresentare plasticamente tutto quello che la gente di sinistra odia. Ha detto pure che porta i tacchi 12, che veste elegante e che le piace curarsi il fisico. E infine, ha detto che i politici di sinistra non vogliono combattere la povertà ma la ricchezza.

A parte che portare i tacchi 12, vestire elegante e curare il proprio fisico non è affatto di destra. Semmai è come ti atteggi e ostenti queste cose.

A mio giudizio, ognuno può vestirsi come gli pare, essere un’icona di cattivo gusto, cafonaggine e persino ostentare alla faccia della miseria. Saranno le persone sane di mente a farsi un’idea.

Ma è sicuramente civile, il fatto che nessuno può fare il ministro se accusato di frode ai danni dei lavoratori, dello Stato e delle imprese. A prescindere dai tre gradi di giudizio.

Incredibile come Daniela Santanchè non afferri questa banalità. Anzi, non è che non l’afferra, come i suoi colleghi Delmastro, Montaruli, Salvini, Donzelli, La Russa, si sente una dea, si fa scudo di immunità e potere, e con arroganza se ne strafrega dell’etica pubblica.

Per me la ricchezza non va combattuta, va educata. Perché se combattere la povertà da parte dei ricconi significa umiliare i poveri e il ceto medio-basso, sono tutta la vita contro questi soprusi. E chi è più ricco, più fortunato, e addirittura amministra la cosa pubblica, deve a maggior ragione pensare a chi ha di meno.

La notte non dovrebbe dormire perché indaffarato a ricercare soluzioni per i disgraziati. E ringraziare il cielo che non avrà mai problemi di nessun tipo.

Poi parliamone. Curarsi il corpo andando in palestra, facendo sport o camminando, oppure sparandosi filler alla viva il parroco risultando gonfia in faccia con le mani di una settantenne (l’età passa per tutti, basta saperla accettare)?

Vestirsi elegante come? Come Arlecchino in modalità baroccheggiante con borse finte e pellicce alla Crudelia De Mon?

Tacchi 12 e camminare come uno che effettua la pigiatura dell’uva per ottenere il mosto?

Dai su.

Ora. In Italia si può ragionare come la Santanchè, in un Mondo corretto, giusto, solidale, la Santanchè risulterebbe folle nei suoi ragionamenti. E sicuramente non sarebbe lì a dare lezioni a chi potrebbe insegnargli l’università del rispetto.

Vi voglio bene. E lotto. Non mollo.

* * *

Dopo le frasi scandalose e al contempo arroganti della santanchè durante la discussione alla Camera, sullo scranno della giustizia a controbattere è salito Giuseppe Conte.

Il presidente del Movimento ha esordito con estrema determinazione dicendo quello che pensano migliaia di persone perbene. Ovvero:

“Ministra Santanché lei ha detto che odiamo la ricchezza, ma non dica baggianate, siete voi che avete fatto la guerra ai poveri, che odiate i poveri. Noi odiamo o meglio ancora contrastiamo: la disonestà”.

E poi ha aggiunto:

“E respingiamo la solidarietà pelosa che viene da lei perché noi sappiamo distinguere anche quando un sindaco risponde anche di un evento tragico nel suo ruolo, ma per colpa non per dolo, non per disonestà”.

Con rabbia, grinta e precisione Conte ha detto chiaramente che il nostro Paese “non può permettersi di avere ministri e i sottosegretari sotto accusa per truffa, quadri rubati, spari a Capodanno, pubblicazione di documenti riservati e addirittura adesso anche di circolazione di borse contraffate”.

L’Italia non può ptesentare un governo che “nasce con un senso di contraffazione”.

Infine, tra i passaggi più densi di moralità e intrisi di etica, il presidente del Movimento ha dato due sberle di vita non solo alla ministra, ma anche a tutto il suo cucuzzaro:

“Si vergogni ministra Santanchè, e vergognatevi voi che andrete a votare per difenderla, siete responsabili di questo disastro economico e morale. Ma noi con tutte le persone oneste voteremo la mozione di sfiducia”.

Grande Conte.

Ovviamente la mozione di sfiducia non è passata. E ci ritrovremo daniela con i tacchi 12 e la sua eleganza ancora per qualche anno nelle istituzioni, salvo clamorosi risvolti giudiziari.

Come in altre occasioni non sono passate la proposta sul salario minimo, sull’orario di lavoro congruo alle possibilità e alle necessità dei cittadini, sull’aumento delle pensioni, quella della reintroduzione del reddito di cittadinanza e del Riconoscimento dello Stato palestinese come Stato Sovrano.

Questo governo è contro il popolo italiano.

Ricordatevelo alle urne Voi gente comune che l’avete votato.

E se lo ricordino bene soprattutto gli indifferenti e gli astensionisti.

Per noi, non per i politici. Almeno per noi, gente comune come voi.

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