Serata parigina

Riapre Notre Dame, Macron sfila tra leader stanchi e ipocrisie. Si celebrano simboli mentre l’Occidente ignora tragedie come Palestina e conflitti globali.

di Tommaso Merlo

A Parigi si è riunita la crema occidentale. Radiamo al suolo interi paesi nell’indifferenza totale, ma se va a fuoco una chiesa non ci diamo pace. Riapre Notre Dame, ottima scusa per l’ennesima passerella altolocata. A fare gli onori di casa il peggior presidente francese dai tempi di Asterix e Obelix. Una vera catastrofe. Contro Macron si sono ribellate perfino le ex colonie africane mentre i francesi doc sono alla disperazione. In attesa che qualcuno si degni di rispettare il loro voto, segnano sul calendario i giorni che mancano al ritorno in banca di monsieur le prèsident. Gran parte degli illustri ospiti della cerimonia non entravano in una chiesa da decenni e per restare svegli hanno dovuto lottare duramente. Tra loro ferventi paladini dei valori cristiani a suon di bombe a grappolo nonché cornuti e cornificatori ferventi difensori della famiglia tradizionale.

Ospite d’onore un sorridente Trump in cravatta gialla fosforescente, il neo presidente è reduce dalle nomine del governo più pazzo del mondo. Roba davvero da pop-corn. Del resto l’altra volta gli apparati gli si erano rivotati contro e quindi ha nominato fedelissimi che detestano le istituzioni che dovranno dirigere e soprattutto più incompetenti di lui. Dal suo punto di vista una mossa furba, da quello dell’impero statunitense un colpo di grazia. Trump continua comunque a mandare segnali incoraggianti, dice che il mondo è impazzito e anche quella siriana non è la loro battaglia. Bene ma l’unico problemino è che i politicanti ormai contano come il due di picche quando briscola è bastoni. Per evitare le guerre Trump deve mettere il guinzaglio ai suoi servizi segreti, mettere il Pentagono a dieta ferrea e soprattutto dare una bella regolata a quella banda di guerrafondai della Nato che ci sta trascinando verso la terza guerra mondiale senza uno straccio di motivo.

Ma incombe il jet set. Sopravvissuti alla soporifera cerimonia in cattedrale, i leader occidentali sono stati accolti nei palazzi déco tra tappeti rossi e mobilia Luigi XVI per qualche foto ricordo. C’era anche il figlio del re d’Inghilterra a rappresentare la specialità coloniale della casa, pare il padre sia stufo di beccarsi improperi e verdura marcia. C’era anche la moglie di Biden mentre il marito è rimasto sulla soglia dell’aldilà ad osservare la luce. Anche se in ritardo non poteva mancare il prezzemolo Elon Musk che pare a fine serata sia riuscito a piazzare un paio di antenne ad una tardona dell’Andalusia.

La serata è infatti proseguita per i più nottambuli sulle note di Aznavour tra tartine di lumache e spiedini di rane farcite di camembert e noci. Protagonista indiscusso lui, l’eroe della steppa Zelensky arrivato in giacca a vento ed anfibi come se fosse appena uscito dalla trincea e non da un hotel a cinque stelle. Davvero eroico come attore. Putin invece non è neanche stato invitato perché pare sia stato lui ad appiccare l’incendio alla cattedrale perchè è cattivo dentro e ci odia tutti. Prima del dolce alla crema chantilly ed acciughe, Zelensky ha anche avuto una riunione riservatissima con Trump e il padrone di reggia Macron in un salottino appartato. Dalle indiscrezioni filtrate pare sia pronto un nuovo piano per la vittoria articolato in due fasi, trovare una bandiera bianca e poi sventolarla. Ma il tutto con assoluta dignità, da vincitori appunto. Trump ha anche proposto a Zelensky un paio di villette in Florida che potrebbero fare il caso suo.

Insomma, una serata parigina davvero prestigiosa e all’insegna della fratellanza in cui gli illustri ospiti hanno applaudito la resurrezione di un simbolo della nostra civiltà occidentale come Notre Dame e disquisito serenamente di tutto. O quasi. Pare infatti che la parola Palestina sia diventata un tabù a quelle altezze sociali, chiunque la pronuncia scatena il panico in sala. Del resto con le poltrone vellutate non si scherza, se finisci nel mirino della lobby pro Israele corri il rischio di doverti trovare un lavoro vero per tirare avanti. Che non sia mai. E poi dai, anche basta. È da oltre un anno che vanno avanti, che la smettano di farsi sterminare una volta per tutte e pensino piuttosto a rimboccarsi le maniche. Ah, già, anche dei poveri cristi non frega niente a nessuno nei palazzi rococò. L’Occidente è la civiltà più avanzata del pianeta in cui tutto va a gonfie vele, generazioni di lavoratori corrono soddisfatti alle loro postazioni mentre i centri commerciali sono pieni zeppi di felicità a prezzi più che convenienti. Davvero una grande epoca e una grande serata! Merci beaucoup et aurevoir.

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