La crisi siriana riflette un piano occidentale di destabilizzazione del Medio Oriente per controllare risorse energetiche e indebolire Russia e Iran. L’Occidente utilizza caos controllato, rovesciando regimi e sostenendo conflitti per mantenere dominio geopolitico e dividere Europa e Russia. Analisi obiettive sono cruciali per comprendere la situazione.
Data di pubblicazione: 11 dicembre 2024 [YouTube]
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di Nicolai Lilin
Ciao cari amici,
La situazione che si sta purtroppo degradando, precipitando in Siria, rischia ovviamente anche di mettere in grave difficoltà l’intero Medio Oriente. Sta interessando sempre più persone; sempre più analisti stanno cercando di parlarne. Vedo che anche su YouTube non mancano video e materiali. Ci sono diversi divulgatori e analisti che si occupano di questa tematica. Ci sono tante interessanti versioni e teorie.
È sempre bello quando c’è una moltitudine di idee attorno a una tematica perché in realtà si tratta di una ricchezza. Io personalmente non sono mai stato contrario alla divulgazione e diffusione delle idee, delle teorie, dei punti di vista. Secondo me, persone che lo fanno in maniera rispettosa, educata, in qualsiasi spazio — che sia qui su YouTube, su altri social, oppure nei giornali — se lo fanno in modo coerente, obiettivo e costruttivo, danno solo un importante impulso alla capacità delle masse di ragionare e approfondire.
Io non sono mai stato uno di quelli che ha negato a qualcuno di esprimersi e mi piace quando anche gli altri si comportano così nei miei confronti. So che non è sempre così. Ad esempio, qui su YouTube abbiamo diversi personaggi che si mettono insieme per attaccare gli altri. Oppure, su altri spazi in Italia, purtroppo, abbiamo proprio una cricca — chiamiamoli delinquenti dell’informazione — che vogliono avere sempre e solo loro ragione. Solo il loro punto di vista è quello giusto. Tutti gli altri devono essere sepolti, attaccati e sempre sottoposti a minacce e a varie forme di ritorsione.
Siccome questi personaggi di solito fanno gli interessi delle persone ricche, non mancano loro soldi e risorse. Però, nonostante ciò, rimangono sempre schiavi e ridicoli. La cosa positiva è che sono talmente stupidi che la gran parte delle loro teorie e di ciò che condividono non regge neanche un minimo avvicinamento con la realtà. Se provate in qualche modo ad approfondire queste teorie e conoscete un minimo di Storia o Geopolitica, vi è chiaro che queste teorie non valgono niente.
Con questa premessa, vorrei condividere oggi con voi una riflessione sui motivi reali che stanno dietro al crollo del regime siriano di Assad. I motivi cercherò di analizzarli da un punto di vista globale, cercando di essere più obiettivo possibile. Ovviamente, vi ricordo che condivido le mie opinioni e idee non perché sono pagato da qualcuno, perché dietro c’è una campagna, un gruppo editoriale o perché Putin mi manda soldi sul mio PayPal. Condivido con voi queste idee perché sono il frutto della mia esperienza, della mia cultura, della mia conoscenza del mondo e di ciò che ci circonda.
Per questo motivo preferisco condividere queste riflessioni con voi in questa forma, qui su questo spazio. Spero di fare una cosa gradita, ma non lo faccio per motivi di assunzione da qualcuno. Questa è una cosa importante da dire prima di iniziare a comunicare. Vi ricordo che le mie idee sono le mie idee, farina del mio sacco; non le ho prese da nessuna parte.
Analizzando il Medio Oriente e ciò che sta succedendo adesso in questa regione, non parlo solo di Siria. Parlo di tutta una serie di processi che vediamo muoversi all’interno della questione mediorientale. Possiamo dire che tutto quello che succede oggi nell’area mediorientale è spinto da tre principali forze:
- L’Occidente collettivo da una parte.
