Opinioni

I travestiti

di Marco Travaglio Non potendoli purtroppo affidare agli infermieri per un bel Tso collettivo (hanno l’immunità pure da quello), non resta che guardarli e farsi quattro risate. Parliamo dei cialtroni che ci sgovernano e che i cretini de sinistra chiamano “sovranisti” o “fascisti”, senz’accorgersi che qualunque aggettivo diverso da “berlusconiani” li nobilita. Giorgia Meloni, che ha il grave torto di averli riciclati e arruolati con maquillage posticci sotto le insegne della presunta “destra”, li aveva pregati di dismettere almeno per un giorno i piedi di porco, i grimaldelli, i passamontagna e le calzamaglie nere e di travestirsi da persone perbene, per poter celebrare l’anniversario di Borsellino senza lanci di pomodori. Era riuscita persino a levare per qualche ora il fiasco a Nordio, che s’era affacciato in Parlamento per dire l’opposto di ciò che ha sempre detto e pensato sul concorso esterno (anche se continua a confonderlo con il concorso di bellezza). Mattarella se l’era bevuta e aveva sbloccato la schiforma della giustizia, dopo che per giorni e giorni i turiferari l’avevano dipinto come “argine” e “baluardo” ritto e tetragono a protezione dell’abuso d’ufficio e degli impegni internazionali dell’Italia. Insomma, tutto sembrava filare liscio, quando alla Camera s’è votato sulla direttiva anti-corruzione del Parlamento e del Consiglio europei, con strumenti in gran parte già in vigore da noi grazie alle leggi Severino e Bonafede: carcere fino a 6 anni, incandidabilità dei corrotti, limiti all’immunità, termini di prescrizione “sufficienti a fare giustizia”, controlli anche sui funzionari europei e naturalmente sanzioni per i reati tipici dei tangentari, incluso l’abuso d’ufficio. La direttiva nasce dallo scandalo delle mazzette pagate da Qatar e Marocco a diversi eurodeputati, quasi tutti italiani e di sinistra. Tant’è che le destre nostrane l’hanno giustamente cavalcato. Ieri però Pd, M5S e Avs hanno votato a favore, mentre a bocciare il documento Ue sono state proprio le destre, con le consuete ruote di scorta calendian-renziane. Il motivo l’ha spiegato il relatore meloniano Antonio Giordano col solito gargarismo “garantista” pieno di vuoto: le norme più dure contro le euromazzette sarebbero – testualmente – “in palese contrasto con i principi di sussidiarietà e proporzionalità”. Come fosse antani. La supercazzola ricorda quelle di B.&Bossi per bocciare nel 2001 il trattato sul mandato d’arresto europeo (“garantismo” contro “Forcolandia”). E serve a celare il terrore che pervade il grosso dei parlamentari quando leggono, accanto al rinfrancante termine “corruzione”, il terribile prefisso “anti”. Un riflesso condizionato tipo dottor Stranamore, che fa scattare non il braccio teso, ma la mano prensile. Dicono Borsellino e pensano al portafogli. Il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2023

Il grande Marcello

Marcello Dell’Utri aveva 30 milioni di ragioni per cucirsi la bocca con i pm che indagano sulle stragi del 1993-‘94. Vedi mai che gli scappasse qualche parola di troppo.

La marina mercantile

Il Giornale: “Marina dice basta”. Perbacco, roba grossa. Stiamo parlando di Marina B., primogenita del noto pregiudicato da poco scomparso, che manda un messaggio alla Meloni (e a chi altri?) perché “riformi la giustizia” e la renda “uguale per tutti”.

