di Lorenzo Tosa
Ieri sera a Otto e mezzo un monumentale Pierluigi Bersani ha smontato una volta per tutte l’intero repertorio di vittimismo e complottismo di Giorgia Meloni sull’indagine a suo carico e sul caso Almasri.
“Giorgia Meloni ha sventolato un foglio dicendo che è un avviso di garanzia.
Allora, funziona così: se fai una denuncia a un ministro, la procura che la riceve deve (non può, DEVE) senza indagare trasmetterla al Tribunale dei ministri e informare gli interessati.
Se è avvenuto questo, non si può cominciare con una bugia così. Un capo del governo non può cominciare il suo dire con una bugia così.
Quello è un atto automatico e dovuto.
E invece, secondo Meloni e la destra, ci sarebbe il complotto della Corte penale internazionale perché avrebbe aspettato che Almasri arrivasse in Italia.
Poi il complotto di Lo Voi, degnissimo capo della Procura di Roma.
Poi il complotto della magistratura tutta che non è intervenuta, ed è ovvio perché è pacifico che l’unico che possa intervenire in quei casi è il ministro di Grazia e Giustizia.
Infine c’è il complotto di Prodi – poteva mancare? – che sarebbe sodale di uno che è stato segretario provinciale del MSI.
Ma vi rendete conto di cosa mi tocca sentire?”
Semplicemente perfetto.