Opinioni

L’insediamento egocapitalista

Inizia con una balla il bis di Trump. Fanno la cerimonia dentro non per il freddo ma perché non si presenterebbe neanche un cane e c’è pure il rischio di qualche malintenzionato.

Quando la “democrazia” diventa censura: il nuovo volto del totalitarismo occidentale

di Pino Cabras Nell’articolo de Il Foglio intitolato “L’altra guerra di Mosca è invisibile ma molto pericolosa”, si dispiega senza veli una pericolosa agenda di censura istituzionalizzata. Dietro il pretesto della lotta contro la “propaganda russa”, si sta costruendo un sistema che mira a demolire le fondamenta della libertà di espressione e a trasformare l’Europa in una fortezza ideologica, dove ogni dissenso viene criminalizzato. Non si tratta solo di un attacco alla libertà di parola, ma di un vero e proprio processo di militarizzazione del pensiero. Chi osa criticare l’ortodossia euro-atlantica o proporre una narrazione alternativa sul conflitto russo-ucraino viene bollato come “propagandista del Cremlino” e trattato alla stregua di un nemico interno. Siamo di fronte a una nuova caccia alle streghe, che maschera dietro la retorica della “democrazia” una censura degna dei peggiori regimi autoritari. Manca poco all’irreparabile. La manifestazione della vergogna: verso una dittatura dell’opinione unica L’apice di questa follia è rappresentato dalla manifestazione annunciata dall’articolo per il 2 febbraio a Bologna, con lo slogan orwelliano “Disarmiamo la disinformazione. Verità per la libertà”. Tra gli obiettivi dichiarati, si parla di riconoscere la Russia come “stato sponsor del terrorismo” e di imporre leggi per “contrastare la disinformazione”. Tradotto: istituire tribunali del pensiero per decidere quali opinioni siano lecite e quali vadano bandite. Questo è l’Occidente “democratico” che si erge a paladino della libertà? Dove l’idea stessa di libertà viene tradita e svuotata, sostituita da un conformismo imposto con la forza? La stessa Unione Europea, che racconta sé stessa come un baluardo di pluralismo, si trasforma nel laboratorio di una repressione soft ma pervasiva, che non si accontenta di silenziare le voci scomode: vuole annientarle. Nel corso degli anni ha costruito un apparato di risoluzioni dell’Europarlamento e sanzioni della Commissione che creano un groviglio giuridico in rotta di collisione con la libertà di stampa e di pensiero. Quando il maccartismo diventa piciernismo. La guerra dell’informazione: chi controlla il passato controlla il futuro L’articolo de «Il Foglio» è emblematico di questa operazione ideologica. Il pretesto è il libro di Putin pubblicato da Visione TV, “Le vere cause del conflitto russo-ucraino”, un punto di vista davvero molto interessante per costruire una visione binoculare delle grandi questioni della guerra. Si accusano libri, conferenze e opinioni critiche verso l’Occidente di essere armi pericolose, dimenticando che il primo pericolo per la democrazia non è il dissenso, ma la sua repressione. Con una retorica degna di un manuale di propaganda, si demonizzano tutti coloro che non si allineano, dipingendoli come complici dell’“imperialismo russo”. Questa non è una battaglia per la verità: è un tentativo di riscrivere la realtà e di cancellare ogni voce che metta in discussione la narrazione ufficiale. Abbiamo visto dieci anni fa cosa è successo in Ucraina, fino a far chiudere giornali e partiti. Vogliono ucrainizzare l’Europa, vogliono inquadrare la nostra Costituzione dentro il mirino di Zelensky e dei suoi allegri camerati. Contro il totalitarismo mascherato: difendere la libertà a ogni costo Non ci si può illudere: questa annunciata da Il Foglio, giornale fondato da un asset della CIA che ha parassitato oltre 60 milioni di euro di contributi pubblici, non è una battaglia per proteggere la democrazia, ma per soffocarla. È una guerra contro il pensiero libero, condotta con le stesse armi che si accusano di voler combattere: manipolazione, propaganda e intimidazione. Addirittura alcuni partiti politici come +Europa e altre frattaglie atlantiste della sinistra “liberale” annunciano per il 18 gennaio a Reggio Emilia una manifestazione contro la presentazione del libro. Chiaramente non vogliono interferenze straniere: per capirci, + Europa è quel partito che quando è stato preso con il sorcio in bocca (un bonifico di 312mila euro proveniente dalle casseforti di Soros) ha fatto un manifesto per dire che era sacrosanto. Non sono fantastici? Dobbiamo opporci con ogni mezzo a questa deriva autoritaria, perché il prezzo del silenzio è la morte della libertà. La storia ci insegna che quando la censura diventa istituzione, quando il pensiero unico si insedia nei luoghi del potere, il passo verso il totalitarismo è breve e devastante. Ripeto: vogliono ucrainizzare la sfera del dibattito pubblico, e lo fanno per portarci in guerra, la loro guerra totale e folle. Non possiamo permettere che l’Europa, nata dalle ceneri della Seconda guerra mondiale con popoli liberatisi della notte hitleriana, si trasformi in un teatro di repressione. Difendere il dissenso oggi non è solo un diritto: è un dovere morale e storico. Perché senza libertà di pensiero, non c’è democrazia. E senza democrazia, il futuro consumerà i nostri giovani come carne da cannone. No grazie.

Odo Gelli far festa | di Marco Travaglio

Ieri alla Camera hanno approvato in prima lettura (su quattro) la schiforma costituzionale che separa le carriere e i Csm dei giudici e dei pm, con i voti delle tre destre, di +Europa e di Azione.

La resa di Netanyahu

Alla fine il macellaio ha ceduto e senza raggiungere nessun obiettivo strategico. Né la liberazione degli ostaggi, né lo smantellamento di Hamas, né il tentativo di pulizia etnica. Una sconfitta militare palese.

O Roma o Orte | di Marco Travaglio

Il disastro ferroviario odierno, tra ritardi record e giustificazioni surreali, riflette l’inefficienza politica. Nordio propone scudi penali per agenti, ignorando diritti e legalità.

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