Ma mi faccia il piacere | 17 luglio 2023

di Marco Travaglio Il bello della Giustizia/1. “Non commento il Fatto quotidiano per ragioni estetiche” (Carlo Nordio, FdI, ministro della Giustizia, 12.7). Ha parlato Brad Pitt. Il bello della Giustizia/2. “Nordio grande ministro” (Salvatore Baiardo, condannato come favoreggiatore dei boss Graviano, TikTok, 12.7). Sono soddisfazioni. Trentatrè trentini. “Entro una settimana l’emergenza sarà superata. Ma per raggiungere l’eccellenza, perché Roma sia pulita come merita, come un borgo del Trentino, ci vorranno un paio di anni” (Roberto Gualtieri, sindaco Pd di Roma, 18.7.2022). Ne manca uno, ma ci siamo quasi. Zac! “La castrazione chimica per pedofili e stupratori è una storica battaglia della destra, dimenticata nel decreto sicurezza del governo. Per questo Fratelli d’Italia l’ha ripresentata con un suo emendamento” (Giorgia Meloni, FdI, 3.11.2018). “Per far approvare la castrazione chimica chiamiamola ‘scelta temporanea di azzeramento della libido’” (Ignazio La Russa, FdI, Secolo d’Italia, 5.4.2019). Pare che, a scanso d’equivoci, Leonardo Apache abbia fatto sparire da casa tutte le forbici. Idem Santanchè. “Sono certa della buona fede della Idem ma le dimissioni sarebbero auspicabili. Serve atto di responsabilità: politica deve dare l’esempio” (Giorgia Meloni, leader FdI, 20.6.2013). Come passa il tempo. Agenzia Sticazzi. “Mi nutro di fatica fisica e sport e adoro parlare con la gente… Sono figlio di mio padre” (Pier Silvio Berlusconi, lettera a Repubblica, 29.6). Mo’ me lo segno. L’intenditore. “Concorso esterno in associazione mafiosa. Il reato che non c’è. Anche Falcone aveva molti dubbi” (Piero Sansonetti, Unità, 14.7). Infatti fu il primo ad applicarlo nella sentenza-ordinanza del maxiprocesso-ter a Cosa Nostra il 17 luglio 1987. Lo storico. “Sul patto tra il Cav. E Cosa Nostra non c’è una prova” (Salvatore Lupo, storico, intervista al Foglio, 14.7). A parte la sentenza definitiva della Cassazione del 9 maggio 2014 che condanna irrevocabilmente Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: “Tra il 16 e il 29 maggio 1974 veniva concluso l’accordo di reciproco interesse tra Cosa Nostra, rappresentata dai boss mafiosi Stefano Bontate e Mimmo Teresi, e l’imprenditore Silvio Berlusconi”. Via B. angolo via Betulla. “Sindaco Sala, ci ripensi. Via Berlusconi si può fare” (Renato Farina, Libero, 11.7). Suona bene: via Berlusconi. Nostradamus. “Il telefonino di La Russa jr. non verrà sequestrato” (Messaggero, 14.7 mattina). “La Russa, la procura di Milano sequestra il cellulare del figlio Leonardo” (Messaggero, 14.7 sera). Senza parole. Etica etrusca. “Boschi: ‘La doppia morale rende Meloni come Grillo’” (Repubblica, 11.7). C’è chi ce l’ha doppia e chi non ce l’ha proprio. Chi offre di più? “Le stime parlano di 200 mila soldati russi morti in Ucraina” (Stampa, 20.2). “50.000 morti russi” (Anna Zafesova, Stampa, 11.7). Sembra ieri che erano il quadruplo. Accontentatelo. “Salario minimo. La soglia di 9 ero l’ora è alta e sbagliata nel metodo” (Luciano Capone, Foglio, 11.7). Idea: pagare Capone 8,9 euro l’ora, se non sono troppi. Reati inutili. “Strage di Erba: ‘Olindo e Rosa innocenti’, Tarfusser chiede di riaprire il caso” (Repubblica, 15.4). “Cuno Tarfusser: ‘Concorso esterno e abuso d’ufficio? Reati inutili: giusto cambiare” (Giornale, 15.7). Ma pure la strage. Imputati inutili. “La vera separazione delle carriere che serve non è tra pm e giudici, ma tra giudici bravi e giudici incapaci. Per questo noi del Riformista lottiamo. Lo facciamo anche a costo di sacrifici personali. Ieri ho ricevuto l’ennesima condanna alle spese da parte della solita giudice NoVax e NoWiFi: la dottoressa Zanda, casualmente di Firenze… Condannato da una giudice che non rispetta le leggi. Non è magnifico?” (Matteo Renzi, Riformista, 15.7). È magnifico il fatto che il direttore editoriale di un giornale, casualmente di Firenze, si rivolga al Tribunale di Firenze per chiedere 2 milioni a un giornale (la Verità), un giudice di Firenze gli dia torto in base alla legge e quello piagnucoli perché scambia la soccombenza per una condanna e soprattutto perché l’ha giudicato un giudice di Firenze. Il titolo della settimana/1. “La storia di Forlani ci ricorda cosa sono le vere persecuzioni giudiziarie” (Sergio Soave, Foglio, 8.7). Nel senso che confessò la maxitangente Enimont e fu condannato fino in Cassazione. Il titolo della settimana/2. “Pierferdinando Casini: ‘Forlani ha pagato per tutti’” (Giornale, 8.7). Quindi c’entrava pure Casini? Il titolo della settimana/3. “Tajani, ‘campagna acquisti’ per la futura Forza Italia. Tra le ipotesi anche nomi M5S” (Corriere della sera, 14.7). Sempre per pulire i cessi a Mediaset? Il titolo della settimana/4. “Ma c’è sempre un fascista che gli scappa il braccio teso…” (Piero Sansonetti, Unità, 13.7). Ma ora l’Unità è un giornale straniero? Il titolo della settimana/5. “Biden su Kiev: ‘Non vacilleremo’” (Messaggero, 13.7). Poi si schianta al suolo. Il Fatto Quotidiano, 17 luglio 2023

