Il romanzo “Sulla pietra” di Fred Vargas ci trasporta nel cuore pulsante del tredicesimo arrondissement di Parigi, dove il commissario Adamsberg, con il suo modus operandi singolare e spesso impenetrabile, guida l’Anticrimine. La narrazione si apre con un episodio emblematico della sua natura: una mattina, Adamsberg si presenta al commissariato trasportando con delicatezza un riccio ferito, vittima di un’auto pirata, che ha raccolto per strada. Questo gesto, profondamente umano e disinteressato, mette in luce l’indole altruistica e l’atteggiamento anticonformista del commissario, sempre più avvezzo a occuparsi dei deboli e degli indifesi.
La trama prende una piega decisiva quando Adamsberg viene coinvolto in un misterioso omicidio a Louviec, un pittoresco paesino della Bretagna. La vittima, Gaël Leuven, noto guardiacaccia dal carattere spigoloso, viene ritrovata con due coltellate al torace. Le sue ultime parole, frammentarie e criptiche, sembrano accusare un certo “visconte”, che si scopre essere Josselin de Chateaubriand, uomo dalla straordinaria somiglianza con il celebre scrittore del passato.
Adamsberg, rinomato per la sua capacità di cogliere dettagli apparentemente insignificanti, avvia un’indagine che lo porta a scoprire legami con il passato e a confrontarsi con le leggende locali. Il fantasma del conte di Combourg, detto “lo Zoppo”, un’entità leggendaria che si dice infesti le strade di Louviec, gioca un ruolo cruciale nella vicenda. “Di notte si sente la gamba di legno schioccare sul lastricato delle strade,” una leggenda che alimenta le paure degli abitanti e crea un’atmosfera di suspense e mistero.
Nel corso dell’indagine, il commissario si imbatte nelle resistenze locali e nelle complessità politiche. La presenza di un discendente di Chateaubriand, che cerca di mantenere un basso profilo nonostante il suo legame con un passato illustre, aggiunge un ulteriore livello di complessità alla vicenda. Josselin viene descritto come un uomo umile e riservato, la cui somiglianza con l’antenato famoso è tanto una benedizione quanto una maledizione.
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Fred Vargas, con il suo stile inconfondibile, mescola abilmente il realismo con il surreale, creando un mondo dove il passato e il presente si intrecciano in un continuo dialogo. La sua prosa è ricca di dettagli evocativi e di personaggi profondamente umani. Il commissario Adamsberg, con il suo comportamento spesso enigmatico e le sue intuizioni quasi soprannaturali, incarna perfettamente l’antieroe moderno: “Adamsberg seguiva il suo vento personale,” un detective che si fida del suo istinto più che delle prove tangibili, navigando tra le pieghe dell’inconscio e dell’intuito.
Vargas utilizza un linguaggio preciso e poetico, capace di trasportare il lettore nelle strade e nei paesaggi della Francia, facendogli vivere le stesse emozioni e inquietudini dei personaggi. La descrizione del fantasma dello Zoppo, con la sua gamba di legno che risuona nelle notti di Louviec, è un esempio perfetto della sua capacità di creare un’atmosfera gotica e misteriosa: “Di notte si sente la gamba di legno schioccare sul lastricato delle strade.”
I dialoghi, spesso intrisi di un sottile umorismo, riflettono le dinamiche interpersonali e le tensioni all’interno del gruppo investigativo. La relazione tra Adamsberg e il suo vice, Danglard, è particolarmente significativa. Danglard, con la sua erudizione enciclopedica e il suo amore per l’ordine e la logica, rappresenta il perfetto contraltare al caos metodico di Adamsberg. Le loro conversazioni offrono momenti di riflessione e di approfondimento psicologico, arricchendo ulteriormente la narrazione con sfumature di complessità emotiva.
“Sulla pietra” si distingue per la sua capacità di mescolare il giallo classico con elementi fantastici e storici. Fred Vargas riesce a creare un universo narrativo dove le leggende locali e i fantasmi del passato influenzano le vicende contemporanee, rendendo la storia avvincente e imprevedibile. La presenza del fantasma del conte di Combourg non è solo un espediente narrativo, ma un elemento che aggiunge profondità e fascino alla trama, collegando i misteri del presente con quelli del passato.
La figura di Josselin de Chateaubriand, con la sua somiglianza fisica e spirituale al celebre scrittore, è un altro esempio della creatività dell’autrice. Questo personaggio rappresenta il legame tra le generazioni, un ponte tra il mondo moderno e quello antico, e la sua storia personale aggiunge un tocco di malinconia e introspezione alla narrazione.
“Sulla pietra” è un romanzo che affascina e coinvolge grazie alla maestria di Fred Vargas nel creare trame intricate e atmosfere suggestive. La sua capacità di mescolare realtà e leggenda, di dipingere personaggi complessi e umani, e di mantenere un equilibrio perfetto tra suspense e poesia, rende questo libro una lettura imperdibile per gli amanti del giallo e della narrativa di qualità. La prosa di Vargas, con la sua eleganza e precisione, cattura l’essenza dei luoghi e delle persone, trasportando il lettore in un viaggio indimenticabile attraverso i misteri e le ombre della Francia contemporanea.
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