NUOVO ATLANTE
di Alessandro Orsini
La caduta di Avdiivka è la conferma che l’Ucraina ha perso la guerra rovinosamente e definitivamente. Non soltanto la controffensiva ucraina è stata un fallimento colossale; Zelensky perde pure la battaglia più importante della guerra dopo avere sostituito il comandante dell’esercito Zaluzhny con Syrskyi. Nonostante tutti i missili della Nato: Atacms, Himars, Storm Shadow e Scalp; nonostante tutti i carri armati della Nato: Leopard, Abrams, Challenger; nonostante tutti i sistemi missilistici della Nato: Samp-T e Patriot; nonostante centinaia di miliardi di dollari e bombe a grappolo, l’esercito ucraino è spacciato. Tutto ciò che può fare è resistere nell’attesa che la Russia gli strappi nuovi territori. Il problema per gli esperti di sicurezza internazionale oggi non è più interrogarsi sui territori che Zelensky riconquisterà, ma su quelli che perderà. Assistiamo a un fenomeno storico raro: la morte di una nazione per devastazione. Dopo due anni di guerra, è il tempo di un primo bilancio che riassumo in cinque punti.
Primo, i cosiddetti “putiniani d’Italia” erano gli analisti di sicurezza internazionale più seri e affidabili che, avendo stimato correttamente i rapporti di forza e il contesto internazionale, avevano formulato questa previsione sotto forma di regolarità empirica: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Così è stato.
Secondo, l’Italia non è un Paese liberale giacché il codice politico ha preso il sopravvento sul codice scientifico violando l’equilibrio dei poteri. I rettori italiani si sono inginocchiati al potere politico colpendo i professori che facevano onestamente il proprio mestiere di analisti. Come insegna Niklas Luhmann, ogni sistema sociale processa le informazioni in base a un codice binario. Il codice scientifico è “vero/falso”. I professori universitari non devono parlare in base all’utile per salvare le proprie carriere, i propri centri di ricerca o evitare di essere violentemente diffamati. Sono tenuti a dire soltanto ciò che è vero. Nel nostro caso, era vero che la Russia è sovrastante rispetto all’Ucraina. Ciò andava riferito per proteggere gli interessi nazionali dell’Italia e la vita dei bambini ucraini, ma anche di quelli russi, che Zelensky massacra copiosamente sparando sui civili a Donetsk e Belgorod, come mostra una documentazione inoppugnabile.
Terzo, la Commissione europea è un gruppo di corrotti, nel senso inteso dalla sociologia di Vilfredo Pareto. Secondo la teoria delle élite di Pareto, sono “corrotte” quelle classi dirigenti che abbiano smarrito la propria funzione di guida. Ursula von der Leyen opera contro gli interessi dell’Europa per tutelare gli interessi della Casa Bianca. Biden ha usato la guerra in Ucraina per perseguire cinque fini principali: 1) separare l’Europa dalla Russia; 2) allargare la Nato che ha acquisito nuovi membri nell’Europa dell’Est; 3) esporre l’Europa al rischio di una grande guerra con la Russia rendendola schiava della protezione americana; 4) distruggere il progetto North Stream; 5) costringerla a comprare più armi dagli Stati Uniti.
Quarto, tutte le statistiche ufficiali dicono che l’industria militare della Russia sovrasta l’industria militare della Nato.
Quinto, il ministro Crosetto espone l’Italia al rischio di due guerre, nel Mar Rosso e con la Russia in Ucraina. Tutto questo con una marina militare fondamentalmente disarmata perché priva di missili, come egli stesso ha dichiarato in Parlamento. Il che riconduce a Pareto e induce a riflettere sulla corruzione della classe dirigente italiana.
Il Fatto Quotidiano, 20 febbraio 2024