Opinioni

La censura ai tempi dei regimi democratici

di Ivan Surace In perfetto stile orwelliano la neolingua ha coniato un nuovo termine per la censura tanto di moda nei secoli passati: standard della community. Suona bene vero? Un termine inc(u)l(o)sivo, comunitario, che ci fa sentire tutti membri dello stesso gregge in maniera allegra e positiva, contro un non meglio precisato nemico che non rispetta gli standard. D’altronde un secolo di studi e applicazioni di public relations alla Bernays ha portato i suoi frutti, soprattutto da parte di chi ha capito come funziona la massa e che quindi, senza troppi scrupoli, utilizza tutti i mezzi che ha a disposizione per manipolarla a suo piacimento censurando, o meglio facendo scomparire, chiunque e qualunque cosa possa mettere In dubbio la propaganda di regime, la narrazione dominante. Come ultimo esempio in questi giorni abbiamo la questione climatica. Vi sarete resi conto di come la propaganda su questo argomento sia cresciuta in maniera esponenziale in questi ultimi anni, parallelamente alla cosiddetta transizione green, che porta con se il passaggio al “tutto elettrico” in ogni campo e alla sostituzione con l’IA, di gran parte della gestione sociale, politica economica e sanitaria della popolazione. Stiamo assistendo alla conversione coatta della società in un grande allevamento intensivo di ultima generazione, in cui ogni singolo capo di bestiame, trasformato in un pezzo di carne senza personalità né anima, viene controllato in maniera totale e continuativa. Comunque la si pensi, questo è il futuro che immaginano per l’umanità e che si sta progressivamente attuando in maniera totalitaria, a cominciare dai grandi centri urbani, trasmormati in vere e proprie aziende zootecniche per umani. Ma torniamo alla questione climatica, l’intesificarsi della propaganda su questo argomento serve a giustificare e a far accettare all’opinione pubblica l’entrata in vigore di leggi e restrizioni normalmente inaccettabili in qualsiasi società democratica. Quindi la questione climatica é il pretesto, lo storitelling, la fiction, su cui si basa la ricerca di consenso da parte del potere, per imporre il cambiamento antropologico necessario, per realizzare i loro piani di controllo totale della popolazione. Affinché la fiction sia credibile e possa essere sostituita alla realtà, occorre eliminare tutte le eventuali prove, critiche, controversie, che contrastano, anche minimamente, con la narrazione dominante. È in ossequio a questa logica che negli ultimi mesi su FB, in maniera discreta e disinvolta, con vera tecnica da desaparecidos, sono stati rimossi diverse pagine e profili che facevano informazione sul clima in maniera non allineata al pensiero unico e dove venivano condivisi studi, grafici e informazioni scientifiche di fondazioni come Clintel o di scienziati come Prestininzi, Scafetta, Prodi, Curry, Lindzen, Spencer, ecc. La pagina ‘Klima e scienza’, solo per fare un esempio recente, é stata fatta evaporare non appena raggiunti i 10mila iscritti. Stessa sorte a profili di privati cittadini e di gestori dei profili sopra menzionati, anch’essi fatti sparire da un giorno all’altro con estrema discrezione, al punto che se uno non ci fa caso, neanche se ne rende conto e tutto continua come se niente fosse accaduto. La situazione é estremamente pericolosa perche da un lato si procede con le epurazioni senza sosta e dall’altro non vi è nessuna presa di coscienza di quanto stia succedendo. Se e quando la massa si renderà conto di tutto ciò, sarà già troppo tardi. Al limite avverrà quando l’identità digitale, il portafoglio digitale e tutte le restrizioni ad essi legate, saranno già legge e routine quotidiana e non penso si dovrà attendere molto. Se non ci sarà un totale cambio di passo da parte della minoranza non allineata nel lottare contro questo regime, tra i più subdoli e raffinati della storia, la fine della società e dell’umanità per come l’abbiamo aempre vissuta percepita e immaginata sarà certa come la morte.

