L’operazione ucraina nel Kursk, spacciata come un passo verso la pace, si è rivelata l’ennesima mossa da manuale per far saltare i negoziati tra Kiev e Mosca. Zelensky, svegliatosi con l’illuminazione strategica, ha deciso di invadere un pezzo di Russia, facendo così un favore a Putin, che ora può alzare ulteriormente la posta in gioco. Ma la vera notizia è che tutto questo teatrino serve solo a far contenta la lobby delle armi, mentre la Politica e la Diplomazia continuano a latitare a Washington e Bruxelles, lasciando campo libero ai burattinai della guerra.
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Ma non si era detto che la controinvasione ucraina del Kursk russo favorisce la pace? Agli atlantonti non ne va bene una. Avevano appena finito di ricopiare le veline della Nato su Zelensky che, folgorato sulla via del negoziato, si sveglia una mattina d’agosto e invade mille kmq di Russia per scambiarli alla pari con i 130 mila kmq di Ucraina occupati da Mosca (Crimea, Donetsk, Luhansk, Zhaporizhzhia e Kherson). Come pensare di barattare la provincia di Pistoia per quasi mezza Italia senza passare dal manicomio. Poi, purtroppo, il Washington Post ha rivelato ciò che ogni essere senziente aveva capito subito. La mossa di Zelensky (o chi per lui) serve allo scopo opposto: uccidere nella culla i negoziati Kiev-Mosca intermediati dal Qatar per un cessate il fuoco parziale in vista di quello totale. Ora, prima di trattare, Putin dovrà cacciare da casa sua i soldati ucraini, le armi e i mercenari Nato e, anziché abbassare le pretese, le aumenterà vieppiù: prima chiedeva di riconoscergli tutti i territori annessi per cederne poi qualcuno; ora gli serve una fascia di sicurezza nell’oblast di Kharkiv, per mettere al riparo le sue regioni limitrofe dai supermissili che la Nato ha autorizzato Kiev a lanciare da entrambi i lati del confine.
Ma lo scoop del WP svela molto altro. Dal 2022 anonimi “funzionari” della Casa Bianca, del Pentagono, della Cia, dell’MI6, della Nato e del regime ucraino usano la grande stampa (anche New York Times, Wall Street Journal, Foreign Affairs, Politico.eu) per far sapere al mondo che, nei palazzi che contano, c’è chi ha ben presenti i pericoli dell’escalation e lavora a negoziati che evitino la Terza guerra mondiale; ma, ogni volta che sta per riuscirci, c’è sempre qualcuno che fa accadere qualcosa per mandare tutto a monte. I negoziati del marzo 2022, vicinissimi all’intesa fra Kiev e Mosca un mese dopo l’invasione, fatti saltare da Johnson col pretesto della strage di Bucha, spacciata per il nuovo Olocausto del nuovo Hitler, con cui non si deve trattare. I gasdotti Nord Stream sabotati dagli ucraini spacciati per russi per distruggere i rapporti energetici Berlino-Mosca e poi passare dalla guerra commerciale a quella guerreggiata. Il missile ucraino in Polonia gabellato per russo da Zelensky e dai suoi mandanti per spingere la Nato al conflitto diretto. E ora l’operazione Kursk per bruciare il tavolo apparecchiato a Doha. La lunga sede vacante nella Casa Bianca di Rimbambiden e l’inesistenza dell’Ue hanno lasciato campo libero al partito occulto della guerra, che serve la lobby delle armi, non certo gli ignari elettori. E continuerà a farla da padrone, tramite Zelensky e gli altri burattini, finché a Washington e a Bruxelles non torneranno i due desaparecidos: la Politica e la Diplomazia.
Il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2024