Caso Abedini-Sala. Chi ci accusa di difendere l’Iran non sa leggere

Repubblica e La Stampa distorcono le critiche al governo Meloni e al caso Abedini, ignorando le prove e promuovendo menzogne per difendere la Casa Bianca.

di Alessandro Orsini

Repubblica e La Stampa dichiarano di battersi contro l’odio social che promuovono contro i critici della parte che difendono. Su X, ho definito parimenti “criminale” la condotta dell’Iran contro la nostra connazionale e quella di Meloni contro l’iraniano, innocente per le leggi italiane, ma detenuto per ordine della Casa Bianca. Ho difeso la giornalista italiana specificando che è “ingiustamente incarcerata” e ho iniziato a battermi per la sua scarcerazione immediata. Tuttavia, Repubblica nell’articolo “Incantatrice di serpenti” (3.01), mi attribuisce falsamente di averla attaccata e di approvare la sua detenzione. Incredibile a dirsi, la giornalista di Repubblica si smentisce da sé citando il brano in cui condanno l’Iran: “La verità è che l’Iran sta facendo a un’italiana innocente ciò che l’Italia sta facendo a un iraniano innocente. Con la differenza che l’Iran compie questo crimine per difendere i propri interessi nazionali mentre il governo Meloni sta compiendo questo crimine per eseguire gli ordini di un governo straniero, la Casa Bianca”. La giornalista di Repubblica, che evidentemente non sa leggere ciò che cita, conclude così: “(Il professor Orsini) arriva dunque a giustificare lo Stato iraniano”. Il giorno dopo, La Stampa, nell’articolo “Figli Musk”, scrive falsamente che il professor Orsini “ha attaccato violentemente” la giornalista italiana.

Dopo tre settimane, Abedini resta in carcere senza accuse. Gli Stati Uniti non hanno inviato ai magistrati italiani la documentazione con le prove a suo carico. Quando è stato arrestato mentre faceva scalo a Malpensa per andare a Istanbul, il governo Meloni ha sbattuto Abedini nel carcere peggiore di tutti per lui, Rossano Calabro, pieno di terroristi sunniti nemici di Abedini, che, invece, è sciita. L’Iran ha subito attentati sanguinosi per mano dei terroristi sunniti. Abedini ha potuto parlare con il console, la moglie e gli avvocati soltanto quando Meloni ha saputo che l’Iran aveva iniziato a trattare una nostra connazionale con gli stessi metodi da lei usati contro Abedini. Siccome l’Italia trattava Abedini come un animale, l’Iran ha detto al governo Meloni: “O rispettate i diritti di Abedini o si mette male”. Messaggio per Repubblica: questo è criticare il governo, mica la giornalista italiana.

Il dovere etico-professionale di studiosi e giornalisti è essere fedeli alla verità sostanziale dei fatti che è evidente: l’Italia sta operando come uno Stato autoritario contro Abedini su ordine della Casa Bianca. Un’altra prova del degrado dell’informazione è l’aggettivo “terrorista” o “presunto terrorista” riferito all’iraniano. Abedini non è un terrorista, né dal punto di vista delle scienze sociali, né dal punto di vista delle leggi italiane. La Casa Bianca accusa Abedini di avere collaborato con il corpo delle guardie della rivoluzione islamica, un’organizzazione terroristica per gli Stati Uniti, non per l’Italia. Gli Stati Uniti impongono le loro leggi in Italia a danno della sicurezza degli italiani. Altro che sovranismo. La magistratura italiana ha disposto che Abedini stia in carcere senza sapere perché si trovi in carcere giacché non ha mai ricevuto dagli Stati Uniti la documentazione con le accuse.

Due lezioni: 1) Repubblica lancia campagne d’odio social contro i critici della Casa Bianca basate su menzogne e falsità; 2) la grande stampa non svolge la funzione di controllo del potere che la società libera le impone. La critica del potere non dev’essere mai sospesa in una società libera. Nemmeno in questo caso.

Il Fatto Quotidiano, 7 gennaio 2025

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