di Alessandro Di Battista
Mark Rutte, ex-premier olandese (ha guidato i Paesi Bassi dal 2010 al 2024), è oggi il Segretario generale della NATO. Un politico importante, dunque. Tuttavia, per capire in che razza di mani siamo finiti e il livello di totale inconsistenza politica, servilismo, sudditanza e cialtroneria dei politici europei, è sufficiente leggere le sue dichiarazioni. Prestate attenzione alle sue capriole, ai suoi tripli tuffi carpiati, al suo meschino riposizionamento, il tutto per ossequiare, ancora una volta, i padroni americani. Cominciamo.
Appena nominato capo della NATO (c’era ancora Biden), Rutte ha immediatamente portato avanti una linea politica da falco anti-russo e pro-Ucraina. Rutte, nonostante la situazione sul campo di battaglia fosse piuttosto chiara, non ha fatto altro che parlare di guerra.
Il 14 novembre 2024 disse due cose: “Solo l’Ucraina può decidere se avviare colloqui con la Russia” e poi “Il percorso di Kiev verso la NATO è irreversibile”. Concetti chiarissimi, inequivocabili direi.
Il 18 dicembre scorso disse: “Se ora iniziamo a parlare fra di noi di che forma prenderà la pace, rendiamo la vita molto facile ai russi, che potranno rilassarsi, fumarsi un sigaro e seguire il nostro dibattito in televisione”.
Chiaro, no? Non bisogna parlare di pace, perché altrimenti si aiuta Mosca.
Il 9 gennaio scorso si spinge addirittura oltre: “Siamo qui oggi per essere sicuri che l’Ucraina abbia ciò che le serve in termini di equipaggiamento e addestramento per prolungare la battaglia e prevalere”. La guerra deve continuare, così Kiev potrà vincere.
Poi è arrivato Trump e Rutte ha fatto un’inversione a U.
Leggete l’ultima dichiarazione di Mark Rutte, l’ha fatta poche ore fa: “Non so cosa abbia in mente esattamente il Presidente Putin, ovviamente, è un negoziatore forte, è molto imprevedibile, ma alla fine, se vogliamo ottenere un accordo di pace, abbiamo bisogno della sua presenza. Comunque, non è mai stato promesso all’Ucraina che, come parte dell’accordo di pace, avrebbe fatto parte della NATO”.
E tutti gli atlantisti, i marines da divano, i guerrafondai al caviale, quelli del “qua è in gioco la libertà”, quelli del “è uno scontro tra democrazia e dittatura”, quelli del “Putin, il nuovo Hitler, va fermato adesso prima che sia troppo tardi”, muti. Dovrebbero vergognarsi in tanti, se solo conoscessero il significato della parola vergogna.