Sarrasine | di Honoré de Balzac
“Sarrasine” di Balzac racconta di un giovane scultore che si innamora di una cantante d’opera, Zambinella, ignaro che sia un castrato, in un dramma d’amore e inganno.
“Sarrasine” di Balzac racconta di un giovane scultore che si innamora di una cantante d’opera, Zambinella, ignaro che sia un castrato, in un dramma d’amore e inganno.
Il mito di Orfeo ed Euridice è una delle storie più affascinanti e struggenti della mitologia greca, spesso interpretata come una riflessione sull’amore, la perdita e l’impossibilità di sfuggire al destino.
La mitologia ha per oggetto lo studio dei miti creati dalle varie civiltà e dai diversi popoli. Che cosa è il mito? Questa parola è greca (mythos) e significa racconto. È necessario però aggiungere che il mito è un racconto favoloso, che si è formato in età antichissime presso le primitive comunità umane. Racconto favoloso, abbiamo detto, ma ben distinto dalla favola e dalla fiaba. Esso infatti ha le sue radici nella realtà, mentre nella fiaba e nella favola ha parte essenziale tutto ciò che nasce esclusivamente dall’immaginazione. Cerchiamo di immaginare la vita degli uomini primitivi, che, usciti dalle tenebrose e fredde caverne, a poco a poco si riuniscono in gruppi e formano tribù e villaggi, imparano a servirsi del fuoco e dei metalli e si suddividono varie attività, cercando di aiutarsi fra loro per affrontare le molteplici difficoltà della sopravvivenza. Le loro energie sono completamente impegnate nella ricerca del cibo e nella difesa di se stessi e della prole. Senza dubbio il mondo appare a questi nostri lontanissimi antenati sede di fenomeni per loro misteriosi e inspiegabili: il sole si stacca dal cielo, torna al giorno e alla notte; la luna compare presso l’orizzonte, diventa un grande globo luminoso e poi di nuovo gradatamente si assottiglia; uragani e tempeste scoppiano all’improvviso; terremoti, inondazioni, eruzioni di vulcani provocano devastazioni; la vegetazione e i frutti della terra a epoche fisse muoiono e rinascono; la natura appare ora come una madre benigna, ora come una temenda castigatrice. Chi dirige tutte queste vicende? Chi ha creato il cielo e i suoi astri, la terra, il mare? Perché gli esseri viventi nascono e muoiono? E che cosa è la morte? A tali domande l’uomo non trova risposta per mezzo della ragione, che gli fornisce solo poche e primitive conoscenze e perciò egli ne cerca la spiegazione con la fantasia. Alla fantasia pare che la natura sia tutta quanta animata e che ne abbiano il dominio esseri superiori all’uomo: essi sono stati creatori dell’universo; governano il destino degli uomini e li aiutano e li proteggono, se lo meritano, e li puniscono, se sono colpevoli; essi non sono soggetti alla sconfitta, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte; essi sono divinità. In tal modo la realtà, fantasticamente rielaborata, risulta ingrandita e abbellita; in conseguenza si forma, nelle diverse regioni di ogni continente, in Europa come in Asia, in Africa come in America, un insieme di credenze, che, gelosamente custodite e tramandate oralmente di generazione in generazione, formano un patrimonio comune di leggende, costituiscono cioè i miti di ogni popolo. Questi miti, che intendono dare una spiegazione dei fenomeni naturali, sono detti miti naturalistici. * * * L’EPICA ANTICA A questi grandi antichissimi temi, con il succedersi degli avvenimenti, altri se ne accostano, perché ogni popolazione vuole mantenere vivo il ricordo di grandi imprese guerresche compiute dai propri antenati. Tali spedizioni militari, causate da desiderio di conquista o da rivalità commerciali o ancora da rappresaglie e vendette, risalgono bensì a una realtà storica, ma la fantasia, trascurando i motivi politici ed economici che sono stati la causa reale dell’impresa stessa, vi sostituisce elementi fantastici, storie di passioni travolgenti (amore, odio, gelosia, desiderio di avventura, di gloria, di potere…), che sollecitano l’immaginazione. A capo di tali imprese vi è spesso un eroe della stirpe, al quale il racconto fantasticato attribuisce virtù – e talvolta origini – divine. Eroe è parola greca, che significando appunto protettore, viene ad indicare un forte e valoroso combattente, un benefattore del popolo intero, di cui diventa il capo: per i suoi meriti viene divinizzato, cioè onorato come un dio e tale