Il dialogo con la volpe: l’essenziale è invisibile agli occhi

Il testo del celebre capitolo del Piccolo Principe in cui il protagonista incontra la volpe

Questo celebre brano del Piccolo Principe è comunemente conosciuto come “L’incontro con la volpe” o “Il dialogo con la volpe”. Spesso ci si riferisce a esso proprio sottolineando il momento in cui la volpe spiega al Piccolo Principe il concetto di “addomesticamento” e la celebre frase “L’essenziale è invisibile agli occhi”, che ne rappresenta il nucleo tematico.

* * *

In quel momento apparve la volpe.

“Buon giorno,” disse la volpe.

“Buon giorno,” rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.

“Sono qui,” disse la voce, “sotto al melo…”

“Chi sei?” domandò il piccolo principe, “sei molto carina…”

“Sono una volpe,” disse la volpe.

“Vieni a giocare con me,” le propose il piccolo principe, “sono così triste…”

“Non posso giocare con te,” disse la volpe, “non sono addomesticata.”

“Ah! scusa,” fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

“Che cosa vuol dire addomesticare?”

“Non sei di queste parti, tu,” disse la volpe, “che cosa cerchi?”

“Cerco gli uomini,” disse il piccolo principe. “Che cosa vuol dire addomesticare?”

“Gli uomini,” disse la volpe, “hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso! Allevano anche delle galline. È il loro interesse. Tu cerchi delle galline?”

“No,” disse il piccolo principe. “Cerco degli amici. Che cosa vuol dire addomesticare?”

“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”

“Creare dei legami?”

“Certo,” disse la volpe. “Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E io non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo.”

“Comincio a capire,” disse il piccolo principe. “C’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato…”

“È possibile,” disse la volpe. “Capita di tutto sulla Terra…”

“Oh! non è sulla Terra,” disse il piccolo principe.

La volpe sembrò perplessa:

“Su un altro pianeta?”

“Sì.”

“Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?”

“No.”

“Questo mi interessa! E delle galline?”

“No.”

“Non c’è niente di perfetto,” sospirò la volpe.

Ma dopo un momento ritornò alla sua idea:

“La mia vita è monotona. Io dò la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato! Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano…”

La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:

“Per favore… addomesticami!” disse.

“Volentieri,” rispose il piccolo principe, “ma non ho molto tempo. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose.”

“Non si conoscono che le cose che si addomesticano,” disse la volpe. “Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico, addomesticami!”

“Che bisogna fare?” domandò il piccolo principe.

“Bisogna essere molto pazienti,” rispose la volpe. “In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino…”

Il piccolo principe ritornò l’indomani.

“Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora,” disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, comincerò ad agitarmi ed inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti.”

“Che cos’è un rito?” disse il piccolo principe.

“Anche questa è una cosa da tempo dimenticata,” disse la volpe. “È quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’è un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedì ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedì è un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza.”

Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:

“Ah!” disse la volpe, “piangerò.”

“La colpa è tua,” disse il piccolo principe, “io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”

“È vero,” disse la volpe.

“Ma piangerai!” disse il piccolo principe.

“È certo,” disse la volpe.

“Ma allora che ci guadagni?”

“Ci guadagno,” disse la volpe, “il colore del grano.”

Poi soggiunse:

“Và a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.”

Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente,” disse. “Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo.”

E le rose erano a disagio.

“Voi siete belle, ma siete vuote,” disse ancora. “Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei che ho annaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché è lei che ho riparata col paravento. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.”

E ritornò dalla volpe.

“Addio,” disse.

“Addio,” disse la volpe. “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.”

“L’essenziale è invisibile agli occhi,” ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.

“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”

“È il tempo che ho perduto per la mia rosa…” sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.

“Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…”

“Io sono responsabile della mia rosa…” ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, trad. di Nini Bompiani Bregoli, Bompiani, 1994

* * *

Riassunto

Un giorno, il Piccolo Principe incontra una volpe, che gli spiega di non essere addomesticata. Il Piccolo Principe non comprende subito il significato del termine, così la volpe gli spiega che addomesticare significa “creare legami”, diventare unici per l’altro. Attraverso questo processo, il Piccolo Principe impara l’importanza dei legami e della responsabilità che deriva dall’addomesticamento. La volpe sottolinea come la vita sia monotona senza legami, e come il grano, che prima non significava nulla per lei, ora la farà pensare ai capelli biondi del Piccolo Principe. Alla fine, il Piccolo Principe decide di addomesticare la volpe e seguendo il rito quotidiano, riescono a creare un legame speciale. Tuttavia, giunge il momento della separazione, e la volpe gli confida un segreto: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Il Piccolo Principe capisce che la sua rosa è speciale non perché unica, ma perché è la rosa che lui ha curato e amato.

* * *

L’incontro tra il Piccolo Principe e la volpe è uno dei più celebri dell’opera di Antoine de Saint-Exupéry, in cui si esplorano concetti universali come l’amicizia, l’amore e la responsabilità attraverso il dialogo tra il protagonista e la volpe. Questo incontro introduce al lettore una profonda riflessione sulla natura delle relazioni e sul loro significato.

Temi Principali

  1. L’Addomesticamento e i Legami. Il concetto di “addomesticamento” rappresenta la creazione di legami che trasformano l’individuo da estraneo a qualcosa di unico per qualcun altro. L’addomesticamento, per Saint-Exupéry, non è solo un processo di affetto ma un atto di responsabilità, come la volpe spiega chiaramente: una volta creato un legame, si diventa per sempre responsabili di ciò che si è addomesticato. Questo tocca la questione dell’amore e delle relazioni come impegni duraturi e non superficiali.
  2. La Monotonia e la Trasformazione del Quotidiano. Prima dell’incontro con il Piccolo Principe, la vita della volpe è monotona e priva di significato, definita dalle sue abitudini: cacciare le galline e sfuggire agli uomini. Ma, attraverso l’addomesticamento, ogni elemento ordinario acquista valore: il colore del grano, per esempio, diventa un simbolo dei capelli biondi del Piccolo Principe, qualcosa che prima era insignificante ma che ora racchiude ricordi e affetto. Saint-Exupéry qui fa emergere la bellezza della trasformazione che l’amore può apportare alle cose più comuni.
  3. La Saggezza della Volpe. La volpe rappresenta un simbolo di saggezza nell’opera. Attraverso il suo discorso, introduce al Piccolo Principe (e indirettamente al lettore) una delle verità più significative dell’opera: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Questa frase riassume il cuore del messaggio del romanzo, ossia che le cose più importanti nella vita non possono essere viste o toccate, ma solo sentite e vissute emotivamente.
  4. Il Rito e la Ripetizione. Un altro tema rilevante è l’importanza del rito, ovvero un’azione ripetuta che dà senso e ritmo alla vita. La volpe spiega che il rito è ciò che distingue un giorno dall’altro, una persona dall’altra. Il rito della loro amicizia, l’incontro a un’ora stabilita ogni giorno, diventa una fonte di felicità e attesa, simbolo dell’importanza di dare struttura e significato al tempo e alle relazioni.
  5. Il Dolore della Separazione e la Crescita. L’addomesticamento non solo porta gioia, ma introduce anche la possibilità del dolore, come la volpe stessa sottolinea, anticipando il momento della separazione. Nonostante il dolore dell’addio, c’è anche un guadagno emotivo e affettivo: attraverso il legame creato, la volpe avrà per sempre un ricordo associato al Piccolo Principe e al colore del grano. Questo riflette l’idea che le esperienze di vita, anche quelle dolorose, contribuiscono alla crescita personale.

Stile e Linguaggio

Saint-Exupéry usa un linguaggio semplice e immediato, tipico della letteratura per bambini, ma carico di significati profondi. