Missione Tajani: portare il Made in Italy fino ad Al-Qaeda
Il Ministro degli Esteri italiano stringe la mano all’ex numero due di al-Qaeda: un’immagine che rivela l’abisso di servilismo in cui siamo precipitati.
Il Ministro degli Esteri italiano stringe la mano all’ex numero due di al-Qaeda: un’immagine che rivela l’abisso di servilismo in cui siamo precipitati.
Questa indagine approfondita dell’Unità Investigativa di Al Jazeera denuncia crimini di guerra commessi da Israele nella Striscia di Gaza attraverso foto e video pubblicati online dagli stessi soldati israeliani durante il conflitto
Il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha condiviso senza commenti su Truth Social un video in cui Jeffrey Sachs, professore della Columbia University, definisce il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu un “figlio di puttana subdolo e malvagio” e lo accusa di aver coinvolto gli Stati Uniti in “guerre senza fine”.
Da Londra a Berlino, da Parigi a Budapest: il braccio destro di Trump detta la sua personale linea politica in Europa. E sogna l’ascesa dei nazionalisti
Lacrime al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite mentre l’ambasciatore palestinese Riyad Mansour condivide l’accorato appello di un medico di Gaza, che ha scritto un potente messaggio sulla lavagna dell’ospedale Al Awda prima di essere ucciso da un attacco israeliano.
La recente “rivelazione bomba” del New York Times presenta fatti che erano noti da tempo – facendo del suo meglio per ripulirli e renderli più accettabili.
Il “tentativo di corruzione” del premier slovacco Robert Fico ha rivelato la criminalità di Kiev, sostiene il politico esiliato Viktor Medvedchuk.
Dopo l’invasione israeliana della Striscia di Gaza, Goldberg ha accusato Israele di aver compiuto un genocidio a Gaza.
L’arresto di Cecilia Sala in Iran intreccia repressione, geopolitica e asimmetrie mediatiche, rivelando il peso degli interessi globali sul giornalismo.
Grimaldello finanziario – I colossi economici. Usa hanno complottato per impoverire il regime di Erdogan. Così il “Sultano” ha deciso di mischiare le carte e cambiare le alleanze: ne vediamo gli effetti in Siria
Facebook ha gravemente limitato la capacità delle testate giornalistiche palestinesi di raggiungere il pubblico durante la guerra tra Israele e Gaza, secondo una ricerca della BBC.
Un’esplosione a Mosca uccide il Ten. Gen. Igor Kirillov, parte della campagna ucraina per colpire figure chiave russe. Kiev mira a destabilizzare la guerra sul suolo russo.
Roland Dumas rivelò che Londra pianificava la destabilizzazione della Siria già nel 2009, un piano sostenuto dall’Occidente e giustificato da interessi israeliani.
L’attentato a Mosca uccide il generale Kirillov. È terrorismo moderno: guerra senza regole, psicologica, che mira a seminare panico e divisione.
L’uomo solo all’Eliseo. Non più la democrazia, ma solo i ghiribizzi di un presidente di destra e per giunta instabile psicologicamente
La guerra in Siria favorisce Israele e Turchia, indebolisce Iran e Russia e alimenta il caos geopolitico con obiettivi espansionisti e manipolazioni occidentali.
Sachs: Le politiche USA-Israele alimentano il caos in Siria e oltre. La caduta di Assad aumenta l’instabilità; il ruolo dell’Iran è incerto. Le aperture di pace vengono ignorate, il conflitto persiste.
Henry Kissinger e l’ex ambasciatore Jack Matlock dibattono sul futuro della NATO e della Russia durante il Vertice di Budapest del 5 dicembre 1994. La discussione è moderata da Robert MacNeil.
In Ucraina, molti giovani sono costretti alla leva forzata, picchiati e obbligati a firmare come volontari. La fuga è l’unica via per evitare la guerra.
In Siria, Assad è indebolito, i russi vogliono mantenere le basi, i curdi e i terroristi avanzano. Ignorate le tribù, il paese rischia la divisione definitiva.
In Siria, ignorare le tribù è fatale. Assad ha trascurato il potere tribale, causando il crollo sociale e militare di un Paese ora frammentato e in conflitto.
Riapre Notre Dame, Macron sfila tra leader stanchi e ipocrisie. Si celebrano simboli mentre l’Occidente ignora tragedie come Palestina e conflitti globali.
L’invasione Usa dell’Iraq del 2003 ha destabilizzato il Medio Oriente, alimentato il jihadismo e rafforzato l’egemonia di élite globali tramite caos e controllo.
La Georgia affronta proteste simili a Maidan, riflesso di tensioni globali tra Russia e Occidente, mentre rischia di diventare un nuovo campo di battaglia geopolitico.
La Siria, teatro di guerre per procura e tradimenti geopolitici, soffre una crisi umanitaria devastante tra ambizioni globali e caos controllato.
