Gli Stati Uniti hanno lanciato missili sul territorio russo, segnando un punto di svolta nel conflitto attuale. Questo atto, il primo intervento diretto dell’Occidente contro la Russia di Putin, viene interpretato come una provocazione mirata a intensificare l’escalation bellica. La guerra non è iniziata nel 2022 con l’invasione dell’Ucraina, ma ha radici profonde fin dalla caduta dell’Unione Sovietica e l’espansione della NATO. Fusaro critica l’ipocrisia dell’Occidente, dipinto come aggressore imperialista, e mette in dubbio la narrativa dominante che vede la Russia come unico aggressore.
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di Diego Fusaro
È ufficiale: gli USA hanno colpito con i loro missili il territorio russo. Si tratta di una svolta decisiva nel conflitto, dacché per la prima volta l’occidente liberal-atlantista interviene colpendo la Russia di Putin: Russia che non ha tardato a far sapere che è l’occidente a volere l’escalation bellica, come peraltro era già noto da tempo. Tutte le maschere sono cadute: questa non è la guerra che la Russia ha dichiarato all’Ucraina, essendo invece il conflitto che la civiltà dell’hamburger ha mosso alla Russia di Putin, rea di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista, come pure pareva stesse per fare con i guitti Gorbaciov e Eltsin.
La guerra, divampata solo nel 2022, era in realtà principiata sottotraccia fin dalla caduta dell’Unione Sovietica, cioè da quando la Nato – braccio armato dell’imperialismo made in USA – aveva iniziato ad allargarsi verso oriente, cioè negli spazi un tempo propri dell’Unione Sovietica: fino ad arrivare, con l’Ucraina del guitto Zelensky (attore Nato), ad accerchiare completamente la Russia sul fronte che dà verso l’occidente. Dunque la guerra ha origini antiche, naturalmente taciute dall’ordine discorsivo dominante, che prova goffamente a sostenere che la colpa è tutta di Putin che ha osato nel 2022 invadere l’Ucraina.
Fa sorridere la precisazione, che troviamo su molti quotidiani, secondo cui la NATO ha dato il via libera all’operazione con cui i missili statunitensi hanno colpito il territorio russo: come avrebbe potuto essere altrimenti, considerato che la NATO non è se non il braccio armato dell’imperialismo di Washington? Crolla oltretutto la narrazione che fino a qui hanno ripetuto senza tregua gli zelanti araldi del pensiero unico geopoliticamente corretto: i quali avevano ripetuto ad nauseam che l’aggredito, cioè l’Ucraina, ha ragione e che viceversa l’aggressore, cioè la Russia, ha torto. Non vale più questo teorema, adesso che Washington è l’aggressore e Mosca l’aggredito? D’altro canto, non valeva nemmeno in precedenza, se si considera che per i padroni del discorso non avevano ragione gli aggrediti come la Serbia o l’Iraq, l’Afghanistan o la Libia, ma sempre e solo l’aggressore, cioè Washington. Come se non bastasse, sulle colonne del Corriere della Sera si spiega goffamente che la Russia di Putin è animata dall’ideologia imperialistica: sì, avete capito bene, la Russia di Putin, mica la civiltà del dollaro con i suoi bombardamenti umanitari e con i suoi missili democratici! La domanda che dobbiamo realmente porre è se questa aggressione missilistica del territorio russo da parte di Washington rappresenti realmente il primo gesto effettivo della nuova guerra mondiale. Per molti versi sembra proprio che sia così.