Opinioni

La piaga della legalità

Ogni tanto, per dare manforte alle schiforme, i giornaloni vanno a ripescare qualche dinosauro spiaggiato e ne raccolgono le memorie, di solito smemorate, su Mani Pulite.

Gandhi, l’Ucraina e i ragazzini

Gandhi avrebbe resistito a Putin senza violenza, evitando distruzione e accelerando la fine del regime, mentre l’Occidente ha scelto la guerra, devastando l’Ucraina.

2 giugno, funerale della Repubblica

2 giugno, funerale della Repubblica

L’Italia non è più una Repubblica democratica: la sovranità è nelle mani delle lobby e del mercato, e la politica è uno spettacolo inutile. Per recuperare il potere democratico, i cittadini devono unirsi e costruire una Repubblica Federale Europea.

Volodymyr Zelensky

Cosa accadrà in Ucraina con gli attacchi in Russia

Zelensky ha il permesso di attaccare la Russia con armi Nato, e Putin potrebbe reagire in modi diversi, incluso l’uso di armi nucleari tattiche. La guerra in Ucraina si aggrava, con Tajani e Crosetto accusati di aver promosso il conflitto senza cercare soluzioni diplomatiche.

Storie benedette

Bruno Vespa intervista Chico Forti, condannato per omicidio, celebrandolo mentre il governo italiano sfrutta la sua storia per propaganda, tra ironia e assurdità.

Le parole giuste per fermare Israele

Rushdie critica Hamas e i progressisti occidentali; Žižek vede le politiche israeliane come causa della radicalizzazione palestinese e chiede il riconoscimento dello stato palestinese.

Spingitori di cavalieri

di Marco Travaglio Mentre John Elkann si dipinge a edicole unificate come un giovane disagiato e abusato fin da piccolo dalla mamma cattiva, un’altra imprenditrice che si è fatta da sé, una self made woman venuta su dal nulla a mani nude col sudore della fronte diventa Cavaliere del Lavoro. Stiamo parlando ovviamente di Marina Berlusconi, insignita da Sergio Mattarella 47 anni dopo il padre (costretto purtroppo a rinunciare dalla condanna per frode fiscale). A leggere i requisiti richiesti, c’è l’imbarazzo della scelta: dall’“aver tenuto una specchiata condotta civile e sociale” all’“aver adempiuto agli obblighi tributari” al possedere una “singolare benemerenza nazionale”, fra cui l’“aver operato in aree e in campi di attività economicamente depressi”. E qui, più ancora che per la fedeltà fiscale (un vizio di famiglia), il pensiero di Mattarella è subito corso alla primogenita di B., costretta a un’infanzia di stenti nella favela arcoriana di Villa San Martino in compagnia di noti fuorilegge come il padre, Dell’Utri, Previti e lo stalliere Mangano (che scortava a scuola lei e Pier Silvio, vedi mai che facessero brutti incontri). Quanto alla “specchiata condotta civile e sociale”, chi meglio della presidente della Fininvest e della Mondadori (cioè della refurtiva del noto scippo a De Benedetti grazie alla sentenza comprata da Previti coi soldi di B.)? Chi meglio dell’azionista di maggioranza di FI a suon di bonifici e fidejussioni (ottimi investimenti che, con una telefonatina, han salvato pure Mediolanum dalla tassa sugli extraprofitti)? Molto specchiati anche i continui attacchi ai magistrati colpevoli di processare il padre (“persecutori intoccabili”), di far sganciare alla Mondadori il risarcimento a De Benedetti (“esproprio”!) e oggi di indagare su Dell’Utri (“soggetti politici che infangano gli avversari” e “condizionano la vita democratica” con “accuse deliranti”). E gli insulti ai “giornalisti complici dei pm” (il complice, nel diritto arcoriano, è chi sta con le guardie, non con i ladri) e agli scrittori antimafia come il suo ex autore Saviano (“fa orrore”). L’ultima benemerenza l’ha aggiunta lei stessa, ringraziando Mattarella per il gentil pensiero: “Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese (cioè di De Benedetti, ma rimasto a lei per usucapione, ndr), che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere”. Quel pluralismo che costrinse perfino il premio Nobel José Saramago a cambiare editore dopo che Einaudi (cioè Mondadori) aveva rifiutato di pubblicargli Il quaderno per le sue critiche a B.. Ora che il cavalierato diventa ereditario e si tramanda di padre in figlia, bisognerà anche ricalibrare l’allarme sul premierato: qui siamo in pieno feudalesimo. Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2024

Roba da matti

Roba da matti. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “preparazione alla Terza guerra mondiale”, “nuova industria militare”, “economia di guerra”, “leva obbligatoria”, “scudo atomico della Francia”. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “invio di truppe Nato in Ucraina” e di “colpire il territorio russo con le armi più avanzate della Nato”. L’Unione Europea non fa altro che parlare di “sconfiggere la Russia sul campo” e “rovesciare Putin”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “la Nato non conosce linee rosse e si espande ovunque voglia”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “i pacifisti sono esseri immondi e immorali”. L’Unione Europea non fa altro che dire che “la Nato ha assorbito anche Svezia e Finlandia e oggi è più potente che mai”. Però il Corriere della Sera ci spiega che la Russia è un Paese “intriso di ideologia imperialista”. Roba da matti. Alessandro Orsini , pubblicato su X

Elly Schlein

Supercazzola atomica

Elly Schlein finalmente parla della guerra Russia-Ucraina, sostenendo Kiev ma escludendo un coinvolgimento diretto dell’Ue, senza prendere una posizione netta.

Jens Stoltenberg

Il pazzo e l’ombrellaio

Stoltenberg ha spinto la NATO in una pericolosa escalation con la Russia, mentre Macron vaneggia di ombrelli nucleari. Risultato? Rischiamo una guerra mondiale nucleare.

La scomparsa dei fatti

L’articolo denuncia i media e le élite occidentali per aver distorto i fatti sui negoziati tra Russia e Ucraina, perpetuando il conflitto per interesse.

Bibi a sua insaputa

Sul “Corriere”, Vespa racconta le sue “persecuzioni” in Rai, mentre Mieli critica Khan della Corte dell’Aja per aver chiesto l’arresto di Netanyahu per crimini di guerra.

La premier Giorgia Meloni accoglie in pompa magna l'ergastolano Chico Forti

Rei con fessi

Marco Travaglio scava con sarcasmo e verve nelle incongruenze della stampa e dell’opinione pubblica italiana riguardo il caso di Chico Forti.

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