Il CCDH britannico mira a censurare Musk e influenzare le elezioni USA, alimentando preoccupazioni globali sulla libertà d’espressione e la manipolazione digitale.
Il vertice BRICS a Kazan e le previsioni economiche per il 2024 rappresentano solo l’inizio di una trasformazione che potrebbe ridisegnare radicalmente gli equilibri globali.
Ex funzionari militari israeliani, sia attuali che passati, hanno dichiarato che stanno perdendo la guerra a Gaza, mentre Hamas sta vincendo.
È la prima volta dal 1988 che il dibattito tra i candidati alla presidenza non viene organizzato dalla “Commission on Presidential Debates” ma direttamente da un network, appunto Cnn, che ha fissato regole molto precise.
di Stefania Maurizi Un bacio da film alla moglie Stella e il pugno alzato, appena sceso dall’aereo a Canberra, hanno chiuso i quattordici anni della persecuzione di Julian Assange e WikiLeaks. La saga è iniziata nel 2010, con la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano. Il fondatore di WikiLeaks aveva 39 anni, la prossima settimana ne compirà 53: gli Stati Uniti e il Regno Unito gli hanno preso i migliori anni della sua vita. E nessuno glieli restituirà. Ma perlomeno non gli hanno preso l’intera vita. Un patteggiamento negoziato con l’amministrazione Biden, ad appena cinque mesi dalle elezioni presidenziali americane, gli ha restituito la libertà, anche grazie alle pazienti trattative diplomatiche dell Australia di Anthony Albanese, il primo ministro di origini italiane, che, al contrario di tutti gli altri governi di Canberra, non ha abbandonato Assange. Arrivato nel suo paese, l’Australia, Julian Assange vuole stare per il momento in campagna, in the bush, in mezzo a quella natura che non conosce da quattordici anni e che ama. La moglie Stella, che ha tenuto una conferenza stampa all’arrivo, visibilmente commossa, ha sottolineato con tutta l’enfasi possibile che “Julian ha bisogno di recuperare: è questa la priorità” e nell’ esprimere la gratitudine del marito a tutti quelli che si sono battuti per la sua libertà, ha detto: “Vi chiedo di darci lo spazio e la privacy per farlo”. Su quello che farà una volta che si sarà rimesso, è buio pesto. WikiLeaks andrà avanti? L’avvocato americano Barry Pollack, che è parte del team legale di Julian Assange , ha dichiarato che non ci sono limitazioni su quello che il suo cliente potrà fare. Il testo del patteggiamento non le impone, né contiene il divieto di parlare con la stampa o viaggiare in giro per il mondo, a eccezione degli Stati Uniti, in cui Assange non può tornare “senza autorizzazione”. E gli Stati Uniti si sono impegnati “a non incriminarlo per nessuna accusa aggiuntiva [oltre a quella patteggiata] e che sia basata sui comportamenti precedenti a questo accordo, a meno che l’imputato non lo violi”. Tante volte WikiLeaks è stata data per finita, morta. Tante volte i vaticini funebri sono stati smentiti. Sarà così anche stavolta, o il patteggiamento di Julian Assange segna la fine della sua prigionia, ma anche della sua creatura? L’accordo rivela che le autorità americane gli hanno imposto di restituire o distruggere tutti i documenti che, a oggi, WikiLeaks non ha pubblicato, e Assange si impegna a non cercare informazioni sul suo caso giudiziario con il Freedom of Information Act (Foia) e a non promuovere azioni legali o richieste di risarcimento. Il testo del patteggiamento rivela anche un’altra informazione cruciale: “Alla data di questo accordo, gli Stati Uniti non hanno identificato alcuna vittima che si possa qualificare [come avente diritto] a un risarcimento individuale” per la rivelazione dei documenti segreti. Dunque nessuna vittima da risarcire. E allora come mai le autorità americane hanno sempre insistito sul fatto che Julian Assange e WikiLeaks avessero messo a rischio centinaia di vite? Il patteggiamento ha salvato Assange, ma non il giornalismo. L’interazione tra la fonte Chelsea Manning, che passò i 700mila documenti segreti del governo americano, e WikiLeaks è stata criminalizzata come un’associazione a delinquere sulla base di una legge americana del 1917: l’Espionage Act, che non fa alcuna distinzione tra i traditori, che passano informazioni segrete al nemico, e i giornalisti che li pubblicano per rivelare atrocità all’opinione pubblica. Rebecca Vincent, che guida le campagne di Reporters Sans Frontières e che ha seguito sistematicamente il processo di estradizione di Assange, dichiara al Fatto Quotidiano: “Siamo enormemente sollevati che Julian Assange sia finalmente libero: è una vittoria, attesa a lungo, per il giornalismo e per la libertà di stampa, che dimostra che la mobilitazione pubblica funziona! Nessuno deve essere più perseguito per aver rivelato informazioni nel pubblico interesse e l’Espionage Act deve essere urgentemente riformato in modo che non sia mai più usato in questo modo”. Il Fatto Quotidiano, 27 giugno 2024