Frottole sovraffollate

di Marco Travaglio Come a ogni estate, ecco l’immancabile dibattito sulle carceri sovraffollate e su come sfollarle, col contorno dei soliti sciacalli pronti a legiferare per non farci più entrare chi di solito non le vede neppure col binocolo: i colletti bianchi. L’ultima ideona, firmata dal renziano Giachetti e sposata da FI e Pd, è quella di allargare la già indecente “liberazione anticipata” dagli attuali 3 a 4 mesi per ogni anno di pena. Nella sentenza c’è scritto che devi scontare 9 anni? Tranquillo, è tutto finto: 9 vuol dire 6, ma poi 6 vuol dire 2, perché – grazie alle svuotacarceri dell’ultimo decennio – i 4 finali li sconti ai domiciliari e ai servizi sociali. E’ la certezza della pena all’italiana, che aumenta il senso di impunità e dunque il numero dei reati anziché ridurlo. Così il problema rimane intatto, pronto all’uso strumentale per l’anno successivo. Quello che chiamiamo ‘sovraffollamento’, con tanto di numeri di detenuti in eccesso (14 mila) rispetto ai posti-cella previsti (47 mila), è frutto di un equivoco autolesionista tutto italiano. L’Italia calcola i posti-cella in base alla legge del 1975 che fissa 9 metri quadrati per il primo detenuto e 5 per ciascuno degli altri. Invece il Consiglio d’Europa ne raccomanda almeno 4 per ogni recluso. E la Corte di Strasburgo considera inumano uno spazio pro capite inferiore ai 3. Così un carcere sovraffollato in Italia non lo è nel resto d’Europa.Ciò non significa che nelle carceri italiane si viva bene, anzi: molte sono un inferno (58 suicidi in 7 mesi). Ma perché sono vecchie, malsane, fatiscenti, poco differenziate per tipo di detenuti, incapaci di farli lavorare, permeabili alla droga, a corto di personale. L’unica soluzione è costruirne di nuove, ma i “garantisti” non ci sentono. Pensano che i detenuti siano “troppi” non si sa in base a cosa, a prescindere, cioè che in carcere ci siano migliaia di persone che non dovrebbero starci. In realtà, rispetto all’unico parametro serio – il numero di reati e di delinquenti – i detenuti sono troppo pochi: se si recuperasse un po’ di efficienza repressiva per risolvere un 5% delle centinaia di migliaia di delitti impunitie un po’ di certezza della pena, le carceri scoppierebbero ben di più. Del resto l’Italia, unico Paese con tre mafie ha un rapporto detenuti-abitanti simile o persino inferiore a nazioni con minori tassi di criminalità. C’è chi parla di un boom causato dalle “politiche securitarie” (ma quali?) del governo Meloni, ma anche questa è una frottola: la destra ha inventato ben 15 nuovi reati, tipo il rave party, ma sono tutte baggianate rimaste lettera morta, senza processi o arresti (a parte l’assurdo dl Caivano, che però ha aumentato di qualche centinaio le presenze nei carceri minorili, non negli ordinari). Forse, per risolvere il problema, bisognerebbe prima capire qual è. Il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2024

Missili e armi, che brutta fine l’Europa illuminata

di Elena Basile Sembra impossibile che il cammino dell’ Occidente abbia portato alle macabre farse odierne. Le conquiste progressive verso una società più libera e più giusta dovevano sfociare nel bellicismo nazionalista di un’Europa nichilista? Dalle monarchie assolute a quelle costituzionali, dai diritti ristretti a aristocrazia e clero alla società borghese, dall’oscurantismo delle superstizioni religiose medievali al secolo dei lumi, all’umanesimo cristiano e marxista, fino al suffragio universale esteso alle donne, ai diritti civili e sociali, alla dichiarazione dei diritti dell’uomo e alla nascita di un ordine liberale fondato su organismi internazionali e sul Diritto internazionale. Quel che era apparso anche ai più scettici come il patrimonio di un Occidente, che nonostante le cadute verticali rappresentate dalle dittature naziste e bolsceviche, aveva saputo inseguire la realizzazione degli ideali umanistici, sembra oggi distrutto. Il Parlamento europeo e la Commissione europea approvano una guerra a rischio nucleare contro la Russia. Armi letali all’Ucraina per colpire il territorio russo in profondità, missili ipersonici in Germania guidati, come ben illustra Domenico Gallo, dalla tecnologia che non potrà compensare l’errore umano, sono le ultime tappe di una escalation voluta dall’antica Venere, una potenza civile di cui andavamo fieri. Liberali, democristiani, socialisti e verdi sono compatti. Sostengono con le loro scelte la morte di centinaia di migliaia di giovani ucraini e la distruzione del Paese nonché la strage brutale degli innocenti di Palestina. Le risoluzioni dell’Onu sono ignorate da Israele il cui Parlamento ha appena votato contro lo Stato di Palestina. La classe dirigente e quella di servizio, non hanno esitazioni. La guerra non può finire, altrimenti si sosterrebbe la resa alla Russia. E a Gaza il massacro di innocenti è dovuto in ossequio al diritto di Israele di difendersi da Hamas. Menzogne sottoculturali che fanno inorridire sono proferite da eruditi professori e presidenti di età veneranda per nulla turbati dal sangue che scorre, dal riarmo in corso, dal rischio di estinzione del genere umano. Sui giornali si disquisisce se il non voto della Meloni a favore dell’amica e potente Ursula possa far perdere all’Italia qualche punto nell’ameno club europeo i cui membri sono ormai a una distanza abissale dai popoli, dalle loro fatiche, dai loro interessi. La casa brucia, i valori di pace e prosperità, democrazia, libertà di pensiero, libero commercio sono rinnegati, mentre i giornali operano falsi distinguo tra sovranisti e europeisti. La transizione verde e digitale, l’Europa sociale, gli investimenti in ricerca e sviluppo, la cooperazione allo sviluppo, l’agenda sostenibile 2030 e l’integrazione dei migranti sono obiettivi già falliti per un’Europa che ha rinunciato al debito comune e alza i tassi di interesse a vantaggio del finanziamento del debito Usa. Si prepara a una lunga guerra, inchinandosi ai Sullivan, Blinken, Kirby i cui volti esprimono il vuoto morale dei nostri tempi. Gli emergenti assistono perplessi al nostro lento suicidio. Sanno che la Russia ha già vinto la guerra in Ucraina e che se dovesse perderla ricorrerebbe all’arma nucleare. Non riescono a comprendere la razionalità delle scelte in Medio Oriente, di una politica che fomenta il terrorismo ed esclude la pace per Israele, rischiando un allargamento del conflitto all’Iran. Che il mondo sia multipolare e che l’egemonia statunitense sia rifiutata dal Sud globale è un’evidenza che soltanto lo spazio politico mediatico europeo sembra negare. L’India, che durante la guerra fredda faceva parte dei non allineati, rivendica l’autonomia della propria politica estera. Riceve minacce mafiose dagli Stati Uniti per bocca dell’ambasciatore statunitense Garcetti a New Delhi. È surrealista notare come una classe politica impreparata, hackerata dagli Stati Uniti, giudichi le strategie complesse di potenze come la Russia, la Cina, l’India, il Sud Africa, la Turchia, il Brasile, l’Iran e le loro eccellenti diplomazie, distribuendo voti quasi parlassero da professori ai propri alunni. Pensate all’estone Kallas, Rappresentante della politica estera Ue, in un colloquio con Lavrov e avrete il senso del paradosso occidentale. La classe dirigente europea è facilmente manipolabile e risponde alle indicazioni esogene degli apparati di sicurezza, del complesso industriale militare e delle oligarchie finanziarie. Queste ultime hanno tuttavia messo in conto, un olocausto nucleare ristretto ad alcuni popoli. La continuazione del potere del dollaro e il dominio della nazione “indispensabile” passa attraverso un massacro nucleare parziale? L’incompetenza dei politici europei è funzionale al “triste ma necessario” (Albright docet) annientamento di alcuni popoli, a partire dall’ucraino e dal palestinese. Il Fatto Quotidiano, 26 luglio 2024

