Sovranismo all’amatriciana
Chi tra gli elettori di questo governo non ha ancora capito che la sovranità destrorsa è puramente un mettersi a 90° dei potenti oligarchi e massoni stranieri, è meglio che alle urne non si rechi più.
Chi tra gli elettori di questo governo non ha ancora capito che la sovranità destrorsa è puramente un mettersi a 90° dei potenti oligarchi e massoni stranieri, è meglio che alle urne non si rechi più.
Quando gli storici del futuro si occuperanno del nostro presente, faranno caso a ciò che noi che vi siamo immersi non notiamo: l’abolizione della logica.
Musk destabilizza con tweet e satelliti, oscilla tra business e politica, flirta col sovranismo e sfrutta crisi e democrazie fragili per espandere il potere.
I liberali d’Italia sono tornati a bastonare Papa Francesco perché si ostina a ritenere che qualcosa a Gaza non stia andando per il verso giusto.
I giornaloni fingono di difendere la verità, ma ignorano che i media tradizionali diffondono fake news. Il vero fact-checking spetta ai lettori, non ai censori.
Per rispetto degli italiani Meloni dovrebbe fare una cosa: fermarsi sì, ma non in conferenza stampa. Dovrebbe “fermarsi” nello svolgimento della sua inattività istituzionale e andare a casa definitivamente.
Si dice sempre, con ottime ragioni, che l’invasore ha torto e l’invaso ha ragione. In questo caso però abbiamo anche una terza figura, quella dell’invasato.
Poteri massonico-sardisti riemergono: Solinas verso i porti con l’appoggio dei media locali. Todde nel mirino di manovre destabilizzanti in un quadro torbido.
La guerra della verità – Pioggia di accuse sulla decisione di Zuckerberg di ridurre i controlli sui social di sua proprietà. Ma le “Congregazioni di fact-checking” scoprono sì notizie false, però ne producono anche
La Meloni equipara Musk e Soros, ma ignora che Soros agisce nell’ombra, supportando rivoluzioni filo-Nato e destabilizzazioni sanguinose in Europa dell’Est.
Christian Solinas, ex Governatore sardo, punta alla poltrona da 250mila euro come Commissario Portuale, tra guai giudiziari, sequestri e accuse di corruzione.
Standing ovation per Cecilia Sala, liberata grazie ai suoi grandi occhioni da cerbiatta. Coincidenze? Nessuno scambio. E noi, ovviamente, ci crediamo.
Hollywood brucia, e i media piangono per le ville delle star, ignorando le fiamme che divorano Gaza. Propaganda e ipocrisia restano il vero spettacolo.
Zuckerberg smantella il suo apparato di censura, rivelatosi una macchina di menzogne. I fact-checker? Servi del potere, ora disoccupati.
Il professor Jeffrey Sachs tiene un avvincente discorso nell’ottobre 2024 sulla necessità di cooperazione globale, respingendo le lotte di potere obsolete e sostenendo il disarmo nucleare.
Cecilia Sala, liberata dalle carceri iraniane, rientra in Italia. La vicenda potrebbe trasformarsi in un’arma mediatica contro l’Iran e a favore dell’occidentalismo.
Il caso Sala si è risolto con successo grazie alla gestione di Meloni, ma il dibattito si sposta su SpaceX-Starlink: garantire sicurezza senza ipocrisie è cruciale.
Cecilia Sala libera, grancassa mediatica in festa. Santificata come eroina del giornalismo, ma è solo propaganda utile ai giochi di regime e servilismo geopolitico.
Meta ha deciso di revocare le licenze dei fact-checkers nazionali che, fino a ieri, decidevano cosa poteva sopravvivere su Facebook e cosa no.
La conferenza stampa di Meloni, tra “assist” giornalistici, silenzi sulle bollette e balneari, sembra più uno spot elettorale che un vero “controllo del potere”.
Nel nostro mondo rovesciato, la censura domina: libertà di parola a senso unico, media manipolati e democrazie che copiano i metodi autoritari che criticano.
Repubblica e La Stampa distorcono le critiche al governo Meloni e al caso Abedini, ignorando le prove e promuovendo menzogne per difendere la Casa Bianca.
Il caso Todde evidenzia errori gestionali nel M5S, accuse inconsistenti e dubbi sull’imparzialità del Collegio elettorale, ma nessuna irregolarità grave emerge.
I mainstream difendono le liberal-democrazie contro la “tecno-destra”, ma queste preparano il terreno alle derive populiste, razziste e antidemocratiche.
Trump promette di rilanciare l’America con tariffe e reindustrializzazione, ma consumismo, inflazione e il boom della Cina rendono il suo obiettivo irrealizzabile.
La presidenza Trump riflette la tensione tra retorica populista e limiti istituzionali, evidenziando il potere reale degli apparati e le sfide globali degli USA.
Meloni, prigioniera del narcisismo di Trump: due ore di documentario complottista, applausi forzati e sudditanza in stile “Silvio & le Olgettine”.
Meloni svende l’Italia: 1,5 miliardi a Musk per controllare le telecomunicazioni. Altro che sovranismo, è sudditanza mascherata da patriottismo.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana