Non bastava già l’imbarazzante biglietto da visita offerto dalle nostre stazioni ferroviarie ridotte a favelas e dalle interminabili code per taxi inesistenti, ora il genio del ministro dei Trasporti Salvini ha deciso di migliorare ulteriormente la nostra immagine nel mondo: dedicare l’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi. Esatto, il primo premier del mondo libero espulso dal Parlamento per frode fiscale, con un curriculum di prescrizioni e finanziamenti a Cosa Nostra. Mentre il Pd protesta per la scelta “inopportuna” e “ambigua”, il presidente della Lombardia esulta per il “giusto tributo”. Dopotutto, quale modo migliore di celebrare un frodatore fiscale se non con un aeroporto?
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Non bastava il biglietto da visita che l’Italia esibisce ai turisti stranieri (noi ormai ci abbiamo fatto il callo) nelle stazioni ferroviarie ridotte a porcilaie da favelas e ammassi di carne umana in file disumane sotto la canicola o i nubifragi a caccia di un taxi che non c’è. Infatti il cosiddetto ministro dei Trasporti Salvini ha annunciato “con orgoglio e commozione” nella location più consona, la masseria di Vespa, l’ultima ideona per migliorare la nostra immagine nel mondo: l’aeroporto di Malpensa, cioè lo sterminato e inutile obitorio in marmo verde eretto in quel di Lonate Pozzolo al tramonto della Prima Repubblica a maggior gloria di Tangentopoli e Sprecopoli, sarà intitolato a Silvio Berlusconi. Cioè al primo e finora unico premier del mondo libero espulso dal Parlamento per una condanna definitiva per frode fiscale, oltre a nove prescrizioni e a una sentenza che immortala i suoi finanziamenti a Cosa Nostra fino al 1992, l’anno delle stragi. Ora Dagospia parla addirittura di “aeroporco”. E il Pd protesta vibratamente per la “scelta inopportuna” di B., “uomo divisivo con una storia molto ambigua”. E in effetti, quando pensi a B., il primo aggettivo che ti viene in mente è “divisivo” e il secondo è “ambiguo” (chiedendo scusa alle signore). Grande è invece l’esultanza del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, per il “giusto tributo”: scelta lessicale quantomai appropriata per un frodatore fiscale. Si era anche pensato di omaggiare B. dedicandogli una strada di Milano o di Arcore, ma “Via Berlusconi” sarebbe suonato equivoco. L’ideale era la tangenziale, ma si è temuto di discriminare gli altri tangentari.
La nuova toponomastica aeroportuale consentirà agli stranieri di fare scalo al “Berlusconi” e proseguire, volendo, verso Palermo atterrando al “Falcone e Borsellino”: prima il finanziatore degli stragisti, poi le loro vittime. Altri suggestivi accostamenti potranno sorgere fra il Berlusconi e il Sandro Pertini, o il Cristoforo Colombo, o il Marco Polo, o il Guglielmo Marconi, o il Galileo Galilei. Senza dimenticare lo scalo più importante di Parigi che i francesi, insensibili agli avanzi di galera, intestarono inspiegabilmente a Charles de Gaulle anziché ad Arsène Lupin. Ora restano da battezzare altri aeroporti. Linate, in omaggio alla par condicio, sarebbe perfetto per Marcello Dell’Utri, l’ex senatore e braccio destro di B. pregiudicato per concorso esterno in mafia, che fra l’altro proprio di lì decollò il 24 marzo 2014 per sfuggire all’arresto volando a Parigi e poi a Beirut, luogo prescelto per la sua latitanza. Lo scalo di Ciampino potrebbe andare a Francesco Lollobrigida per motivi più ferroviari che aeronautici. Pratica di Mare invece spetta di diritto a Chico Forti e a Giorgia Meloni, ex aequo.
Il Fatto Quotidiano, 7 luglio 2024