venerato. Si formano in tal modo i cosiddetti miti storici: alla loro base vi è un fatto storicamente avvenuto; i personaggi coinvolti sono esistiti realmente e vi presero parte; ma il fatto, accaduto da tempo, non è ricordato con esattezza e perciò la fantasia vi aggiunge particolari straordinari, facendo sì che l’immaginazione popolare, a lungo andare, renda eroico ciò che eroico non è stato. In tal modo i miti, quelli naturalistici, quelli degli eroi storici, sono tramandati di generazione in generazione, assumono cioè un vero e proprio valore religioso. Nei tempi più remoti essi hanno la forma di canti corali anonimi: la comunità intera si riunisce per cantarli quando parte per importanti spedizioni di guerra e di caccia, o si prepara per emigrare in altre terre, o per compiere importanti operazioni agricole e pastorali. I canti spesso sono accompagnati non solo dalla musica, ma anche da danze mimiche ( = movimenti e gesti) che raffigurano le azioni, e la loro esecuzione è di composimenti in versi. Il succedersi dei versi infatti costituisce per di sé stesso un discorso ritmato, con cadenze e pause fisse, che spontaneamente si accompagnano al canto e alla musica. Procedendo poi i tempi e formandosi società strutturate diversamente, gli antichissimi canti cominciano ad essere eseguiti da singoli cantori, detti nel mondo greco aedi (e altrove bardi, giullari…), che, vagando di città in città, dall’una all’altra reggia, li cantano accompagnandosi con il suono della cetra: naturalmente vi aggiungono episodi di invenzione personali, li rielaborano e li modificano. Altri cantori poi, detti, sempre con parola greca, rapsodi (termine che significa cucitori di canti), li aggregano attorno a un episodio fondamentale, dando loro spesso forma più stabile per mezzo della scrittura, li uniscono fra loro, in modo che si indichino raggruppamenti organici e ne formano un poema sostanzialmente unitario. Tale rievocazione dei miti forma, presso le varie comunità umane, l’oggetto della poesia detta epica. Epopea, epico sono parole che derivano anch’esse, come mito, da una parola greca (epos), che significa «narrazione», «racconto»; ogni popolo attinge dai propri miti il suo patrimonio epico. Caratteristica fondamentale del poema epico è quella di essere una narrazione, per lo più ampia e in versi, che espone in tono solenne antichi miti e avvenimenti memorabili e grandiosi, in cui hanno parte gli dèi e gli eroi. Naturalmente non nel corso degli stessi secoli né con la stessa uniformità nascono presso i singoli popoli le varie
Il testo del celebre capitolo del Piccolo Principe in cui il protagonista incontra la volpe
Nei “Promessi Sposi”, Manzoni unisce morale cristiana e realismo, esaltando la saggezza degli umili e creando un’opera chiave per la nascita della letteratura italiana moderna.
Woody Allen, da comico cabarettistico a regista di successo, con uno stile satirico influenzato dal teatro yiddish, Groucho Marx e l’intellighenzia newyorkese.
Vermiglio di Delpero è un dramma silenzioso ambientato in un villaggio durante la Seconda Guerra Mondiale, dove la quiete quotidiana nasconde tensioni profonde e non dette. Gran Premio della Giuria a Venezia81
Il saggio di Camus su Kafka esplora l’assurdo nella sua opera, evidenziando il conflitto tra logica e speranza, e l’eterna ricerca di grazia in un mondo alienante.
Emmanuel Todd analizza dieci sorprese della guerra Russia-Ucraina, rivelando la resistenza ucraina, la resilienza russa e l’isolamento ideologico dell’Occidente.
“Sardegna come un’infanzia” è un viaggio poetico di Vittorini, tra memorie d’infanzia e riflessioni sulla vita, in una Sardegna mitica e ancestrale.
L’ultima tentazione di Cristo è molto più di un film religioso. È un’esplorazione filosofica che mette in scena la tensione tra Nietzsche e Bergson, tra l’Übermensch e l’élan vital, tra la rinuncia e la creazione.
In Queer, William Lee si innamora ossessivamente di Eugene e lo porta in un viaggio psichedelico in Ecuador, esplorando desiderio, identità e cuori spezzati.
Ilan Pappé, in Lobbying for Zionism on Both Sides of the Atlantic, esplora l’influenza della lobby pro-Israele e il perché Israele cerchi ancora legittimazione internazionale.
Maniac di Benjamin Labatut esplora il confine tra genialità e follia, intrecciando scienza e morale in un racconto complesso e inquietante sulla natura del progresso.