Ignazio e Apache La Russa

Fort Apache

È possibile che il Senato, trasformato in Fort Apache e presieduto dal padre dell’indagato, debba presto votare su una o più richieste dei pm che indagano sul figlio.

Caso Santanche Governo sempre piu in difficolta Natangelo

Il B. sbagliato

Le parole della premier Meloni contro l’entrata a gamba tesa di La Russa nell’indagine sul figlio, pur tardive, le fanno onore. Quelle su giudici e giornalisti invece sono indecenti. E quelle su Nordio imbarazzanti.

Arnaldo Forlani

Sant’artiglio

La fabbrica dei santi dello Stato, molto meno selettiva di quella della Chiesa, ne ha sfornati altri due in un sol giorno. Non bastando San Silvio, pure Arnaldo Forlani e Attilio Fontana.

Paolo Mieli

Aggressore e aggredito

Se gli storici della Seconda Repubblica saranno tutti come Paolo Mieli, le future generazioni crederanno che per “trent’anni (e passa) dall’inizio di Tangentopoli” l’Italia sia stata dilaniata da una “arroventata tenzone tra Politica e Giustizia”, finita “con la Politica a brandelli”.

Carlo Nordio

Schiforme a grappolo

Unendo i puntini delle dichiarazioni destronze e degli spifferi delle “fonti del ministero”, si ottiene la Grande Riforma della Giustizia che l’Italia attende fremente da trent’anni e che sarà necessariamente modellata sui processi che investono e via via investiranno membri del governo e della maggioranza, inclusi congiunti e amici degli amici.

Stanno tutti bene

Dice la Meloni: “Non pensino di farmi fare la fine di Berlusconi”. A parte che sfugge il soggetto del “non pensino”, non spiega quale sarebbe la “fine” di B. che lei non vuol fare: morire o allearsi con la Meloni?

Matteo Renzi

Coerenzi

Per quanto fosse tecnicamente impossibile, Bin Rignan è riuscito a rendersi più ridicolo della Santanchè. Le sue lezioni di coerenza sono ancor più comiche di quelle di garantismo della Pitonessa.

Il cheerleader

Sotto governo di M.R., la dipendenza italiana dal gas della Russia (sotto sanzioni dal 2014 per aver invaso la Crimea) aumentò a dismisura. E così le esportazioni d’armi a Mosca.

Ridateci il Puzzone

Chi, ingenuamente o dolosamente, pensava che i problemi a Est si sarebbero risolti con un bel golpe a Mosca ora trema all’idea che la Russia si spappoli come i Balcani, l’Iraq, l’Afghanistan e la Libia.

Beppe Grillo torna sul palco: «Fate le brigate di cittadinanza»

Le grillate rosse

In seguito alla strumentalizzazione delle parole di Grillo pronunciate durante l’ultima manifestazione promossa dai 5 Stelle, Marco Travaglio ci ricorda come la maggioranza dell’informazione italiana sia al servizio dei poteri forti

Qui casca il Nordio

Anzitutto tranquillizziamo i lettori: il Fatto disobbedirà alla schiforma Nordio e continuerà a pubblicare tutte le intercettazioni, le carte e i verbali giudiziari d’interesse pubblico.

Il governo Melusconi

A funerali avvenuti, il governo Melusconi seppellisce anche la Giustizia e fa sapere che B. è morto, ma il berlusconismo è vivo e lotta insieme a loro.

27 maggio 1993: la bomba dei Georgofili

Martellate

Da qualche tempo Claudio Martelli, ex vicesegretario Psi, ex ministro della Giustizia, mi onora delle sue attenzioni per la grave colpa di aver sempre raccontato la trattativa Stato-mafia

Avevamo frainteso

Travaglio smonta uno per uno i capisaldi della propaganda zelenskiana, riconoscendo quindi come non fossero campate in aria le motivazioni addotte da Putin per giustificare l’intervento in Ucraina.

All’ultimo sbadiglio

Chi si fosse perso l’“ambiziosa agenda” dei “riformisti del Pd” Ceccanti, Morando e Tonini su Rep di ieri in versione ridotta, può delibare quella integrale sul sito. Ne vale la pena.

Proni di spade

di Marco Travaglio Tre notizie vere, dunque fuori moda. 1) Il capo dei Servizi ucraini Budanov rivendica l’uccisione di “molti giornalisti propagandisti russi”: cioè la famosa “democrazia ucraina” che qualcuno vorrebbe nell’Ue e nella Nato è per sua stessa ammissione uno Stato terrorista, anche se Onu e Ue si sono scordati di inserirla nella lista. 2) Negli Usa il procuratore speciale Durham ha chiuso l’indagine sul Russiagate di Trump: l’Fbi non aveva prove per indagare su inesistenti rapporti Trump-Putin, inventati dal giro della Clinton, che andava indagata dall’Fbi ma non lo fu. È la stessa Fbi che pressò Facebook perché censurasse le inchieste su Hunter Biden, figlio di Joe (il quale aveva premuto su Poroshenko per silurare il procuratore generale ucraino che indagava sulle imprese in loco dell’esuberante rampollo). 3) Un detective del fisco Usa denuncia che, su ordine del Dipartimento di Giustizia di Biden, “l’intera squadra investigativa” è stata rimossa dall’indagine tributaria sul figlio. E ora una notizia falsa, dunque rilanciata dai giornaloni. Corriere: “Intercettati i missili ipersonici lanciati da Mosca”. Stampa: “Massiccio raid su Kiev: ‘Abbattuti 6 Kinzhal’”. Messaggero: “I Patriot Usa funzionano: ‘Intercettati i missili russi. I ripetuti lanci su Kiev con testate ipersoniche non superano lo scudo aereo”. Foglio: “I Patriot hanno salvato Kyiv, ecco a cosa servono le armi”. Poi purtroppo arriva la smentita. Di Mosca? No, Washington: sono i Kinzhal ad aver abbattuto i Patriot, la cui postazione “è stata danneggiata: i tecnici cercano di capire se può essere riparata sul posto o il sistema contraereo va ritirato”. Ecco a cosa servono le armi. Purtroppo, su queste e altre notizie vere, nessuno ha potuto fare domande a Zelensky nel Lecca a Lecca vespiano di sabato: gli intervistatori li aveva scelti l’ambasciata ucraina. Daniela Ranieri ha smontato bugie, contraddizioni e omissioni delle domande e delle risposte. Perciò da tre giorni viene linciata su Twitter dai trombettieri atlantoidi che detestano lei e il Fatto perché disturbiamo le loro balle: tipo la Russia in default, i russi che si bombardano da soli a Zaporizhzhia, cavano i denti d’oro agli ucraini, spendono 21 miliardi per due gasdotti e poi li distruggono per non darci il gas (anziché chiudere il rubinetto), Putin morente e la sua “armata rotta”, decimata e sconfitta ovunque che sta per invadere l’intera Europa. Non potendo confutare una sillaba di quanto ha scritto Daniela, le rimproverano l’unica cosa che non dipende da lei: la condivisione dell’articolo su canali Telegram di propaganda russa. Poi un commentatore li termina con un micidiale missile ipersonico di Massimo Troisi: “Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci”. Il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2023

Amnesie selettive

Ci si indigna perché il nuovo Ad lo nomina il governo, come se quelli di prima li avesse portati la cicogna: è la legge che affida al governo e non più al Parlamento l’indicazione dell’ad. E chi l’ha fatta? Il Pd di Renzi.

Contanti saluti

Noi, fra i politici che favoriscono il cash e i mafiosi che ne maledicono i limiti, preferiamo di gran lunga i secondi: almeno dicono la verità.

Mosca bianca, buco nero

Torna, a grande richiesta, il “contraddittorio”: quella cosa che viene invocata per tappare la bocca a chi dà noia al potere.

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