Sergio Mattarella

Maestra senza allievi

Mattarella si dispiace per il riarmo globale, ma continua a sostenere la favola che la guerra in Ucraina sia scoppiata nel 2022, ignorando le radici nel 2014. I negoziati? Un’illusione.

Trasporti, si fa per dire

Il “caso Pantani” riaperto: ipotesi di complotto della camorra nei test antidoping, nonostante prove e sentenze confermino il doping. Lasciamo riposare Pantani in pace.

Marco Pantani

Riposi in pace

Il “caso Pantani” riaperto: ipotesi di complotto della camorra nei test antidoping, nonostante prove e sentenze confermino il doping. Lasciamo riposare Pantani in pace.

Politici sotto spirito

Il ministro Nordio critica un’ordinanza che dichiara di non capire, giustificando l’immunità politica per gli eletti. L’ipocrisia si manifesta anche nelle incoerenti decisioni degli eurodeputati Pd.

Pensare di spaventare i Russi con i missili Usa è pura follia

di Alessandro Orsini A partire dal 2026, gli Stati Uniti piazzeranno i loro missili più sofisticati in Germania per minacciare la Russia. Secondo la Nato e i suoi propagandisti, si tratta di una mossa intelligente. La Russia si spaventerà moltissimo. La paura della Russia sarà talmente grande che i suoi generali finiranno per sottomettersi a tutte le decisioni dell’Occidente, incluso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Secondo questa tesi, che per comodità espositiva chiamo la “tesi della follia assoluta”, tutte le volte che la Russia dovrà prendere una decisione, Putin riunirà i suoi generali e dirà loro: “Sì, va bene, però stiamo attenti a quel che facciamo perché la Germania ha i missili americani puntati su di noi”. Purtroppo, questa tesi è completamente sbagliata. Data l’enormità dei pericoli, cercherò di parlare nel modo più semplice e chiaro possibile. I problemi sono due. Il primo problema ha a che vedere con la guerra nucleare. Molti plaudono alla tesi della follia assoluta perché immaginano la guerra nucleare tra l’Europa e la Russia come uno scambio ordinato – “uno alla volta” – nel senso che la Russia lancia una testata nucleare contro la Germania, poi la Germania lancia una testa nucleare contro la Russia, poi la Russia lancia un’altra testata nucleare contro la Germania e così via. Questo modo errato di immaginare la guerra nucleare tra Russia e Europa spiega come mai i propagandisti della Nato dicano sempre questa frase: “Tanto se Putin prova a colpire un Paese europeo con le testate nucleari la Russia finisce incenerita”. Ragioniamo. L’unico Paese dell’Unione Europea ad avere le testate nucleari è la Francia, ne possiede soltanto 290. La Russia ne ha 6000. Un’eventuale guerra nucleare tra la Russia e l’Europa avverrebbe in questo modo: la Russia conduce un unico attacco nucleare su tutti i Paesi europei della Nato che posseggono le testate nucleari senza dare loro la possibilità di replicare. Il secondo problema ha a che vedere con la reazione degli Stati Uniti. I propagandisti della Nato dicono: “Sì, è vero, l’Unione Europea ha soltanto 290 testate nucleari e la Russia 6000. Però gli Stati Uniti colpirebbero la Russia con le loro testate nucleari bilanciando lo squilibrio”. Peccato che gli Stati Uniti non userebbero mai le testate nucleari contro la Russia per difendere un Paese europeo. Se l’Italia fosse colpita dalle testate nucleari della Russia, gli Stati Uniti non replicherebbero colpendo il territorio russo con le proprie testate nucleari giacché, in caso di guerra nucleare, l’obiettivo principale degli Stati Uniti non sarebbe la protezione dell’Italia, bensì la propria sopravvivenza. La guerra nucleare, infatti, muterebbe tutta la scala delle priorità strategiche della Casa Bianca. Nel nostro tempo, che è un tempo senza guerra nucleare, il controllo delle basi americane in Italia è una priorità assoluta per gli Stati Uniti. Tuttavia, se scoppiasse una guerra nucleare con la Russia, il controllo di quelle basi perderebbe di importanza. Gli Stati Uniti avrebbero come obiettivo supremo la propria sopravvivenza. I generali americani farebbero un ragionamento di questo tipo: “Che l’Italia vada in malora. Noi americani dobbiamo pensare soltanto a non essere colpiti dalle bombe atomiche della Russia”. Spero di avere spiegato perché è pura follia pensare di spaventare la Russia installando in Germania i missili americani a lunga gittata in grado di caricare le testate nucleari. Se la Russia sentirà che la propria esistenza è minacciata dall’Europa, colpirà l’Europa con un numero talmente grande di testate nucleari da impedirle di reagire. D’altra parte, l’Europa non colpirebbe mai per prima la Russia con le testate nucleari data l’immensa sproporzione tra gli arsenali. Dunque, la prima mossa sarebbe sempre della Russia. E la Russia ha 6000 testate nucleari. La sua prima mossa sarebbe certamente quella definitiva. Il Fatto Quotidiano, 18 luglio 2024

Circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia

di Giuseppe Salamone Questa storia si potrebbe riassumere con tre parole: circo, Hollywood e propaganda guerrafondaia. Partiamo dall’inizio ovvero dall’attentato ai danni di Trump perché è di questo che si parla. Per quanto mi riguarda non penso che sia stato un auto attentato per un semplice motivo: il proiettile, se Trump non avesse spostato la testa, lo avrebbe centrato in mezzo al cervello. Quindi o chi ha sparato sapeva benissimo che Trump avrebbe mosso la testa in quel preciso momento, verso quella direzione specifica e di conseguenza siamo davanti al miglior cecchino mai esistito dall’invenzione delle armi, oppure qualcuno ha tentato realmente di farlo fuori. Per me è vera la seconda e credo fermamente che non si tratti affatto di un “lupo solitario”. Dietro ci sta qualcuno e anche abbastanza potente, ma non ho prove per dimostrarlo quindi rimane una semplice e personale opinione. In ogni caso le voci delle ultime ore ci dicono tante cose, fin troppe cose. Gira tra i maggiori organi della propaganda a stelle e strisce e occidentale la narrazione secondo la quale dietro l’attentato a Trump ci sarebbe l’Iran. Il movente c’è e anche abbastanza “credibile” da far digerire all’opinione pubblica, poiché si tratterebbe di una vendetta a seguito dell’uccisione del generale Soleimani nel 2020 con un raid ordinato proprio da Trump. Inoltre sempre la propaganda, con insistenza abbastanza preoccupante, sta tirando in mezzo l’Iran dicendo che stiano organizzando operazioni di influenza del voto e altri possibili attentati. Curioso è il fatto che a parlare sono sempre ed esclusivamente “funzionari anonimi” i quali dichiarano anche di non avere prove concrete dell’organizzazione degli attentati di cui parlano. Ricapitolando: due persone di cui non sappiamo il nome dicono che l’Iran sta cercando di influenzare le elezioni e organizzando potenziali attentati per ammazzare Trump. Però non hanno prove né di quello di qualche giorno fa che comunque cercano di addossare la responsabilità a Tehran tantomeno di quelli futuri. Allo stesso tempo sostengono di aver ricevuto “informazioni” di un complotto dell’Iran per ammazzare Trump. Se non credete a ciò che scrivo, andate a cercare in rete o a leggere gli articolo di Politico e della CNN in merito. Ci sono più falle in questi racconti che nei neuroni di Salvini, Gasparri e Renzi messi insieme. Mi pongo un semplice dilemma: non sono riusciti a fermare per tempo uno col fucile sopra un tetto a 150 metri dal palco di Trump nonostante i presenti gridassero a squarciagola la sua presenza alle forze dell’ordine, però già sanno che dietro ci stava l’Iran e che a breve, sempre l’Iran, organizzerà altri attentati. Ma sono del mestiere questi? Si, il mestiere dei pennivendoli! In ogni caso questa vicenda ha come sempre un intreccio funzionale alla indole guerrafondaia a stelle e strisce. Incolpare l’Iran consente di spegnere i riflettori su chi ci sia realmente dietro all’attentato non riuscito e consente di mettere le basi per un attentato futuro. Quale nemico migliore dell’Iran per le stelle e strisce in questo specifico momento? Non sia mai dovesse accadere qualcosa che consenta di designare l’Iran come una minaccia concreta alla sicurezza nazionale Usa, percorreranno questa strada perché va bene per tutti. Va bene per gli Usa e va bene per Israele. Andrebbe bene anche per i sostenitori di Trump (giusto per tenerli a bada altrimenti finirà in guerra civile) visto che sulla questione mediorientale è molto più radicale di Biden, neocon e democratici. Hanno individuato il nemico perfetto da trasformare in capro espiatorio sempre allo scopo di portare avanti la loro politica estera guerrafondaia. E non esisteranno un secondo a perseguire questa strada qualora le condizioni dovessero permetterlo. Serve una sola cosa: il casus belli. E come abbiamo visto, non è che abbiano così tanti problemi nel crearlo. Perché l’occasione di far fuori Trump (che ripeto non nutro alcuna simpatia politica nei suoi confronti!) e allo stesso tempo scagliarsi contro l’Iran è davvero molto, ma molto ghiotta. E badate bene una cosa, in tutta questa vicenda, non è assolutamente marginale il ruolo di israele. Soprattutto perché attraverso l’AIPAC influenza in modo abbastanza pesante la politica statunitense. Soprattutto quella dietro le quinte che non si vede…

