La mitologia ha per oggetto lo studio dei miti creati dalle varie civiltà e dai diversi popoli.
Che cosa è il mito? Questa parola è greca (mythos) e significa racconto. È necessario però aggiungere che il mito è un racconto favoloso, che si è formato in età antichissime presso le primitive comunità umane. Racconto favoloso, abbiamo detto, ma ben distinto dalla favola e dalla fiaba. Esso infatti ha le sue radici nella realtà, mentre nella fiaba e nella favola ha parte essenziale tutto ciò che nasce esclusivamente dall’immaginazione.
Cerchiamo di immaginare la vita degli uomini primitivi, che, usciti dalle tenebrose e fredde caverne, a poco a poco si riuniscono in gruppi e formano tribù e villaggi, imparano a servirsi del fuoco e dei metalli e si suddividono varie attività, cercando di aiutarsi fra loro per affrontare le molteplici difficoltà della sopravvivenza. Le loro energie sono completamente impegnate nella ricerca del cibo e nella difesa di se stessi e della prole.
Senza dubbio il mondo appare a questi nostri lontanissimi antenati sede di fenomeni per loro misteriosi e inspiegabili: il sole si stacca dal cielo, torna al giorno e alla notte; la luna compare presso l’orizzonte, diventa un grande globo luminoso e poi di nuovo gradatamente si assottiglia; uragani e tempeste scoppiano all’improvviso; terremoti, inondazioni, eruzioni di vulcani provocano devastazioni; la vegetazione e i frutti della terra a epoche fisse muoiono e rinascono; la natura appare ora come una madre benigna, ora come una temenda castigatrice. Chi dirige tutte queste vicende? Chi ha creato il cielo e i suoi astri, la terra, il mare? Perché gli esseri viventi nascono e muoiono? E che cosa è la morte? A tali domande l’uomo non trova risposta per mezzo della ragione, che gli fornisce solo poche e primitive conoscenze e perciò egli ne cerca la spiegazione con la fantasia.
Alla fantasia pare che la natura sia tutta quanta animata e che ne abbiano il dominio esseri superiori all’uomo: essi sono stati creatori dell’universo; governano il destino degli uomini e li aiutano e li proteggono, se lo meritano, e li puniscono, se sono colpevoli; essi non sono soggetti alla sconfitta, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte; essi sono divinità.
In tal modo la realtà, fantasticamente rielaborata, risulta ingrandita e abbellita; in conseguenza si forma, nelle diverse regioni di ogni continente, in Europa come in Asia, in Africa come in America, un insieme di credenze, che, gelosamente custodite e tramandate oralmente di generazione in generazione, formano un patrimonio comune di leggende, costituiscono cioè i miti di ogni popolo. Questi miti, che intendono dare una spiegazione dei fenomeni naturali, sono detti miti naturalistici.
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L’EPICA ANTICA
A questi grandi antichissimi temi, con il succedersi degli avvenimenti, altri se ne accostano, perché ogni popolazione vuole mantenere vivo il ricordo di grandi imprese guerresche compiute dai propri antenati. Tali spedizioni militari, causate da desiderio di conquista o da rivalità commerciali o ancora da rappresaglie e vendette, risalgono bensì a una realtà storica, ma la fantasia, trascurando i motivi politici ed economici che sono stati la causa reale dell’impresa stessa, vi sostituisce elementi fantastici, storie di passioni travolgenti (amore, odio, gelosia, desiderio di avventura, di gloria, di potere…), che sollecitano l’immaginazione.
A capo di tali imprese vi è spesso un eroe della stirpe, al quale il racconto fantasticato attribuisce virtù – e talvolta origini – divine. Eroe è parola greca, che significando appunto protettore, viene ad indicare un forte e valoroso combattente, un benefattore del popolo intero, di cui diventa il capo: per i suoi meriti viene divinizzato, cioè onorato come un dio e tale venerato. Si formano in tal modo i cosiddetti miti storici: alla loro base vi è un fatto storicamente avvenuto; i personaggi coinvolti sono esistiti realmente e vi presero parte; ma il fatto, accaduto da tempo, non è ricordato con esattezza e perciò la fantasia vi aggiunge particolari straordinari, facendo sì che l’immaginazione popolare, a lungo andare, renda eroico ciò che eroico non è stato.
In tal modo i miti, quelli naturalistici, quelli degli eroi storici, sono tramandati di generazione in generazione, assumono cioè un vero e proprio valore religioso. Nei tempi più remoti essi hanno la forma di canti corali anonimi: la comunità intera si riunisce per cantarli quando parte per importanti spedizioni di guerra e di caccia, o si prepara per emigrare in altre terre, o per compiere importanti operazioni agricole e pastorali. I canti spesso sono accompagnati non solo dalla musica, ma anche da danze mimiche ( = movimenti e gesti) che raffigurano le azioni, e la loro esecuzione è di composimenti in versi. Il succedersi dei versi infatti costituisce per di sé stesso un discorso ritmato, con cadenze e pause fisse, che spontaneamente si accompagnano al canto e alla musica.
Procedendo poi i tempi e formandosi società strutturate diversamente, gli antichissimi canti cominciano ad essere eseguiti da singoli cantori, detti nel mondo greco aedi (e altrove bardi, giullari…), che, vagando di città in città, dall’una all’altra reggia, li cantano accompagnandosi con il suono della cetra: naturalmente vi aggiungono episodi di invenzione personali, li rielaborano e li modificano. Altri cantori poi, detti, sempre con parola greca, rapsodi (termine che significa cucitori di canti), li aggregano attorno a un episodio fondamentale, dando loro spesso forma più stabile per mezzo della scrittura, li uniscono fra loro, in modo che si indichino raggruppamenti organici e ne formano un poema sostanzialmente unitario. Tale rievocazione dei miti forma, presso le varie comunità umane, l’oggetto della poesia detta epica.
Epopea, epico sono parole che derivano anch’esse, come mito, da una parola greca (epos), che significa «narrazione», «racconto»; ogni popolo attinge dai propri miti il suo patrimonio epico. Caratteristica fondamentale del poema epico è quella di essere una narrazione, per lo più ampia e in versi, che espone in tono solenne antichi miti e avvenimenti memorabili e grandiosi, in cui hanno parte gli dèi e gli eroi.
Naturalmente non nel corso degli stessi secoli né con la stessa uniformità nascono presso i singoli popoli le varie mitologie e le conseguenti epopee: esse si sono formate in epoche diverse e sotto climi diversi, sebbene in molte di esse appaiano gli stessi temi e risultino chiare alcune rassomiglianze fondamentali: basti ricordare la narrazione del diluvio, che appare nell’epopea babilonese di Gilgamesh, nella Bibbia, e nell’epica greca classica.
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Note
- mito: racconto favoloso nato in età primitive e tramandato di generazione in generazione.
- miti naturalistici: spiegazioni dei fenomeni naturali.
- eroe: protettore, difensore e benefattore di un intero popolo.
- miti storici: racconti favolosi ricavati da fatti realmente accaduti e rielaborati dalla fantasia.
- aedi: cantori della Grecia primitiva; si esibivano alla corte di un re.
- rapsodi: cantori greci che narravano poemi epici al popolo radunato nelle piazze.
- poema epico: raccolta scritta di canti riuniti intorno a un episodio fondamentale.
- epopea: ampia narrazione, per lo più in versi, che raccoglie in un’opera unitaria miti di un intero popolo.
- mitologia: studio dei miti creati dalle varie civiltà.