Missili su Civili a Sebastopoli: Complicità Italiana e Occidentale nel Terrorismo di Stato
L’attacco a Sebastopoli mostra il silenzio della politica italiana, implicando il ruolo di Sigonella e la complicità dell’Occidente nel terrorismo di stato.
L’attacco a Sebastopoli mostra il silenzio della politica italiana, implicando il ruolo di Sigonella e la complicità dell’Occidente nel terrorismo di stato.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
PARIGI IN NERO – Macron ha aperto le porte del potere alla destra di Le Pen, concentrando le sue accuse sulla sinistra unita nel Fronte Popolare: criticare le stragi di Israele diventa un marchio d’infamia
Ciro, detenuto a Nisida, smaschera la favola dell’uguaglianza costituzionale italiana e Amato risponde con nostalgia per un’epoca perduta. Intanto, la sinistra ha regalato alla destra un’Italia frammentata con la brillante riforma del Titolo V.
COME FINIRE LA GUERRA – Per la quinta volta la Russia propone una nuova trattativa e le sue richieste sono discutibili, compresa la ridefinizione dei confini. Gli Stati Uniti devono dismettere la strategia neocon e sedersi al tavolo
di Alessandro Orsini In Italia esiste un “blocco della guerra” che utilizza tre modi per creare consensi intorno all’invio di armi in Ucraina: minimizzazione, negazione e nascondimento. Ognuno di questi modi ha la sua frase caratteristica. Il primo modo consiste nel minimizzare i pericoli per non spaventare gli italiani. La frase tipica della strategia della minimizzazione è: “Putin bluffa. Crosetto può inviare le armi, non c’è nessuna escalation”. In realtà, l’escalation c’è eccome giacché l’escalation si definisce come: “Condotta delle operazioni belliche caratterizzata da un aumento progressivo e graduale nell’impiego delle armi e nell’estensione delle misure militari” (Treccani). Il secondo modo consiste nel negare i fallimenti della Nato manipolando il linguaggio pubblico. La frase tipica della strategia della negazione è: “La controffensiva ucraina non ha dato i risultati sperati”. In realtà, la controffensiva ucraina è stata un fallimento colossale, ma il blocco della guerra nasconde l’enormità della catastrofe. Il terzo modo consiste nel nascondere le ricadute negative della guerra sull’economia. La frase tipica della strategia del nascondimento è: “La guerra in Ucraina non toglie risorse agli italiani”. In realtà, la guerra aggrava la povertà, riduce il potere d’acquisto, aumenta il costo dell’energia, indebita le imprese, impoverisce scuole e ospedali e pregiudica le prospettive di crescita dell’Italia. Il blocco della guerra è composto dal governo Meloni, il Partito democratico e i principali quotidiani italiani. Giunti a questo punto, possiamo capire perché il blocco della guerra non abbia spiegato che l’intesa tra Putin e Kim Jong-un segna una nuova sconfitta per la Nato. In primo luogo, gli accordi tra Russia e Corea del Nord internazionalizzano ulteriormente la guerra. I morti e le distruzioni aumenteranno anziché diminuire. Gli Stati che sostengono la Russia sono sempre più numerosi e sono anche potenze nucleari. A differenza delle menzogne del blocco della guerra, la Russia ha fatto quasi tutto da sé. L’aiuto dei suoi alleati è stato limitatissimo o quasi inesistente. Le armi decisive impiegate dai russi sono russe. Putin usa aerei, carri armati, missili a lunga gittata e sistemi anti-aereo russi. Basterebbero le sole armi della Cina per surclassare la Nato che boccheggia. In secondo luogo, il blocco della guerra nasconde che gli accordi tra Putin e Kim Jong-un riproducono una dinamica tipica della Prima e della Seconda guerra mondiale: le alleanze strutturali basate sul mutuo soccorso. Infine, gli accordi tra Russia e Corea del Nord riducono la complessità del conflitto: un’altra dinamica tipica delle guerre mondiali. Gli schieramenti, prima numerosi ed eterogenei, si riducono progressivamente a due soli schieramenti impegnati in una guerra esistenziale. Come ama ripetere Giorgia Meloni, se la Russia prevalesse in Ucraina, tutti gli europei verrebbero ridotti in schiavitù. Questa non è una guerra: è l’Apocalisse. L’impero del Bene e l’impero del Male. I principali quotidiani italiani interpretano gli accordi tra Putin e Kim Jong-un in chiave moralistica: “È una vergogna”; “è una violazione del diritto internazionale”. Il blocco della guerra preferisce indignarsi anziché spiegare. Meglio che gli italiani non capiscano. Crosetto prepara il nuovo invio di armi per alimentare la guerra “per tutto il tempo necessario” senza avere il necessario per la guerra. Crosetto ha appena detto a Stoltenberg che l’Italia è troppo povera per dare 3,5 miliardi di euro all’anno per finanziare la guerra in Ucraina. Convinto di potersi tirare fuori dalla guerra in qualsiasi momento, il blocco della guerra non capisce che quel momento è già passato. Il Fatto Quotidiano, 22 giugno 2024
Jeffrey Sachs critica l’influenza neoconservatrice USA in Ucraina, sostenendo che solo la neutralità e la diplomazia, non la guerra, possono salvare il Paese dal disastro.
