Facebook non può essere riformato
Dobbiamo reinventare il social network o trovare un modo per sopravvivere al suo dominio.
Dobbiamo reinventare il social network o trovare un modo per sopravvivere al suo dominio.
Quasi tutte le politiche populiste si disintegrano al contatto con la realtà. Forse alla maggior parte degli elettori populisti non interessa.
L’uomo che raggiunge la luna e ci cammina sopra è indubbiamente un grande fatto storico. Come mai non interessa realmente quasi nessuno? Come mai è divenuto un oggetto quasi esteriore di semplice curiosità e di bisogno di essere pari con l’informazione?
Per il nuovo capitalismo, che si creda in Dio, nella Patria o nella Famiglia, è indifferente. Esso ha infatti creato il suo nuovo mito autonomo: il Benessere. E il suo tipo umano non è l’uomo religioso o il galantuomo, ma il consumatore felice d’esser tale.
Proibire che si avvelenino i non fumatori nelle sale pubbliche è, prima che un dovere igienico, un impegno civile al rispetto reciproco. Come sperano le autorità, se non riescono ad imporre un così modesto sacrificio, di poter mai realizzare vere riforme di struttura?
Indro Montanelli, su richiesta di una lettrice, rievoca la storia che continua a tirargli addosso le qualifiche di colonialista, imperialista, e perfino quella di stupratore.
Davanti ai giovani ci sono due strade: dire di no a tutto condannandolo in blocco, oppure accettare la propria parte di uomo fra gli altri uomini e rimboccarsi le maniche per fare andare le cose che non vanno con un impegno quotidiano. La prima via è certamente quella più facile, ma la via più facile non è mai quella del dovere
I governi di tutto il mondo hanno assunto un controllo senza precedenti sulla vita quotidiana dei loro cittadini in risposta al coronavirus. Nel mondo post-coronavirus, il Grande Fratello starà a guardare.
L’abbattimento di una statua dello schiavista Edward Colston a Bristol ha scatenato un dibattito nazionale in Gran Bretagna. Gli utenti di Twitter hanno discusso i pro e i contro di tali rimozioni
Dopo i referendum di Luhansk e Donetsk, Mosca prende tempo. Il vero obiettivo del Cremlino non è l’annessione delle due regioni, ma la federalizzazione dell’Ucraina