I pasticci del PD. In Sardegna. Dopo 10 mesi, Comandini, nonostante sia Presidente del Consiglio Regionale, è ancora segretario dei democratici. Il gesto più semplice sarebbe stato quello delle dimissioni dalla segreteria. Non lo ha fatto, sinora, un po’ per amore della doppia poltrona un po’ per la consapevolezza di spalancare un nuovo incubo sul Partito. Che per anni, prima di lui, non aveva trovato pace per raggiungere un accordo sul nuovo segretario e sul suo nome. Nonostante un commissario ad acta mandato da Roma. Adesso circolano nomi sul possibile sostituto ma la convergenza di assenso è lontana. E si discute se non sia il caso di ricorrere alle primarie. Insomma, ogni scusa è buona per rinviare. Tutto rimane così. In una palude decisionale. E una deprimente incompatibilità. Per non ricorrere ad una fumosa e aleatoria gestione commissariale. Pericolosa per gli equilibri in ballo. E soprattutto per gli interessi in gioco. In un momento in cui la politica sarda vive una stagione di grande confusione e incertezza per l’ipotesi di decadenza della Giunta regionale di Alessandra Todde. Lo scenario è deprimente. Ci siamo abituati.
IL MIO OSSERVATORIO (6061)