8 settembre 2007: V-Day promosso a Bologna da Grillo e Casaleggio a Bologna, 100mila persone in piazza Maggiore più dieci volte tante collegate da 200 piazze, 350mila firme in un giorno per tre leggi popolari (“Parlamento pulito”): incandidabilità dei condannati definitivi; abolizione del Porcellum per tornare a eleggere i parlamentari; limite di due mandati. Sul palco, giornalisti, scrittori, artisti e professori. I tg Rai, Mediaset e La7 non inviano neppure una telecamera (in piazza solo le troupe di SkyTg24 e Annozero). Le agenzie di stampa inventano “attacchi”, “insulti” e “offese a Marco Biagi”, anche se in 10 ore di V-Day nessuno ha mai citato il giuslavorista bolognese ucciso dalle Br nel 2002. Si è solo proiettato un video critico sulla legge 30 di Maroni, che incentiva il precariato e il centrosinistra ben prima di Grillo ha promesso di abolire. Si polemizza su un fatto mai avvenuto per non parlare del successo e dei contenuti del V-Day. Il Tg1 lo liquida con due frasette da studio: 29 secondi netti. Mauro Mazza, direttore del Tg2, legge con volto terreo l’editoriale “Grillo e grilletti” ammonendo col gesto della pistola: “Che accadrebbe se un mattino qualcuno, ascoltati gli insulti di Grillo, premesse il grilletto?”. Ma Grillo non ha mai parlato di armi, diversamente da Bossi che evoca i “mitra” e da B. che minaccia la “guerra civile” contro i giudici “peggio delle Br e della banda della Uno Bianca”: s’è limitato a elencare i 25 parlamentari pregiudicati invitando la folla a “mandarli affanculo”. La stampa scatena i suoi esperti all’unisono: Grillo è “antipolitico”, “qualunquista”, “populista”, “giustizialista”, “fascista”, “golpista”, “terrorista”. Andrea Romano, futuro deputato Pd, deplora sulla Stampa le inesistenti “accuse a Biagi”. Riotta rimedia al “buco” del suo Tg1 con uno speciale Tv7: “Ora vediamo chi è davvero Grillo, qui non esistono vergini”. È un mega-scoop: il comico, invitato a esibirsi a una Festa dell’Unità nel 1981, pretese financo che gli pagassero il cachet.
25 aprile 2008, V-Day2 a Torino sulla libertà d’informazione. Stavolta gli attacchi partono già il giorno prima. Il Riformista di Polito el Drito già sa che Grillo lancerà “minacce in stile Br ai giornalisti servi” (“Le Grillate Rosse”). Il Giornale sguinzaglia Filippo Facci con l’inchiesta a puntate “La vera vita di Grillo” pregna di scoop sensazionali: Grillo da giovane andava a letto con delle ragazze; alcuni suoi ex amici invidiosi parlano male di lui; la sua villa a Genova consuma energia; Grillo nel 1981 ebbe un tragico incidente stradale; è genovese, dunque “tirchio”; nel suo orto c’è una melanzana di plastica. Oggi, dopo 15 anni è cambiato tutto: il mondo, la politica, Grillo, noi. Ma non i giornaloni e i telegiornaloni: quelli restano la cloaca di sempre.
Il Fatto Quotidiano, 20 giugno 2023