“È un mondo spietato, figliolo! Bisogna tener duro fino a quando passerà questa mania della pace!”. La frase di Full Metal Jacket è la perfetta epigrafe del nostro Mondo di Sottosopra, che sdogana la guerra. E, di conseguenza, la censura. In Germania chi parla di Gaza deve copiare le veline di Netanyahu e il governo taglia i fondi a due Ong israeliane: una si batte per i palestinesi, l’altra per gli obiettori di coscienza israeliani. Macron e altri campioni di liberaldemocrazia vogliono combattere le destre antieuropee e filorusse copiando la Russia: cioè impedendo a Musk di intervistare su X la leader di Afd. Il portavoce della Commissione Ue ricorda loro che “Musk è libero di esprimere il proprio punto di vista sulla politica europea, è nel suo diritto, rientra nella libertà di parola alla base del Digital Service Act”. Apriti cielo! I censori democratici protestano: va bene la libertà di parola, ma solo se la usano loro. Zuckerberg bandì persino Trump dai social di Meta e quello dovette crearsene uno tutto suo, finché Musk comprò Twitter (ora X) e ridiede libertà a tutti. Tutte le notizie su Gaza bloccate da Meta sono passate da X. Ora Zuckerberg, per baciare la pantofola a Trump, elimina da Facebook e Instagram il cosiddetto “fact checking”: l’odioso algoritmo che censura le notizie sgradite a Biden, parenti e compari. E c’è pure chi protesta in nome della liberaldemocrazia. Nel Mondo di Sottosopra, non deve vergognarsi chi censura, ma chi non lo fa. Infatti il censore Zuckerberg è sempre stato fra i “buoni”, almeno finché (come Musk) sosteneva i Dem. Ora che s’inchina a Trump diventa cattivo, ma solo un po’, anche perché ha appena infilato nel Cda di Meta John Elkann, genio dell’automotive e padrone di Stampubblica amato dal Pd. Quindi per lui le sacrosante campagne contro i tecno-monopolisti e oligopolisti non valgono: per Musk invece sì.
Nell’orticello italiota destre & Pd vietano la proiezione ad Arezzo del documentario di Russia Today “Maidan, la strada verso la guerra”, che espone il punto di vista russo sulle origini della guerra ucraina. L’articolo 21 della Costituzione vale solo per il punto di vista ucraino. E il noto liberaldemocratico Aldo Grasso sul liberaldemocratico Corriere chiede di “chiudere la sede Rai di Mosca” perché la corrispondente Liana Mistretta ha osato “dar conto del discorso di fine anno di Putin” con queste gravissime parole: “Putin afferma fiducioso che ‘tutto andrà bene, tutto andrà avanti’”, anziché inventarsi che Putin ha detto “va tutto male” per far contento Grasso. Il quale commenta sconsolato: “Il Tg2 sembra tornato ai tempi di Marc Innaro”, che “sosteneva la tesi putiniana dell’allargamento a Est della Nato”. Cioè si permetteva financo di dire la verità.
Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2025