Non vogliamo disturbare la festa per la “Rivoluzione francese” di Macron che, secondo Repubblica, ha salvato Francia ed Europa e decapitato Le Pen. Peccato che i pericoli siano ancora lì, Le Pen sia intatta e Macron sembri il politico più stupido del bigoncio, dimezzando i suoi seggi e facendo salire Mélenchon e Le Pen a vette mai viste. In Italia, Macron è considerato un genio dalla sinistra perdente che spera di importare i suoi “successi”, ignorando le differenze. Letta, nel 2022, non ha formato un’alleanza antifascista con Conte, permettendo alla Meloni di vincere. Ora Macron pensa a un governo alla Monti per escludere Mélenchon e Fronte Nazionale, sperando che il popolo si rassegni a un governo contro di lui.
* * *
Non vorremmo disturbare i festeggiamenti per la nuova “Rivoluzione francese” dell’astuto Macron che, almeno secondo Repubblica, avrebbe salvato la Francia e l’Europa e decapitato la Le Pen. Ma a noi pare che i pericoli siano ancora tutti incombenti; che la Le Pen mantenga la testa al solito posto, cioè sul collo; che Macron si confermi il politico più stupido del bigoncio, riuscendo a dimezzare i suoi seggi e a issare i due peggiori nemici – Mélenchon e Le Pen – a vette mai viste; e che per trovare qualcuno più ridicolo di lui occorra venire in Italia, l’unico Paese in cui passa ancora per un genio e la sinistra che perde sempre si consola con le vittorie altrui e s’illude di importarle ignorando le differenze. La prima è che qui, a parità di legge elettorale, nessun candidato si ritirerebbe in nome di un principio: lo “spirito repubblicano” o il “senso dello Stato” (ignoto almeno quanto lo Stato). La seconda è che qui la pregiudiziale antifascista non funziona, altrimenti B. non avrebbe vinto nel ’94 coi missini di Fini (che peraltro si rivelò molto meno autoritario di lui). E con Meloni, La Russa&C. il centrosinistra fece bicamerali, riforme bipartisan e il governo Monti. Nel 2022, quando Letta lanciò l’allarme fascismo contro la Meloni, si scordò di opporgli un Cln con l’odiato Conte e rifiutò persino di far votare M5S in una ventina di collegi in bilico al Sud (sennò ora la Meloni non avrebbe la maggioranza al Senato).
Ma, se importare la Francia in Italia è impossibile, qualcuno vorrebbe importare l’Italia in Francia. Fini pensatori macroniani ci invidiano i governi tecnici di Monti e Draghi. Tant’è che, per uscire dallo stallo, Macron medita di rifilare ai francesi un’ammucchiata all’italiana che ribalti le elezioni tenendo fuori i vincitori e dentro gli sconfitti: si emargina Mélenchon, si staccano dal Fronte i socialisti, li si accrocca coi macronisti e i gollisti superstiti e si spera che passi ’a nuttata, cioè che gli elettori si rassegnino a un governo senza il popolo, anzi contro il popolo. Tanto, ricorda Houellebecq, i ceti popolari anti-élite sono solo “sdentati” (lo disse Hollande) e “miserabili” (Hillary Clinton). Lo diceva anche Napolitano: se il popolo vota “male”, è colpa del suffragio universale. Infatti, quando cadde B. nel 2011, non ci mandò alle urne, sennò il popolo bue avrebbe votato 5Stelle: allestì il governissimo Monti. Purtroppo nel 2013 il M5S vinse lo stesso. Allora si fece rieleggere per lasciare al potere quelli che avevano perso: Pd, Centro e FI (governo Letta). Restarono fuori 5Stelle, Lega e i neonati Fratelli d’Italia: i partiti che poi stravinsero le Politiche del 2018, le Europee del ’19 e le Politiche del ’22. Pensavamo che, morto lui, gli apprendisti stregoni fossero finiti. Non avevamo calcolato Macron.
Il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2024