- I giocatori del mondo multipolare come i paesi BRICS (Cina, Russia, India, ecc.).
- I giocatori locali.
In passato, questi ultimi non venivano presi in considerazione. Per quale motivo? Perché nella geopolitica di 20-30 anni fa, molti dei paesi che oggi hanno una vera e propria iniziativa indipendente erano completamente dipendenti dall’Occidente collettivo. Non erano in grado di rappresentare sé stessi, come una sorta di Ucraina di oggi o di qualsiasi paese dell’Europa orientale di oggi. Questi paesi non hanno indipendenza né libertà, sono sottomessi agli interessi degli Stati Uniti d’America e obbligati a partecipare alla NATO, pagando un enorme pizzo geopolitico sotto forma di tributo.
Inoltre, devono subire la presenza militare statunitense sul proprio territorio. Per questo motivo, anche noi in Italia non siamo un paese libero, indipendente e democratico come molti credono. Siamo un paese suddito, dove viene applicata una dittatura militare statunitense sotto forma di un apparato di potere “democratico”. Ma appena questo apparato prova a lavorare negli interessi del popolo italiano e non degli Stati Uniti, scattano azioni terroristiche, persecuzioni politiche, e attivazioni di macchine di diffamazione e repressione.
In Medio Oriente oggi, dunque, queste tre forze giocano un ruolo fondamentale. L’Occidente continua a portare avanti la propria politica predatoria, mentre gli altri cercano di stabilire equilibri per una crescita reciproca. L’Occidente distrugge questi equilibri e impone un sistema di caos controllato.
Il caos controllato è qualcosa che viene creato in un’area ma gestito dall’esterno. Come? Sostenendo gruppi terroristici che distruggono uno Stato sovrano. Una volta distrutto, questi gruppi non instaurano una forma di legalità o democrazia, ma una brutale dittatura terroristica. Tuttavia, l’Occidente continua a sostenerli.
Questa è la strategia del caos controllato che è stata applicata in Siria.
Il primo motivo del rovesciamento del regime di Assad in Siria è legato a un vecchio piano occidentale basato sulla manipolazione delle forniture energetiche. In pratica, il piano è quello di eliminare la Siria per usarla come paese attraverso il quale passerà il gas arabo verso l’Unione Europea, attraverso anche la Turchia. Con questo, ovviamente, l’Occidente cerca di indebolire e distruggere la Russia e alzare il proprio livello di importanza.
Come sapete, il gas in questione è probabilmente il gas del Qatar. Se verrà creato un gasdotto che, attraverso la Turchia, porterà questo gas verso l’Unione Europea, vedremo una concomitanza con la distruzione dei gasdotti Nord Stream che portavano gas a basso costo dalla Russia attraverso il Mare del Nord all’Unione Europea. Questo metterà nuovamente i paesi europei in una posizione di totale sudditanza nei confronti degli Stati Uniti d’America.
Gli americani forniranno all’Unione Europea gas che gli europei pagheranno a un prezzo deciso dagli americani. Vi dico subito che non sarà mai pari al prezzo del gas russo: sarà molto più alto. Chi guadagnerà da questa situazione saranno soprattutto le compagnie di trading energetico.
L’idea di questo progetto non è quella di migliorare la vita degli europei, ma di evitare che l’Europa e la Russia abbiano interessi comuni. L’Europa occidentale e la Russia, facenti parte dell’Eurasia, dovrebbero in maniera naturale collaborare. Tuttavia, gli anglosassoni fanno di tutto per impedire questa cooperazione, preferendo scatenare guerre e creare caos in Medio Oriente. Sono disposti a massacrare popolazioni pur di ottenere gas dal Qatar e trasferirlo attraverso la Turchia in Europa.
Questo progetto sarà molto più costoso rispetto al gas russo che arriva direttamente attraverso il Mar Nero. Non è un progetto pensato per aiutare i cittadini europei, ma per rafforzare il dominio statunitense sulla geopolitica globale, indebolendo economicamente e politicamente la Russia e mantenendo l’Europa in una posizione subordinata.
