Giorgia Meloni è indegna di governare l’Italia

Meloni deve rispondere in Parlamento sullo spionaggio. Tra scandali, pressioni esterne e sudditanza economica, il suo ruolo è insostenibile. Dimissioni subito.

di Salvatore Granata

Presidente Meloni. Oh presidente.
Glielo ripeterò all’infinito: ma lei ha capito il suo ruolo?
Lei ha compreso di aver giurato sulla Costituzione prima di assumersi determinati impegni e responsabilità nei confronti dei cittadini italiani?

Anziché cercare di nascondersi dietro il Copasir, il popolo italiano che paga le tasse pretende che vada a riferire in Parlamento sulla faccenda dello spionaggio ai danni, tra gli altri, del Direttore di Fanpage, Francesco Cancellato.

Già si è nascosta per il caso Almasri mandando Nordio e Piantedosi a contrattaccare l’Aja, Gratteri e la magistratura italiana in generale, anziché chiedere scusa e raccontare i fatti reali.

Ma che è? 1,2,3 stella? Il giornalista di cui sopra è stato spiato dal software di sorveglianza Graphite, prodotto dalla società Paragon Solutions di proprietà sionista. Che poi, dopo averle fornito quest’ “arma” tecnologica, onde evitare critiche internazionali ha rescisso il contratto con l’Italia.

La vicenda è inquietante, e soprattutto, e credo siamo in tanti ad esigere risposte, vede intercettate tutte persone che sono invise al governo.
Pure attivisti. Non siamo su un livello di intelligence governativa ma di parasistema statale deviato.

E non si giustifichi dicendo che il caso dello spionaggio è prevenzione sulla sicurezza perché non mi pare che Cancellato sia Al-Kikli, l’alter ego stupratore del generale libico che lei ha rimpatriato con oneri e onori.

Lei non può guidare uno dei Paesi più potenti e prestigiosi del mondo (8ava potenza industriale del mondo e 3 potenza europee) ed essere ricattata da mezzo nord-Africa, da Israele, dall’Ucraina e dagli Usa.
Ed essere succube di Francia e Germania e lo zerbino d’Europa.

Lei non può amministrare un Paese insieme a colleghi indagati, condannati, rinviati a giudizio e al contempo definendosi pro giustizia.

Lei non può governare un Paese con mezza stampa a suo servizio. E decidere pure le sorti della Rai. Devia tutto.

Lei non può essere prona a banche, assicurazioni, evasori, impresari d’armi e fondi speculativi arabi (vedasi il progetto di Bin Salman) e americani (vedasi gli acquisti di partecipate statali italiani fatte da BlackRock).

Lei è arrivata a un punto in cui non ha più giustificazioni. Neanche l’elezione democratica vale nel suo caso.
Altro che nominare Paolo Borsellino.
Ma cosa ha imparato da tale eroe siciliano?
Nulla, solo a usare il suo nome per fare becera propaganda tra i suoi adepti più ignoranti.

Ma quale underdog? Ma quale non ricattabile? Ma dove?

Senta, poiché le sono state affidate funzioni pubbliche (la massima carica politica nello specifico), lei non ha avuto curanza nell’adempierle con disciplina ed onore.
Lei ha calpestato l’art.54 della Costituzione.
E non solo quello.

Mi e ci faccia un favore. Dopo aver riferito sul caso in premessa, dia le dimissioni.

Non è cosa sua.

E per il lavoro le faremo sapere (anche a Salvini ovviamente).

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