di Pino Cabras
Non mi aspettavo la quantità impressionante di interazioni che poi avrebbe avuto il mio post dai toni satirici e ispidi – sebbene leggero – in attesa dell’intervista di Fabio Fazio a Bill Gates. Mentre ora scrivo, il post ha già avuto la notevole cifra di 800mila visualizzazioni. Considerato che la trasmissione di Fazio viaggia sui 2 milioni di spettatori (10% di share), se traduco rozzamente quel dato sulla misura del mio post è come se avessi raggiunto l’equivalente del 4% dello share televisivo. Abbastanza da chiedersi perché. Normalmente i miei post su Facebook viaggiano su cifre spesso condizionate dalle parole che uso. Gli algoritmi sono tarati per nascondere certi temi informativi, certi nomi di personalità politiche magari propense a scatenare l’inferno sulla Striscia, e se quella Striscia la chiamo con il suo nome il post può scendere a poche centinaia di visualizzazioni, mentre invece su Telegram viaggia tranquillo. Stavolta invece il post arrivava addirittura su una marea di pagine di placidi pensionati che pendono dalle labbra di Fazio e sulle bacheche di informatici quarantenni che pavlovianamente definiscono boomerismo ogni critica a Gates. Gli algoritmi volevano la rissa, traffico per la piattaforma.
Anche le interazioni sono state dunque tantissime, al punto che si è accesa una mischia furibonda dei commentatori, con insulti, litigi, stracciamenti di vesti, infiniti piccoli esperimenti di programmazione neurolinguistica per dilettanti: ormai legioni di utenti nel commentare sui social hanno interiorizzato strategie di persuasione e manipolazione comunicativa semplici, adattate al contesto iper-polarizzato delle piattaforme digitali di massa. Il modello Santanché, anche da parte di persone che credono di essere diverse da lei, impera. Raro ormai leggere “secondo me” o “credo che”, mentre fioccano frasi super-perentorie tipo “questo è chiaramente sbagliato per X, Y e Z motivi”, associate a espedienti vari volti a ridicolizzare l’avversario (con domande retoriche “Davvero pensi che sia così semplice? Hai mai studiato X?” oppure “Ah, quindi hai scoperto quello che gli esperti non sanno? Interessante!”; o l’immancabile “Hai mai aperto un libro di medicina?”). Il paradiso dei conformisti.
Il potere ha elargito alle masse molto tempo libero e trent’anni di bipolarismo in tv, ottenendo una popolazione pronta a voler cancellare con veemenza qualsiasi idea che non confermi il proprio schema. Aggiungiamo ai litiganti di questo tipo quelli più violenti, nonché centinaia di “bot” con 10 amici ciascuno, nomi di fantasia e foto improbabili, che commentavano con parole chiave come “disagio” e “analfabetismo funzionale”. Per loro c’era lo sciacquone. Il concetto di “Analfabetismo Funzionale” in effetti è diventato una moda, e viene esteso incautamente oltre il suo vero significato. Una parte del flaccido ceto semi-colto italiota ne abusa continuamente per perculare chi semplicemente la pensa diversamente dal catalogo delle “idee ricevute”.
Non si contano poi quelli che “attacchi Fazio allora difendi Meloni e ti piace Vespa” (proprio non immaginano un mondo fuori da quel recinto bipolare). O quelli che “attacchi Gates, ma hai scritto il post usando un suo sistema operativo” (come se un operaio Fiat che guida una Cinquecento non possa criticare Stellantis con ottime ragioni).
Insomma, i social funzionicchiano.
Alla fine, nessuno si illudeva che Fazio facesse un’intervista diversa da quella che ha fatto. Quando ho proposto il concorso di idee per elaborare sia le tipiche domande “sdraiate” e lecchine di Fazio sia domande che andassero a scavare sulla problematicità controversa della figura di Gates, sapevo benissimo che da parte di Fazio sarebbero state certamente tutte del primo tipo. E più delle domande scelte, contava la postura adorante e super-provinciale che Fazio adotta sempre verso la star straniera di turno. Se con Macron era stato il fondo di uno scendiletto, se con Blair era stato untuoso e fantozziano, con Gates ha sfoggiato gli occhi lucidi e un sorrisetto adorante durato mezzora.