La fiction democratica

I politici minano la democrazia ignorando il volere popolare, come dimostrano recenti esempi negli USA, Francia e Italia, disilludendo gli elettori.

Benvenuti fra noi

Il proiettile di Crooks colpisce anche Zelensky, che ora chiede la presenza russa nei negoziati di pace. La guerra può finire solo con un dialogo tra Russia e Ucraina.

Democrazia self-service

Immaginate se questa cosa accadesse in Cina, Russia o Iran come la propaganda ci marcerebbe sopra per costruirci una narrazione secondo la quale i cittadini vengono incentivati a farsi Giustizia da soli. Provate a immaginare i racconti o il dibattito nei talk show sullo stato di diritto eccetera eccetera. Invece tutto questo sta succedendo negli Stati Uniti d’America, dove stanno istallando distributori automatici per facilitare l’acquisto di munizioni. L’azienda American Round si occupa di questa “innovazione” (la chiamano così) e il primo distributore a essere installato, pensate un po’, è stato in un negozio di alimentari a Pell City, in Alabama. Quindi una persona che andrà a fare la spesa nel fogliettino avrà scritto così: pane, acqua, sale, uova, hamburger, Coca Cola e munizioni. A voi sembra una cosa normale? A me no! È da brividi Inoltre quello che scrive l’azienda sul proprio sito, sembra di vivere in un altro pianeta, sentite qui: “Noi di American Rounds ridefiniamo il concetto di praticità nell’acquisto di munizioni. I nostri distributori automatici di munizioni sono accessibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, così puoi acquistare le munizioni quando vuoi, senza i vincoli degli orari di apertura dei negozi e delle lunghe file. Situati in punti strategici, i nostri sportelli automatici sono facili da usare come un bancomat, consentendo transazioni fluide che ti consentono di tornare a ciò che più conta in pochi minuti. Con American Rounds le tue munizioni sono pronte quando lo sei tu, garantendoti ogni volta un’esperienza di acquisto senza problemi.” Da segnalare l’accessibilità alle munizioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, perché se alle due di notte devi sparare a qualcuno che ti ha fatto girare i co*lioni, o la mattina devi andare a fare una sparatoria in qualche scuola e ti accorgi che hai fatto male i conti con le munizioni, devi poter andare a comprarle immediatamente. Non sia mai che ti metti a sparare e poi ti manchino i proiettili. Non sia mai che la carenza di munizioni ti faccia desistere dal dare il via a una carneficina a cui tanto tieni. Ma che fa, scherziamo? Vuoi mettere l’ebrezza di ridurre a scolapasta qualcuno e non poterlo fare solo perché i negozi che vendono munizioni la notte sono chiusi? Negli Stati Uniti d’America funziona così, vai al distributore automatico, dove in un paese normale dovrebbero starci solo quelli per i preservativi, le caramelle o i giochini per i bambini e compri i proiettili. Questa è la società che ci dicono di dover prendere a modello, la società superiore perché è democratica, lungimirante e difende il mondo dai cattivoni. Paradossalmente abbiamo davanti gli occhi due cose che purtroppo, grazie a una propaganda Hollywoodiana, hanno fatto in modo di tenere quanto il più possibile sotto il tappeto. “La più grande democrazia del mondo” che spende miliardi per armi e guerre e all’interno consente ai propri cittadini di armarsi fino ai denti, e “la più grande democrazia del Medio Oriente” che consegna fucili nelle mani dei propri cittadini e consente di sparare ai Palestinesi rimanendo impuniti. Gli Usa e israele sono i paesi che più di tutti al mondo hanno una società civile militarizzata e armata fino ai denti. Gli Usa e israele sono i paesi che qui ci vengono descritti come modelli virtuosi di democrazia e diritti e c’è purtroppo chi ci crede. Abbiamo un problema molto grande: quel problema è culturale e deriva da una classe dirigente e un’informazione totalmente serva e corrotta… Giuseppe Salamone