I “riformisti” della Seconda Repubblica, incapaci di fare riforme vere, copiano le idee della destra e si oppongono ai referendum per paura di dover scegliere.
Aleksandar Vucic avverte che l’Europa è vicina a una catastrofe e critica l’Occidente per non cercare la pace, sottolineando l’importanza di negoziati prolungati.
Premierato e riforme frammentano l’Italia e creano instabilità. Ribaltoni e governi tecnici restano, rendendo il secondo premier paradossalmente più forte.
Grillo spinge per un 5Stelle moderato con Conte, ma insiste sull’umorismo per voti, ignorando i temi seri. La crisi iniziata nel 2021 richiede un ritorno a “né destra né sinistra”.
Mattarella denuncia la disinformazione russa ignorando quella in Italia, elogiando chi reprime le opposizioni. L’informazione corretta è evidentemente un concetto elastico.
Il governo Meloni spinge l’Italia verso guerre, rendendo urgente riflettere sulla libertà d’informazione in politica internazionale. Tre paradossi mostrano come l’informazione italiana esalti la libertà ma non la verità, un problema critico in tempi di conflitto.
Il comunicato del G7 è un esempio perfetto di come parlare a vanvera per 36 pagine, proponendo soluzioni contraddittorie e ipocrite. Nel frattempo, i Brics si divertono a costruire un nuovo ordine mondiale, ridendo delle nostre sanzioni e dei nostri piani di pace.
Fassino, tra un furto al duty free e un tweet su Putin, fa ridere i social. La sua politica estera profuma di ipocrisia, come il suo Chanel Chance.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Il mondo regredisce in uno stallo nucleare, con leader ipocriti e piani di pace irrealistici. Il rischio è confondere resa e compromesso, aggravando il futuro.
Travaglio critica sarcasticamente Biden, definendolo incapace e delirante, con gaffe continue ignorate dai media italiani per non avvantaggiare Trump.
In Italia vincono Pd e FdI, male 5Stelle e Lega. Il centro diviso, AVS bene, FI supera la Lega, Draghi e i putiniani restano nell’ombra.
Rassegna stampa satirica di Marco Travaglio: una sferzata di sarcasmo sulle notizie della settimana
Se domani becco un astenuto che frigna perché non cambia mai nulla e l’Europa non gli piace, giuro che gli metto le mani addosso.
L’Ambasciata russa critica l’articolo di la Repubblica che associa la Sinfonia “Leningrado” alla resistenza ucraina, chiedendo scuse per l’offesa alla memoria storica.
Gaffe mediatiche paragonano Ucraina al D-Day, ignorando la storia: si celebra la liberazione con l’Ucraina (ex alleata nazista) e si esclude l’Urss. Contraddizioni evidenti.
Mentana offre a Meloni un trattamento di favore nel Tg La7, suscitando imbarazzo e violando la par condicio, mentre gli altri leader politici affrontano interviste critiche.
Le elezioni europee vedono “europeisti” e “sovranisti” in uno scontro feroce, con leader che spingono per un’Europa militarizzata e pronta alla guerra contro la Russia.
La NATO si prepara a consentire all’Ucraina di attaccare il territorio russo con armi occidentali, superando una linea rossa critica. Questo passaggio potrebbe portare a un conflitto globale, con la Russia che minaccia l’uso di armi nucleari per rispondere alla superiorità convenzionale della NATO.
Gli Stati Uniti hanno colpito la Russia con missili, segnando un’escalation decisiva nel conflitto e rivelando le intenzioni imperialiste dell’Occidente. La guerra, iniziata sottotraccia con l’espansione della NATO, mostra ora il vero volto dell’aggressore, Washington, ribaltando la narrativa che dipingeva la Russia come l’unica colpevole.
Il Congresso USA sanziona la CPI per proteggere Netanyahu e Gallant, mentre Israele acquista caccia F-35 dagli USA, continuando i crimini contro l’umanità.
Le elezioni europee dell’8-9 giugno vedono un’Europa dominata da un partito unico della guerra, allineato con USA e NATO, che non affronta le minacce di guerra mondiale e collasso climatico. Questo blocco politico stigmatizza chi si oppone e perpetua il declino e la servitù dell’Europa unita.
Il PD di Schlein maschera il caos interno come pluralismo, alternando politiche belliciste con candidati pacifisti per accontentare tutti senza coerenza reale.