di Antonello Guerrera
LONDRA–È sempre più terra bruciata intorno a Neil Gaiman. Il celebre e prolifico scrittore fantasy inglese è stato scaricato dalla prima casa editrice, l’americana Dark Horse Comics, che due giorni fa ha scritto online: «Prendiamo molto sul serio le accuse contro Gaiman. Non pubblicheremo più le sue opere».
Lo scorso giugno, l’editore dell’Oregon aveva lanciato la serie di fumetti dei Ragazzi di Anansi, ispirata al romanzo del 2005 di Gaiman. Sinora sono arrivate in libreria sette delle otto tranche previste, l’ultima lo scorso 15 gennaio. Ora, la serie termina qui.
Si tratta del primo boicottaggio esplicito, da parte dell’editoria, contro il padre di Sandman, American Gods e L’oceano in fondo al sentiero. Ma, dietro le quinte, la sua cancellazione sembra essere ben più pesante. Le americane HarperCollins e W.W. Norton hanno dichiarato di non avere in programma libri di Gaiman in futuro. Marvel Comics ha fatto lo stesso. Ancora più criptiche, invece, le posizioni di altri grandi editori anglosassoni come Bloomsbury, Penguin, Hachette e Titan. Ma, come ricorda il Guardian, molti hanno sbattuto la porta in faccia a Gaiman anche nel grande e piccolo schermo. Qualche settimana fa, un adattamento di Buona apocalisse a tutti!, dal romanzo scritto insieme al compianto Terry Pratchett, è stato brutalmente sforbiciato da Amazon Prime Video e ora terminerà con un singolo episodio da 90 minuti, invece dell’intera stagione prevista. Mentre la Disney ha comunicato che il film tratto dal romanzo Figlio del Cimitero è stato congelato.
Le prime accuse contro il 64enne Gaiman sono emerse lo scorso luglio in un podcast di Tortoise a cura di Paul Caruana Galizia, figlio della giornalista maltese Daphne assassinata nel 2017 per i suoi articoli, e Rachel Johnson, sorella dell’ex primo ministro britannico Boris. Un podcast dal nome Master, simile al titolo dello stemma aristocratico del New York Magazine apparso lo scorso 13 gennaio: Call me master. Chiamami padrone. Una ricostruzione che descrive Gaiman, durante i suoi presunti abusi e violenze, avvolto ripetutamente in posture e atteggiamenti imposti alle sue vittime, secondo le testimonianze di queste ultime.
Inizialmente, erano due le donne che hanno denunciato Gaiman. A far sapere i loro nomi, il New York Magazine ha parlato con quasi tutte le prime vittime che hanno raccontato la loro ricostruzione dei fatti. Per esempio, la neozelandese Scarlett Pavlovich, all’epoca 22enne, nel 2002 conobbe Amanda Palmer, allora moglie dello scrittore, e diventò la babysitter dell’ultimo figlio della coppia. In una delle testimonianze, Pavlovich sostiene che Gaiman l’abbia violentata, ricordando anche il burro in cucina, come nella scandalosa scena di Ultimo tango a Parigi. La donna racconta che a Gaiman «non importava nulla che ci fosse il bambino in giro, anzi gli diceva “continua a giocare con l’iPad” mentre faceva sesso con me». Altre donne hanno raccontato di pratiche sadomaso di cui non erano state informate preventivamente per poi sentirsi dire: «Sono un uomo molto ricco, di solito ottengo quello che voglio».
Gaiman, che sinora nel mondo dell’arte aveva sempre avuto la fama di casanova colto con i suoi fan, scivolosi capelli lunghi e il look dark, ha negato strenuamente le accuse sul suo blog, poco meno di due settimane fa. «Non ho mentito i rapporti sessuali, ma sono stati sempre consensuali e non c’è stata alcuna violenza. Mai e poi mai. Non mi farò costringere ad ammettere azioni che non ho commesso. Queste storie orrende non sono mai accadute. Ho riletto i messaggi dell’epoca con le donne in questione e riflettono il mutuo consenso di persone in una relazione positiva».
L’unica cosa che si rimprovera Gaiman è che «a volte per loro non sono stato disponibile a livello emotivo come a livello sessuale. Sono solo un uomo che ha abusato di parte mia». Il paradosso è che Gaiman, ex giornalista rock nato nell’Hampshire inglese da una famiglia ebraica poi convertitasi a Scientology, nei suoi libri ha spesso scritto di violenze e umiliazioni subite da donne, vedi l’episodio di Calliope in Sandman. Ma finora ciò era sempre stato considerato un atteggiamento di profonda empatia verso di loro, come ha notato Tara Prescott-Johnson nel saggio Feminism in the Worlds of Neil Gaiman. Oggi invece, come nel suo celebre romanzo Stardust, della stella dello scrittore sembra essere rimasta soprattutto la polvere.
Pubblicato sulle pagine della Cultura di Repubblica del 28 gennaio 2025