Trump Ferito in Pennsylvania: La Lotta Politica Diventa Violenta

L’ex presidente americano, e candidato presidenziale, Donald Trump è stato oggetto ieri di un attentato ad un raduno a Butler, in Pennsylvania. Un proiettile di fucile lo ha ferito all’orecchio destro, senza ulteriori conseguenze. Il cecchino, che in una ripresa pochi istanti prima del colpo si vede in bella vista, è il ventenne Thomas Matthew Crooks, ucciso nella successiva sparatoria. Nella medesima sparatoria uno spettatore è stato ucciso e due feriti. Se la dinamica dell’attentato non lo escludesse (un proiettile a due centimetri da un punto vitale non può essere una messinscena) si sarebbe potuto pensare ad un finto attentato a sostegno della candidatura, visto che poche cose sono generalmente più benefiche ad un risultato elettorale che apparire nel ruolo della vittima. Ma siamo tempi singolarmente stupidi e, purtroppo, Trump appare come una “vittima dell’odio” semplicemente perché lo è. Questo non lo rende una bella persona ma è un fatto che merita qualche riflessione. Il processo e la recente condanna di Trump da parte del tribunale di New York per il caso Stormy Daniels andavano precisamente nella stessa direzione. In effetti, neanche 24 ore prima Biden in un discorso pubblico aveva presentato Trump come “minaccia per la nazione”, e questo è il tenore normale del dibattito. La stessa atmosfera serena è quella che ha coinvolto le sorti del più noto sostenitore di Trump in questa campagna elettorale, Ellon Musk, le cui attività economiche (in particolare il social X) sono state oggetto di una serie di attacchi concertati di tipo istituzionale (in USA e UE). Lo stesso Musk – stando a quanto da lui stesso riferito – è stato oggetto di due tentativi di assassinio negli ultimi otto mesi. Ciò che traspare, e che pur non essendo una novità merita di essere soppesato, è che la radicalizzazione della lotta politica in Occidente ha raggiunto livelli inediti, pur in assenza di significative differenze ideologiche. In Occidente, e negli USA in particolare, il mutuo disprezzo, l’assoluta mancanza di riconoscimento di legittimità agli avversari politici, è divenuta parte integrante, ordinaria, della vita pubblica. Ma, diversamente da altri periodi storici, questa delegittimazione radicale NON è dovuta al contrapporsi di visioni del mondo distanti e antitetiche, non al confronto tra ideologie palingenetiche incompatibili. Tutt’altro. Il disprezzo e l’avversione hanno una carattere personale, psicologico, epidermico, e tuttavia assoluto. Questa forma di tribalismo primitivo, prepolitico, è analoga all’avversione e disprezzo che può avvenire, oggi, tra due tifoserie calcistiche: le squadre sono di fatto intercambiabili, spesso gli stessi giocatori cominciano in una squadra e finiscono acquistati dall’altra; non c’è nessuna “sostanza” della squadra che rimane la medesima, e tuttavia la coltivazione dell’odio reciproco è essa stessa un ultimo livello di motivazione, e può portare alla violenza più estrema. Nella cornice del nichilismo occidentale, in mancanza di ideali alternativi, di prospettive positive, l’ultimo orizzonte motivazionale rimasto è quello implicito nella creazione dell’odio, del disgusto per l’avversario, che viene dipinto in forme umanamente deprecabili e di cui l’unico attributo esposto è l’assoluta, inderogabile inaccettabilità. Se non puoi amare niente, se non hai niente da sperare, almeno puoi mantenere in vita una spinta motivazionale minima in forma di un’oscura “difesa dalla minaccia estrema”. Lo scenario politico è costantemente polarizzato (o frammentato se il sistema non è bipartitico), pur in sostanziale assenza di autentiche differenze ideali. Quest’assoluta delegittimazione de L’Altro, percepito letteralmente come Alieno, in un senso naturalistico, quasi biologico, si accompagna alla legittimazione di qualunque cosa sia atta a metterlo fuori gioco. Le regole saltano, il fine giustifica i mezzi, perché (come nei film americani) la scelta viene sempre presentata all’insegna del rischio del Male Assoluto. Nella recente filmografia americana la dinamica morale più frequente è quella in cui vengono presentate delle regole morali (virtù, regole kantiane o religiose) solo per mostrare come esse debbano cedere il posto – a malincuore, si intende – ad una scelta ultima di tipo drasticamente utilitarista: “Sì, non si dovrebbe torturare o uccidere l’innocente, ma se l’alternativa è la Fine Del Mondo?” (Nei film americani si fa regolarmente strame di ogni regola morale ordinaria perché bisogna salvare il mondo e l’umanità almeno due volte prima di cena, e di fronte a simili scelte tragiche, va da sé che il fine giustifica qualunque mezzo.) Il meccanismo di delegittimazione prepolitica dell’Altro è presente, soprattutto nella politica americana, da lungo tempo: qui i candidati si fanno e disfano non sulle idee, ma sulle foto con l’amante, sulle registrazioni a microfoni spenti, sulle accuse a scoppio ritardato di testimoni compiacenti, insomma sulla base di un letamaio da cui ci si difende soltanto con carriole di soldi per avvocati e media. Ma, come sempre accade, il peggio degli USA trasmigra regolarmente in Europa con un paio di decenni di ritardo ed ora queste dinamiche sono ben visibili anche da noi. Più la politica è intercambiabile, più è impermeabile alla volontà popolare, più è vuota di visione, di idealità alternative, e più la lotta si psicologizza, si animalizza, si riduce a disprezzo epidermico di fronte all’Alieno. E quanto più ciò si verifica, tanto più ogni regola morale, ogni equilibrio giuridico, saltano: perché con i rettiliani non si discute, si spara. Andrea Zhok