Moltissimi hanno proposto le vere domande che mi sarebbe piaciuto rivolgergli: in materia della sua collaborazione con Epstein; dell’incongruenza dello stile di vita energivoro suo e della sua corte con i proclami sul clima che chiedono agli altri di cambiare vita; dell’influenza privata (privatistica) sull’OMS in favore di Big Pharma; del carattere colonialista e tecnocratico della sua presunta filantropia; dell’imposizione di modelli occidentali (es. agricoltura industriale con Monsanto) in Africa, che rendono più deboli le pratiche locali e creano dipendenze da multinazionali; della collaborazione con corporation (Microsoft, Pfizer) per privatizzare sanità/educazione, aggravando disuguaglianze (es. charter school); della promozione di soluzioni high-tech (OGM, geoingegneria) a totale discapito dei saperi locali, con un approccio negligente sui danni socio-ambientali. Molti, infine, avrebbero tanto voluto chiedergli dell’approccio alla questione Covid, visto che Gates ha agito come promotore di scelte autoritarie, incurante di proposte pratiche che in molti paesi non hanno portato alle assurde e dannosissime restrizioni di alcuni paesi come l’Italia. Davvero moltissime domande interessanti, vi ringrazio.
Ogni promessa è debito. Avevo promesso di spedire copia del mio libro (in uscita proprio oggi), «Contro il “Sionismo Reale”» (Visione Editore), sia a un autore di una domanda critica che avrei potuto rivolgere io, sia a un autore che si fosse sbizzarrito a formulare con sagacia una domanda “faziana” (o faziosa che sia).
Parto da quest’ultima:
«William, lei è un dono del cielo, un filantropo illuminato che veglia su di noi con amore e lungimiranza. Se il mondo è ancora in piedi lo dobbiamo alla sua mente brillante e alla sua infinita generosità. Mi permetta di chiederle, con emozione: come fa a sopportare le critiche di chi non capisce la sua missione divina?» (grazie, Rocco Rocco ci sei andato vicinissimo!)
E questa è la domanda che scelgo fra quelle che sento congeniali, da rivolgere al dominus dell’OMS che tanto dice di spendersi nella lotta a malattie pericolose per l’umanità: «vista la sua grande esperienza in questo ambito potrebbe lanciare un messaggio chiaro al governo israeliano per denunciare il rischio di pandemie nella Striscia in seguito al non recupero della maggior parte delle vittime dei bombardamenti e la possibile morte dei sopravvissuti che ora vivono sopra quelle macerie e che rischiano infezioni, freddo e morte?» (grazie Matteo D’Errico, purtroppo proprio questa domanda non l’ha proprio fatta).
* * *
Ecco il testo del post a cui si riferisce, pubblicato il 6 febbraio 2025:
UN GIOCO
di Pino Cabras
Vi propongo un gioco.
Domenica sera, lo saprete già, ci sarà in tv un’intervistona super: Fabio Fazio (slurp!) farà un sacco di domande ficcanti e rutilanti a Bill Gates ( ).
Io temo che Fazio non abbia abbastanza domande pronte e lo vorrei soccorrere con il vostro indispensabile aiuto.
Le domande possono essere di tipo C (Cabras) o di tipo F (Fazio).
Esempio di domanda di tipo C:
«Mr. Gates, negli anni lei ha speso molte risorse per costruirsi un’immagine di filantropo illuminato, ma sono davvero in tanti a sostenere che la sua fondazione eserciti un potere antidemocratico, influenzando politiche globali pericolose senza alcuna trasparenza. Non è paradossale che un uomo che ha monopolizzato il software con mille trucchi da posizione dominante ora monopolizzi la filantropia, decidendo cosa sia “giusto” per miliardi di persone? Lei non teme di essere il volto finto-benevolo di un neocolonialismo tecnocratico?»
Domanda di tipo F:
«Caro Bill, il mondo la ricorderà non solo per aver rivoluzionato l’informatica, ma per aver ridisegnato il concetto stesso di filantropia. Con la sua visione, tante malattie gravi sono state debellate – come ci conferma il grande scienziato Burioni (slurp!) – e intere generazioni hanno accesso all’istruzione. Qual è il prossimo sogno impossibile che sogna di realizzare, e come possiamo aiutarla a renderlo realtà? (Slurp slurp!)»
Ecco, chiedo a ciascuno di voi di formulare una domanda C e una domanda F.
A mio insindacabile giudizio ne premierò una di ciascun tipo regalando al vincitore una copia del mio libro in uscita fra qualche giorno.