di Ilaria Proietti
Lei finora non ha aperto bocca, se non per prendersela (via chat) per quello che ritiene “un volgare attacco politico” orchestrato ai suoi danni con la complicità di giornalisti “camerieri”. Non una parola invece dall’onorevole Micaela Brambilla sulla onlus per il benessere degli animali di cui è presidente usata come suo bancomat per alberghi di lusso e per altre spese. Comprese quelle sostenute per finanziare la campagna elettorale che le ha fruttato la rielezione in Parlamento, come rivelato da Giulia Innocenzi di Report che stasera torna a occuparsi di lei. Mostrando le fatture pagate dalla onlus Leidaa che poco hanno a che fare con gli animali, ma anche sugli affari di Brambilla con il commercio di salmoni e gamberetti alla faccia dei suoi proclami vegani.
Dopo il servizio di Report di domenica scorsa una serie di parlamentari hanno chiesto a Brambilla di dimettersi dalla presidenza dell’intergruppo per il benessere degli animali e, di fronte alla sua resistenza, hanno deciso di sfilarsi loro stessi. In compenso la deputata può contare sulla difesa di Maurizio Lupi, a capo del partito con cui oggi si è apparentata dopo una lunga militanza in Forza Italia, che sulle sue battaglie animaliste ci mette la mano sul fuoco: “Su questi temi l’onorevole Brambilla ha sempre agito con serietà e autorevolezza”. Epperò la trasmissione di Sigfrido Ranucci ha già dato conto – fatture alla mano – che la Leidaa, l’associazione di volontariato finanziata da enti pubblici ma anche grazie al 5xmille e altre donazioni di benefattori privati, in realtà impiega il grosso delle risorse non per la cura di animali in difficoltà, ma per il benessere della stessa Brambilla: è stata proprio la onlus a finanziare il Movimento ambientalista messo su dalla deputata, così come i pullman per portare i sostenitori in piazza o per saldare le fatture delle kermesse politiche in giro per l’Italia. E poi le spese per luci, allestimenti, bandiere, tessere di partito, domini di siti riconducibili alla galassia forzista che nulla hanno a che vedere con l’associazione degli animali: sempre Leidaa ha saldato il fotografo che aveva immortalato l’apertura della campagna elettorale con ospite d’onore il presidente Berlusconi, la presentazione della nuova sede di Forza Italia a Lecco, la conferenza stampa con Galliani e l’aperitivo con l’attuale presidente della Regione Lombardia Fontana. E non solo: anche le auto blu al servizio di Brambilla, le potature degli alberi nella sua dimora di Lecco oltre che eventi e pernotto in un albergo extralusso di Milano, sempre per la deputata.
Nei giorni scorsi, parlando in chat con i dirigenti di Leidaa, non è sembrata farsi un cruccio delle rivelazioni che la riguardano: “Ma di cosa parliamo? Dovremmo muoverci solo in bicicletta?”. Sulle fatture stellari al Principe di Savoia di Milano con cena in camera per la modica cifra di 3.290 euro, risponde: “Dovremmo fare gli eventi alla pensione Mariuccia?”. E ancora, sulla sede dell’associazione animalista, che si trova in pieno centro e il cui affitto si aggira intorno ai 3 mila euro al mese, chiede: dovremmo “prendere la sede nelle periferie bronx di Milano” o “in un centro sociale?”. Sulle fatture pagate dalla Leidaa per il giardino privato rilancia negando che si tratti del suo “prato di casa”, ma piuttosto di potature degli alberi del Cras, il Centro recupero animali selvatici, che cadevano sui recinti. Peccato che il Cras abbia visto la luce nel 2021 mentre le fatture per la potatura piante risalgano al 2019 e una persino al 2017. Brambilla insomma più che tentare di giustificarsi rivendica ogni singola spesa: difende pure le bottiglie acquistate per 140 euro l’una, perché è meglio “regalare ai nostri una bottiglia di vino buono invece del Tavernello”.
Disponibilità quasi infinite per spese di lusso che però fanno a cazzotti con quelle per gli animali, come nel caso della convenzione per assicurare rifugio ai cani terminata nel gennaio 2023, perché – come racconta Report – negli ultimi due anni l’associazione della Brambilla non pagava più le fatture. Le priorità insomma erano altre come ad esempio pagare l’albergo al personale della onlus animalista per promuovere l’azienda che si occupa di prodotti alimentari esclusivamente vegetariani e vegani: la “Io Veg” di proprietà del marito di Brambilla, oggi nelle mani di una fiduciaria. E qui la faccenda si complica in un giro vorticoso di altre fiduciarie che portano dritto al business del commercio all’ingrosso di pesce e in particolare alla Blue Line, azienda finita in anni recenti nei guai.
“La Brambilla è la regina delle scatole cinesi, chi ci lavora dentro lo sa che a gestire l’azienda c’era lei” dice un imprenditore di settore intervistato da Giulia Innocenzi, evidenziando intrecci e annessi sospetti: fra le società che hanno aiutato Blue Line, azienda del salmone affumicato e dei gamberetti, c’è la Lion Project, riferibile alla deputata. La stessa “Io Veg” è tra i creditori dell’azienda andata in crisi anche nel tentativo di salvare un’altra società del gruppo. Ossia Prime group, il gioiellino della famiglia Brambilla per salvare il quale Silvio Berlusconi concesse una fideiussione da due milioni e mezzo di euro: il patto era che la fideiussione non venisse mai incassata, ma poi finì diversamente e questo spiegherebbe anche un’altra storia, quella della rottura con Forza Italia di Brambilla. Comunque rieletta deputata dalla parte degli animali. Sempre che non siano salmoni e gamberetti.
Il Fatto Quotidiano, 9 Febbraio 2025