Dopo la riconferma di Maduro come Presidente del Venezuela, Stati Uniti e alleati, come previsto, denunciano presunti brogli. Anthony Blinken e Javier Milei contestano i risultati, mentre il sistema elettorale venezuelano, considerato tra i più sicuri al mondo, è stato verificato da oltre 1000 osservatori internazionali. Le accuse sembrano infondate, poiché il processo è stato trasparente e affidabile, con riconoscimenti anche dall’ex Presidente USA Jimmy Carter. La vera questione non è l’integrità delle elezioni, ma il rifiuto degli Stati Uniti di accettare risultati non allineati ai loro interessi.
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di Roberto Vallepiano
Dopo il trionfo elettorale di Maduro, riconfermato Presidente con ampio margine dalla stragrande maggioranza del popolo venezuelano, secondo il solito copione di intossicazione mediatica, gli Stati Uniti e i loro alleati parlano di brogli, mettendo in dubbio l’autenticità dei risultati. Il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha inaugurato la campagna di disconoscimento del voto. Anche l’irruente Javier Milei, con il suo proverbiale stile provocatorio, ha dichiarato che l’Argentina non riconoscerà i risultati in Venezuela, suggerendo addirittura l’intervento delle forze armate.
A Milei si è immediatamente affiancato Gabriel Boric, il Presidente cileno, noto per le sue posizioni di sinistra liberal. Dopo aver interferito ripetutamente durante la campagna elettorale, Boric ha attaccato Maduro, ventilando l’ipotesi di brogli. Ma la verità è che il sistema elettorale venezuelano è uno dei più sicuri, veloci e affidabili del globo. È completamente digitalizzato e, per questa tornata elettorale, sono state installate 500.000 postazioni in oltre 30.000 seggi elettorali, con il supporto di 300.000 tecnici.
L’identità degli elettori è verificata tramite un sistema biometrico che combina una doppia verifica dell’impronta digitale elettronica e dei documenti. In cabina, si vota su uno schermo digitale e i risultati sono praticamente immediati, con la possibilità di verifica anche dopo il riconteggio dei voti cartacei. L’ex Presidente USA, Jimmy Carter, ha certificato il sistema come uno dei più avanzati al mondo. Questo sistema è riconosciuto da tutte le istituzioni nazionali e internazionali, comprese le forze di opposizione.
Oltre 1000 osservatori internazionali da tutto il mondo hanno attestato la trasparenza del processo elettorale. Di fronte a questa evidenza, le accuse infondate dei mass media internazionali, degli Stati Uniti e di Boric dimostrano tutta la loro debolezza. Emerge chiaramente l’impostura e la doppiezza che caratterizzano il menzognificio occidentale. Il vero problema non è il sistema elettorale, ma il fatto che deve vincere chi dicono loro.
In Venezuela, come in Nicaragua, si svolgono elezioni pluripartitiche seguendo il modello occidentale. Tuttavia, per gli Stati Uniti, la “democrazia” è valida solo se i risultati soddisfano i loro interessi. Se il responso elettorale non corrisponde ai loro appetiti predatori, si rifiutano di accettare i risultati delle urne e denunciano brogli immaginari. Il prossimo passo potrebbe essere l’autoproclamazione di un nuovo “Presidente” più funzionale ai loro interessi, come abbiamo già visto negli anni scorsi con la tragicomica messa in scena del clown Guaidò.