George Clooney, Biden e la Distrazione dai Crimini a Gaza

Fa più notizia un miliardario ricco sfondato come George Clooney che chiede a Biden di ritirarsi che quattro scuole bombardate in quattro giorni consecutivi dai terroristi israeliani. Ci sarebbero centinaia di notizie da dare e di cui parlare in maniera approfondita, invece continuano a rilanciare a reti unificate il rincoglionimento di Biden. Come se fosse una cosa arrivata all’improvviso. L’ho detto qualche settimana fa e lo ripeto ancora adesso: questa è un’arma Hollywoodiana micidiale di distrazione di massa!   I pennivendoli nostrani complici del genocidio a Gaza se ne guardano bene dall’approfondire e condannare il nuovo via libera delle bombe da 500 libbre per israele da parte degli Usa. Se ne guardano bene dal riprendere l’inchiesta secondo la quale il terrorismo di stato israeliano il 7 ottobre ha attivato il protocollo Annibale, che per impedire la cattura di soldati israeliani consente di sparare indiscriminatamente su tutto ciò che si muove, civili compresi, usando artiglieria pesante. Chissà quanti siano stati i morti causati dall’esercito israeliano quel giorno. Però non sia mai approfondire questa vicenda.   Inoltre è stato provato che nel bombardamento della scuola che ospitava migliaia di Palestinesi sfollati a Khan Younis israele ha utilizzato bombe di fabbricazione statunitense. Ma erano troppo impegnati a indignarsi per il missile che è caduto nei pressi di un ospedale pediatrico di Kiev senza nemmeno capire che quel missile aveva su scritto “bomba democratica di quelli buoni”. Ci sarebbe anche l’inchiesta di +972 e Local Call che dice così: “I soldati israeliani descrivono la quasi totale assenza di regole di fuoco nella guerra di Gaza, con le truppe che sparano a loro piacimento, danno fuoco alle case e abbandonano i cadaveri per strada, il tutto con il permesso dei loro comandanti.”   Niente di niente, silenzio assoluto perché troppo impegnati con le minchiate di Biden. E nonostante tutto riescono a essere disonesti anche lì. Perché quando Biden dice “dobbiamo sconfiggere Putin” butta all’aria oltre due anni di propaganda e conferma che l’obiettivo non è assolutamente la pace. Bensì una guerra imperiale occidentale. In Ucraina come a Gaza. Maledetti! Giuseppe Salamone

