Calenda lancia lo “scudo democratico”, il diritto di annullare le elezioni scomode

Calenda propone lo "scudo democratico", tradotto: annullare elezioni sgradite all’UE e a Washington. Orwelliani nel nome, autoritari nei fatti.

E adesso Carlo Calenda presenta la proposta di legge per lo “scudo democratico”. Una proposta surreale, che peraltro si presenta come sempre con un lessico squisitamente orwelliano. In buona sostanza, la proposta mira a limitare le possibili ingerenze straniere nella vita politica italiana e, segnatamente, nei momenti elettorali. Non occorre aver conseguito un dottorato in scienze politiche ad Harvard per capire che si tratta del primo passo per introdurre in Italia la possibilità di fare quel che si è recentemente fatto in occasione delle elezioni in Romania: elezioni in Romania in cui, lo ricordiamo, l’esito elettorale è stato annullato, poiché a vincere è stato un candidato sgradito a Washington, a Bruxelles e in generale agli araldi dell’ordine liberal-progressista di marca atlantista. In Romania, Georgescu si è visto, nell’ordine, annullare l’esito delle elezioni da lui vinte, fermare dalla polizia e, dulcis in fundo, estromettere dalla possibilità di competere nell’agone elettorale per le nuove elezioni.

Ebbene, con la surreale proposta di legge avanzata da Carlo Calenda qualcosa di analogo potrebbe assai presto accadere anche nella nostra Italia: ovviamente, il lessico orwelliano a cui facevamo poc’anzi riferimento comporta l’usuale rovesciamento tra parole e cose e finisce per far apparire buono ed encomiabile un progetto apertamente liberticida e repressivo, che finirebbe per annullare tutte le elezioni il cui esito fosse sgradito ai pretoriani dell’ordine costituito di marca liberal-atlantista. E questa pratica palesemente liberticida viene demenzialmente definita “scudo democratico”: la si dovrebbe meglio appellare “scudo contro la democrazia”; uno scudo in cui si cristallizza perfettamente l’essenza antidemocratica di quella Unione Europea che sempre più simile appare a un treno in corsa verso l’abisso e che sempre denuncia gli autoritarismi altrui senza avvedersi di essere essa stessa ormai un autoritarismo della peggior specie.

Diego Fusaro

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