La nausea di Sartre rivela l’esistenza come immanenza priva di senso. L’arte è l’unica via di fuga, trasformando l’orrore dell’esistenza in significato.
Il “Barone rampante” di Calvino unisce narrazione filosofica e avventura, con un linguaggio essenziale e distaccato, superando il realismo ottocentesco
Stefano è perseguitato per tutta la vita dal colombre, un leggendario squalo, scoprendo solo alla fine che non era un nemico ma un messaggero con un dono.
“Sbatti il mostro in prima pagina” in versione restaurata. La nuova serie su Enzo Tortora. Il remake de “I pugni in tasca”. Il regista riflette su fake news, potere, impegno politico
Una vittima è chi subisce l’azione piuttosto che agire, influenzata da persone o circostanze. Alcuni nascono vittime, altri lo diventano a causa di eventi casuali o del proprio comportamento, come Hemingway e altri artisti e personaggi famosi. Essere vittime sembra seguire un principio di sequenzialità negli eventi sfortunati. Conoscere la storia delle vittime può aiutare a evitare simili disgrazie, applicando il principio del minimax, che suggerisce di prepararsi al peggio per prevenirlo. Il “Registro delle Vittime” può quindi diventare uno strumento utile per prevenire incidenti e fornire spunti di riflessione. * * * di William S. Burroughs Una vittima è colui che subisce l’azione piuttosto che agire. È ferito, malato, incarcerato, affamato o morto—cioè, è influenzato da altre persone o dalle circostanze, o da entrambe. Alcune persone rientrano nella categoria delle vittime nate; possono nascere in una povertà senza speranza o con deformità congenite. Altri diventano vittime a causa di circostanze apparentemente casuali—incidenti, terremoti, incendi, alluvioni, epidemie. Alcuni raggiungono la condizione di vittima; sono inclini a incidenti o sfortune. La vittima irriducibile è quella che raggiunge la propria condizione. Qui è applicabile il geroglifico egiziano di un uomo che si spacca la testa. Prendiamo Hemingway per esempio; un water gli cadde in testa a Parigi, si sparò al piede cercando di uccidere un pesce arpionato, fu ferito in una serie di incidenti aerei e automobilistici. Infatti, l’elenco di tali “realizzatori” è lungo, con artisti, scrittori e performer in primo piano: F. Scott Fitzgerald, Malcolm Lowry, Baudelaire, Rimbaud, Modigliani, Van Gogh, Janis Joplin, James Dean, Isadora Duncan, e Jack e Bobby Kennedy. La vittima cronica sembra in alcuni casi dotata di poteri telecinetici negativi. (Un uomo è stato colpito da un fulmine undici volte!) Sono una calamita per sé stessi e per chiunque si trovi nelle loro vicinanze. Basta camminare per strada con uno di questi Giona e succederà qualcosa di brutto. Quindi, potreste chiedere, non è sfortunato un Registro delle Vittime? Al contrario, penso che un tale libro possa permetterci di trarre profitto dagli errori e dalle disgrazie dei nostri predecessori e evitare qualche trappola mortale. Siamo in grado di vedere ciò che loro non potevano e prendere misure evasive in tempo. Questo è il principio del minimax: supponiamo che il peggio possa accadere e agiamo di conseguenza; ricordiamo che il fulmine colpisce sempre due volte nello stesso punto. Questa è una legge di base nota a tutti i giocatori di successo. Vincere e perdere vengono a strisce; infatti, tutti gli incidenti sembrano disporsi in sequenze, come se un incidente attirasse magneticamente eventi simili. Tenete gli occhi aperti e vedrete questa legge in azione. Se mancate un treno per un pelo, è molto più probabile che mancherete anche il successivo; vedete un uomo che cammina per strada parlando da solo e probabilmente ne vedrete un altro; incontrate un commesso o un cameriere scortese e ne incontrerete un altro che userà esattamente le stesse parole. Sfogliate un giornale: due persone annegate nella vasca da bagno lo stesso giorno, incendi e incidenti simili . . . (non ho già letto questa storia?) o una serie di morti di persone della stessa età. Giovedì, 18 maggio 1979: morto in un incidente aereo . . . aereo monomotore pilotato da Kevin Brown, 22 anni . . . uomo trovato carbonizzato era Clyde N. Olsen, 22 anni . . . uomo di Casper, 22 anni, muore in un incidente stradale . . . uomo di 22 anni condannato per omicidio. Supponiamo che questo sia il giorno in cui una vittima è morta—non una vittima qualunque, ma una con