Da questo progetto guadagneranno soprattutto Gran Bretagna e Stati Uniti. Gli arabi non ne trarranno beneficio, perché saranno gli anglosassoni a controllare tutto. I produttori del Qatar non avranno interesse diretto in questa vendita. Se gli anglosassoni prenderanno il controllo, gli arabi riceveranno solo le briciole. Questo è simile a quanto accaduto all’inizio del secolo scorso, quando gli anglosassoni scoprirono il petrolio e guadagnarono enormi quantità di denaro facendo massacrare gli arabi tra loro con guerre e colpi di stato.
Il secondo motivo del crollo del regime di Assad riguarda il controllo militare e politico del Medio Oriente. Il cambiamento dell’ordine regionale è un piano preparato da tempo. Gli anglosassoni cercano di distruggere gli equilibri naturali creati da secoli, per imporre nuovi sistemi basati su conflitti continui.
In questo contesto, Israele gioca un ruolo chiave. La Siria non rappresentava una minaccia diretta per Israele. Tuttavia, Israele aveva bisogno di alleati che lo supportassero nel colpire l’Iran. Poiché Siria e Iran confinano, la Siria è utile come piattaforma per attaccare l’Iran. Israele non può attaccare direttamente l’Iran perché non hanno una frontiera comune. Se esistesse questa frontiera, la guerra sarebbe scoppiata già da tempo.
In questo scenario, la Siria viene sfruttata come l’Ucraina è stata sfruttata contro la Russia. Hanno distrutto uno stato, insediato fantocci al governo (nazisti in Ucraina, terroristi in Siria), e creato un caos controllato. Tuttavia, la situazione siriana è molto più complessa di quella ucraina. La Siria è un paese arabo con dinamiche tribali complesse: ci sono i curdi, siriani filo-iracheni, e diverse altre organizzazioni interne.
Se vogliamo fare, ripeto, un paragone ignorante ma funzionale, spogliando le situazioni delle loro circostanze importantissime, possiamo dire che ciò che succede in Siria è molto simile a ciò che hanno già fatto in Ucraina contro la Russia. Solo che l’obiettivo finale di questa situazione è l’Iran.
L’Iran è un importante luogo nella regione, un paese molto forte, antisionista e anti-anglosassone. Distruggerlo significa, per anglosassoni e sionisti, privare questa regione di un’importante roccaforte di equilibrio. Dopo averlo distrutto, possono gestire questa roccaforte come vogliono, controllando tutto il Medio Oriente.
Come distruggere l’Iran? Non si possono mandare provocatori, né organizzare rivoluzioni colorate, né inviare terroristi come hanno fatto in Siria, in Egitto, in Tunisia e in Libia. È necessario trovare una ragione significativa, come ad esempio l’intervento dell’Iran negli affari della Siria. Quindi, si procede così: destabilizzare la Siria, rovesciare Assad, scatenare guerre sul territorio siriano e, dal territorio siriano, attaccare l’Iran. Quando l’Iran, dopo una serie di attacchi, deciderà di intervenire per preservare la propria sicurezza, creando una zona cuscinetto (come hanno fatto i russi), gli anglosassoni e i sionisti diranno: “Oddio, questo cattivo Iran sta assaltando un paese democratico, dove i bravi ribelli moderati hanno ristabilito uno stato sovrano!” E così, giustificheranno una guerra contro l’Iran.
In grande linea, cari amici, il disegno è questo. Ma questa non è ancora la fine; è solo una piccola parte dello scenario di destabilizzazione del Medio Oriente.