Meloni Promette Piena Servitù alla Nato: Spese Militari alle Stelle

Forse più di altre volte la donna, madre e Cristiana al vertice Nato che si sta svolgendo a Washington sta dando il meglio di sé superando ogni livello di schifo mai toccato da quando è a Palazzo Chigi. Si è presentata al vertice elemosinando armi e miliardi per Zelensky. Non è una barzelletta, giuro: una delle prime dichiarazioni dopo essere arrivata a Washington è stata quella di garantire e aumentare sostegno militare all’Ucraina. Ovviamente ha giocato tirando in ballo la storia dell’ospedale di Kiev facendo leva sui bambini ucraini ma, allo stesso tempo, mentre il terrorismo di stato israeliano stava bombardando due scuole piene zeppe di sfollati e bambini riducendoli a brandelli faceva finta di non sapere. Evidentemente quei bambini non le interessano perché non possono essere utilizzati per la propaganda guerrafondaia. Vergogna! In ogni caso sta proseguendo il vertice promettendo piena servitù alla Casa Bianca e alla Nato impegnando le tasse dei cittadini italiani, a scapito ovviamente della spesa sociale, per arrivare al 2% del PIL per le spese militari. Inoltre ha dato il via libera a nuovi miliardi per la guerra per procura in Ucraina per il 2025, mettendo sul piatto 1,7 miliardi di euro oltre a firmare un comunicato congiunto emanato poi dai suoi padroni della Casa Bianca con Usa, Germania, Romania e Ucraina per l’invio di un altro sistema militare SAMP-T. Vi ricordate quando la donna, madre e Cristiana attraverso TeleMeloni guidata da Bruno Vespa ci diceva che gli italiani non avrebbero speso un euro per le armi inviati in Ucraina perché erano quelle nei magazzini? Ecco: negli ultimi due anni l’Italia ha speso solo per aiuti militari circa 6 miliardi di euro secondo quanto riportato dal Kiel Institute. Senza contare quelli versati a nome dell’Unione Europea e della Nato. Ma vi rendete conto di come ci prenda per il culo? Di come ci tratti da sottosviluppati ignoranti? Ma chi sostiene ancora questo personaggio, potrebbe per cortesia darsi una svegliata? Come pensate avrebbe sostituito le armi mandate a Zelensky, con i soldi del Monopoli? È qui che entra in gioco anche l’aumento delle spese militari, che ha promesso di portarle a oltre 40 miliardi di euro all’anno dai circa 27 miliardi attuali. E sapete come verrà finanziata questa spesa? Come ha detto ieri Giorgetti: “tenendo sotto controllo la spesa pubblica e togliendo i vincoli europei di bilancio dalle spese per la difesa”. In queste parole c’è un’altra presa per il culo colossale, perché quando si parla di controllo di spesa pubblica significa spendere meno per i servizi, per la scuola, per gli ospedali e per il Welfare. E quando si parla di togliere i vincoli Europei significa che si stanno battendo per spendere più facilmente i nostri soldi per la guerra. Queste sono le battaglie che stanno portando avanti: affamare gli italiani per fare la guerra! Nel bel mezzo di questo schifo che già sarebbe abbastanza, sapete cos’altro ha combinato la donna, madre e Cristiana? Ha risparmiato sui poveri! Per i sussidi alle famiglie, dopo aver eliminato il reddito di cittadinanza, erano stanziati nel bilancio dello Stato 7 miliardi di euro. Sapete di questi soldi quanti ne sono arrivate alle famiglie e ai cittadini in difficoltà? Solo 1,8 miliardi. Per farla breve: hanno creato delle misure per fare un po’ di propaganda come l’assegno di inclusione e il supporto formazione lavoro ma di concreto c’è che di soldi, a chi ne ha veramente bisogno, non ne arrivano. Però in compenso si sta battendo per la guerra, per le armi e per sbavare dietro a quei criminali guerrafondai dei padroni a stelle e strisce riempiendo il culo al complesso militare industriale e finanziario Usa. Esattamente come un Draghi o un Letta qualsiasi. Concludo: in tutto ciò il più grande partito di opposizione guidato da chi andava in giro con la bandiera pacifista sulle spalle non solo fa finta di non vedere, non sentire e non sapere, ma demonizza chi si oppone alla guerra per procura in Ucraina e allo stesso tempo organizza iniziative pro israele alla Camera dei Deputati. Con gente così all’opposizione la Meloni potrà tranquillamente governare un ventennio e trascinarci in guerra con tutte le scarpe. Infatti è quello che sta facendo del tutto indisturbata… Giuseppe Salamone

Per i miserabili pennivendoli di “Repubblica” i bambini Palestinesi e i bambini Russi non valgono quanto quelli Ucraini

di Giuseppe Salamone Sono oltre 17.000 i bambini uccisi dal terrorismo di stato israeliano. Sono invece oltre 21.000 quei bambini che, secondo Save the Children, sono persi, scomparsi, detenuti, sepolti sotto le macerie o in fosse comuni. Oltre 17.000 bambini sono orfani, non accompagnati o separati secondo l’UNICEF. Sempre L’UNICEF dichiara che a causa del terrorismo di stato israeliano oltre 1 milione di bambini hanno bisogno di sostegno psicosociale nella Striscia di Gaza perché la loro salute è seriamente compromessa. L’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi invece ci fa sapere che ogni giorno 10 bambini perdono in media una o due gambe. E questi numeri non includono i bambini che hanno perso mani o braccia. Inoltre Netanyahu e company continuano a bombardare quotidianamente scuole e ospedali, prendendo in ostaggio medici e infermieri e uccidendo chiunque si trovi all’interno VOLUTAMENTE! Aggiungo un’altra cosa, nelle ultime settimane il terrorismo di stato ucraino ha bombardato incessantemente Belgorod, Kursk e Sebastopoli uccidendo decine di bambini. In tutto ciò questi di Repubblica non hanno mai fatto un titolo come oggi. Mai! Perché per questi miserabili pennivendoli sia i bambini Palestinesi, sia i bambini Russi, non valgono quanto quelli Ucraini. Questa è la mentalità occidentale, quella suprematista che pesa vittime soprattutto i bambini. Se sono funzionali per la propaganda di Washington allora prime pagine e reti unificate, se non sono funzionali allora censure, doppi standard e acrobazie per giustificare l’ingiustificabile. Piuttosto, perché Repubblica non si fa un paio di domande? Tipo: come mai ogni volta che c’è un summit Nato succede qualcosa che tiri in mezzo i bambini? Come mai quando qualcuno si muove per la pace succede sempre qualcosa che possa indignare l’opinione pubblica attraverso i bambini? E infine, prima di sparare sentenze, siete sicuri che il missile di cui parlate non era quello della contraerea Ucraina visto che anche canali Ucraini si stanno ponendo queste domande? O la messa in dubbio della provenienza dei missili vale solo quando Netanyahu bombarda gli ospedali, le scuole, gli sfollati e ammazza i bambini Palestinesi? Maledetti!

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