Dimissioni di Sangiuliano: un triste riflesso della deriva culturale italiana

Le dimissioni di Sangiuliano chiudono una vicenda vergognosa che riflette il degrado culturale italiano e il potere costruito su connessioni, non meriti.

di Giuseppe Salamone

Sangiuliano si è dimesso. Il minimo che potesse fare. Ora però vorrei dire un paio di cose, anche se questa vicenda non mi ha “affascinato” sin dal primo secondo.

Fatta la premessa che stiamo parlando di uno dei Ministri più imbarazzanti della storia della Repubblica perché per farsi perculare in questo modo bisogna essere dei provoloni, con queste dimissioni viene rotto il giocattolino anche a qualcuna che ha usato questa vicenda come una ripicca con lo scopo di finire alla ribalta mediaticamente. Io non credo che la relazione con Sangiuliano sia frutto del suo fascino o del suo intelletto, bensì dal posto che ricopriva.

Una domanda mi sono posto sin dall’inizio: se Sangiuliano fosse stato un operaio avrebbe avuto le stesse probabilità di riuscire a portare a casa un corteggiamento simile? E se Sangiuliano fosse stato un operaio la signorina in questione avrebbe mai accettato di avere una relazione con lui? Non credo.

Con queste dimissioni si chiude una delle pagine più vergognose dell’Italia: un Ministro che non sarebbe in grado nemmeno di gestire un condominio e un’arrampicatrice sociale che dimostra, per l’ennesima volta, cosa serva in Italia per fare carriera. La cosa più vergognosa, dal punto di vista umano, è che indirettamente non si fa scrupoli nel prendere a badilate quella parte di persone che sputa sangue per arrivare a un obiettivo senza essere disposto a cedere un centimetro della propria integrità morale, bensì contando solo ed esclusivamente sulle proprie capacità intellettuali.

E ripeto: Sangiuliano è indifendibile, imbarazzante, vergognoso e chi più ne ha che più ne metta; come a mio avviso è indifendibile anche chi dopo non essere riuscita ad arrivare all’uva nonostante le avesse provate tutte dice che è acerba. Peccato che anche chi combatte per la giustizia sociale si sia fatto tirare in una vicenda che non vede Santi ma solamente una trama di un film americano che continua a far sprofondare l’Italia in un disastro culturale sempre più grave…

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