I prossimi passi saranno i tentativi di rovesciamento dei regimi delle monarchie come Giordania, Arabia Saudita, Kuwait e Qatar. Gli anglosassoni sperano di riuscire a destabilizzare queste monarchie perché non riescono più a controllarle come vorrebbero. Le monarchie sono difficili da manipolare dall’esterno: oggi possono essere d’accordo con l’Occidente, domani no. Non sono sistemi dove puoi facilmente installare un presidente fantoccio con elezioni fasulle, come è successo in Moldavia o come sta succedendo in Romania.
Per controllare una monarchia, devi convincere qualcuno all’interno della famiglia reale a eliminare il monarca di turno. È un processo complesso. È molto più semplice rovesciare l’intera monarchia e trasformare il paese in un caos controllato. In questa situazione di caos, puoi fare accordi con il più forte di turno, magari un terrorista al governo, e perseguire i tuoi interessi senza più fingere di sostenere la democrazia.
Le monarchie del Golfo, ultimamente, hanno mostrato un distacco dall’Occidente. Sostengono Russia e Cina e alcuni hanno dichiarato apertamente di voler collaborare con i paesi BRICS. A mio avviso, i prossimi passi saranno legati alla destabilizzazione di queste monarchie.
Questo è il grande piano degli anglosassoni:
- Creare un caos controllato nel Medio Oriente.
- Scatenare guerre tribali nel mondo musulmano.
- Controllare l’80% del petrolio e del gas mondiale.
Se l’intero Medio Oriente sarà trasformato in una zona di guerra permanente nei prossimi 10-20 anni, americani e inglesi potranno controllare le risorse energetiche grazie alla vendita di armi ai regimi in conflitto. Questo permetterà loro di:
- Risolvere la propria crisi economica interna.
- Mantenere la loro potenza predatoria, sottomettendo il resto del mondo.
Questa strategia si collega anche alla prospettiva di una terza guerra mondiale. Secondo alcuni esperti, siamo già in una terza guerra mondiale iniziata nel 1991, con conflitti episodici in diverse aree geografiche.
Nelle guerre del passato, gli esecutori principali erano la Germania nazista e l’Unione Sovietica. Oggi, nel XXI secolo, gli esecutori principali sono i radicali islamici di diversa formazione, spesso in guerra tra loro ma guidati dagli anglosassoni. Questi radicali vengono ripuliti dal mainstream occidentale, dipinti come “ribelli jihadisti moderati”.
Il Medio Oriente attuale è un perfetto campo di battaglia per questa strategia:
- La Libia è distrutta.
- L’Egitto ha visto l’ascesa e la caduta dei Fratelli Musulmani.
- Lo Yemen vive nella povertà e nella radicalizzazione.
- Il genocidio di Gaza ha alimentato un movente ideologico che scuote gli animi anche in Europa.
- La Somalia è piena di terroristi pronti a rivelarsi.
Il crollo della Siria intensifica questi processi distruttivi, generando un conflitto globale di tutti contro tutti. Questo caos controllato mira a:
- Salvare l’economia statunitense dal crollo imminente.
- Salvare il dollaro statunitense, che non è solo una valuta ma un’arma economica e geopolitica.
Se il dollaro non potrà essere salvato, gli americani useranno il caos per passare a una nuova valuta virtuale, evitando danni mentre il mondo sarà immerso nel sangue.
In questo scenario, il Medio Oriente sarà il centro di questa nuova era di conflitti. Se nessuno riuscirà a fermare questa politica anglosassone, il mondo rischia di essere distrutto dai conflitti nei prossimi decenni. La proxy war diventerà un mosaico globale di guerra totale, con un unico beneficiario: gli anglosassoni.
Questo è in grande linea, cari amici, il ragionamento legato alla Siria.
Io vi ringrazio per la vostra attenzione come sempre. Spero che il mio video abbia spinto voi su qualche riflessione interessante. Spero di aver suscitato in voi l’interesse di informarvi. Vi invito, come sempre alla fine dei miei video, a informarvi in maniera obiettiva e coerente su quello che sta succedendo a livello di geopolitica.
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