Come funziona la manipolazione mediatica

Esempio di oggi. Notizia in evidenza su quasi tutte le testate allineate con le politiche pro-belliche: "il partito di Putin regala dei tritacarne alle madri di soldati uccisi in Ucraina".

Baso la maggior parte dei miei ragionamenti studiando la comunicazione su determinati argomenti, che è almeno un po’ quello che conosco meglio. Prima studio quella parte cercando di capire il perché di certi messaggi e poi vado a ritroso leggendo gli accadimenti con quegli “occhiali”. Ah, premetto, che tanto di motivi per interpretare a propria volontà se ne trovano sempre: il mio intento non è dire “l’occidente è cattivo, la Russia è buona”. Per me non esistono i buoni e i cattivi nella vita quotidiana, figuriamoci in geopolitica.

Esempio di oggi. Notizia in evidenza su quasi tutte le testate allineate con le politiche pro-belliche: “il partito di Putin regala dei tritacarne alle madri di soldati uccisi in Ucraina”. Cazzo, pesantissima, no? Una provocazione esecrabile. E questi sono i titoli. I sottotitoli dicono tutti qualcosa che ruota intorno a: “rappresentanti del partito di Putin sorridenti mentre danno fiori e tritacarne alle madri dei soldati uccisi in Ucraina”. Dunque l’immagine che viene proiettata è quella di un branco di canaglie che per la strada, in modo provocatorio, regalano i tritacarne per ricordare che hanno maciullato i loro figli.

Poi aprendo gli articoli la cosa si comprende meglio: in occasione dell’8 marzo a Polyarnye Zori nell’oblast di Murmansk, il movimento delle donne di Russia Unita, partito di governo, hanno intrapreso l’azione “Fiori per le mamme degli eroi” dove hanno voluto omaggiare per l’appunto le madri dei soldati caduti nella guerra in Ucraina.

L’azione prevedeva di consegnare a queste donne fiori ed elettrodomestici di vario genere. I tritacarne non erano previsti ma almeno una donna l’ha richiesto nello specifico perché ne aveva necessità. E quindi questa cosa come c’è finita sui quotidiani di mezzo mondo?

C’è finita perché alcuni utenti sui social hanno iniziato a sostenere che siccome si usa “tritacarne” per definire alcune sconfitte in battaglia allora l’azione era provocatoria e aveva il chiaro intento di sbeffeggiare quelle donne. Sono andato a vedermi tutto: le foto, i video, le dichiarazioni dei promotori dell’iniziativa e quelli delle donne “premiate” e nulla, ma proprio nulla può richiamare a una provocazione.

Un fattarello di per se già abbastanza inutile che accade in una cittadina da meno di ventimila anime viene preso, distorto e utilizzato come una clava per plasmare l’idea dell’opinione pubblica e far digerire meglio delle decisioni che ci sfonderanno. Perché per quanto possano dire che “i fondi per il riarmo non incideranno su quelli per la sanità e per l’istruzione” ci sentiamo abbastanza presi per il culo visto che questi ultimi sono stati tagliati selvaggiamente in tutti questi 20 anni perché c’era l’austerità e il pareggio di bilancio. Ma come, non c’è possibilità di modificare il dogma del pareggio di bilancio per la manutenzione delle infrastrutture ma si può derogare per gli armamenti? E come lo fai accettare questo, come fai a non far sembrare forzati e pazzi gli “agenti” della propaganda quando in tv e sui giornali ti dicono che il bravo cittadino è favorevole al riarmo e alla guerra? Così: i russi, nostri nemici, sono così cattivi e sanguinari da irridere le mamme dei soldati ucraini morti dandogli dei tritacarne col chiaro intento di ricordare loro come sono morti i figli.

Questo rientra nella narrazione sui motivi della guerra che sono emozionali e non pratici. Sarebbe complicato spiegare, dopo decenni di Imagine suonata nelle piazze dopo attentati fatti nelle città europee per comunicare che la vendetta non era la cosa giusta e che la pace era l’unica soluzione, che in realtà la guerra fa e farà sempre parte della storia del mondo dal momento in cui s’è formata la prima comunità di ominidi. E fossimo leggermente più pragmatici sapremmo benissimo che è così e non ci sarebbe bisogno di tutto questo casino: le ragioni di questa guerra che verrà sono esclusivamente pratiche, economiche, di supremazia, di risorse, di controllo.

Questa è propaganda da manuale, tanto banale quanto ancora incredibilmente funzionante. E vi invito a prestare attenzione alle parole usate negli articoli. Prendendo ad esempio quello di ADNKronos:

in un video diffuso c’è una madre che “ringraziava GOFFAMENTE per i regali” (a sottolineare che fosse stata costretta a fare il video);

i “funzionari del partito sono stati riprese mentre, SORRIDENTI, consegnano fiori e tritacarne” (a sottolineare che si stavano facendo beffe delle donne);

la foto in evidenza? Due soldati fra le macerie;

la chiusura dell’articolo? Due capoversi totalmente decontestualizzati con il conto dei morti in questa guerra.

Ma dov’è il capolavoro? Nei titoli.

“Tritacarne alle madri dei soldati uccisi in Ucraina, il regalo choc in Russia”. Il primo richiamo che viene in mente? Che il regalo è stato fatto alle mamme delle vittime ucraine. La realtà? I regali sono andati alla mamme di soldati RUSSI. Colpo di scena!

Mi chiedo: quale cazzo di senso avrebbe provocare e sbeffeggiare le mamme dei propri soldati caduti? E allora qual è il senso della polemica e dei relativi articoli pubblicati a testate unificate? Nessuno se non creare una confusione tale da far restare in testa la perfidia gratuita alla quale non possiamo assolutamente sottostare. Perché il primo pensiero che si fissa, da questi titoli e poi dai sottotitoli, è che la provocazione è verso i morti ucraini.

Per dire: questi sono i titoli, le testate e gli orari di pubblicazione della notizia. Coordinatissimi, titoli tutti sullo stesso tono, articoli pubblicati praticamente tutti insieme in cross posting. In nessun titolo c’è la specifica “soldati RUSSI”.

Valerio Savaiano

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