cui vi identificate particolarmente. State attenti. Questo è un giorno pericoloso per voi. Ricordate, chi ignora la storia è condannato a ripeterla. Più sapete di quella vittima e della sua morte, meglio è. Qual è stata la causa della morte? Che giorno della settimana? Cos’altro è successo in quel giorno? Le ultime parole? So da un libro, La Morte di Jesse James, che è morto lunedì, 3 aprile 1882, e la temperatura era di 46 gradi. Fu colpito mentre aveva tolto le pistole per pulire un quadro. “Quel quadro è terribilmente impolverato,” furono le sue ultime parole. Bene, se vi identificate con Jesse James, non lasciate che vostra suocera vi convinca a salire su una scala per spolverare un quadro il 3 aprile. Fate attenzione quando guidate nel giorno in cui James Dean è morto—e lasciate la sciarpa a casa nell’ultimo giorno di Isadora Duncan. Quando Malcolm X arrivò all’auditorium il giorno in cui fu colpito, il suo passo mancava del vigore abituale, come se fosse già morto. Fratelli, quello è un giorno per restare a casa. Bobby Kennedy ebbe un misterioso svenimento sul palco due giorni prima di essere ucciso. Una settimana prima di Dallas, una donna si avvicinò a meno di due piedi da JFK e gli scattò una foto. “Avrebbe potuto assassinare il Presidente,” dichiarò senza mezzi termini un funzionario. Questo Registro delle Vittime vi farà notare cose del genere. Se fossi un politico a rischio di assassinio e qualcuno si avvicinasse a meno di due piedi da me, licenzierei ogni guardia del corpo nel mio entourage e chiederei delle pistole a de Gaulle. Nessuno si è mai avvicinato a meno di due piedi dal Generale. E starei lontano da Dallas il 22 novembre. Hemingway avrebbe dovuto sapere di non volare in un aereo leggero nei pressi del Kilimangiaro. Il danno cerebrale che subì in quell’incidente provocò il suo suicidio pochi anni dopo. Puntò una doppietta alla fronte e premette entrambi i grilletti. “Bianco bianco bianco a perdita d’occhio davanti un lampo accecante di bianco le nevi del Kilimangiaro.” Il Registro delle Vittime può salvarvi un sacco di guai in questo modo; può persino salvarvi la vita. Considerate la possibilità di fallimento o sfortuna, e avete già percorso il cammino di entrambi. Supponiamo che dobbiate andare a un incontro cruciale. Prima considerate tutto ciò che può andare storto. Poi considerate come l’incontro potrebbe avere successo. Affrontare la possibilità di fallimento attiva il successo. (Gli
William Burroughs uccide accidentalmente la moglie nel 1951, trasformandosi in un’icona controversa della Beat Generation, esplorando temi come cinema, politica e il cut-up.
Il leggendario “Napoléon vu par Abel Gance”, dopo un paziente lavoro di ricerca e restauro durato quasi 16 anni, è stato riportato ai fasti della “Grande Vérsion” originale, poi tagliata e rimaneggiata col passare degli anni
In “Aggiustare l’universo” di Raffaella Romagnolo, la maestra Gilla e la giovane Ester, sopravvissuta all’Olocausto, trovano speranza e rinascita nel dopoguerra italiano.
“Chi dice e chi tace” esplora segreti, desiderio e violenza in una comunità italiana degli anni ’70 attraverso la misteriosa vita e morte di Vittoria.
“Le Passanti” di De André riflette sul rimpianto per amori mai vissuti, incontri fugaci che lasciano un segno profondo, simboli di occasioni e felicità perdute.
Manzoni usa questa frase per sottolineare come, durante la crisi della peste, il buon senso individuale e la ragione siano spesso stati sopraffatti dalle credenze irrazionali e dalle superstizioni del senso comune.
L’Ansia incontra la Gioia nel seguito di Pixar—prevedibilmente affascinante—del suo innovativo successo del 2015. La Tristezza è ancora presente, così come la Paura e il Disgusto.
Fratelli d’Italia è un’opera complessa e stratificata, che richiede attenzione e impegno, ma che ripaga il lettore con una visione acuta e ironica della società italiana.
“Inside Out 2” esplora le emozioni adolescenziali di Riley, introducendo nuovi sentimenti ma evitando il tema dell’amore. Divertente ma meno potente del primo film.
Il grande regista turco ha una predilezione per i personaggi maschili misantropi, ma il protagonista del suo ultimo film incontra una donna che sfida il suo cinismo istintivo.
Storia di un insegnante che lavora in un villaggio curdo e da lì vuole fuggire. Regia di Nuri Bilge Ceylan.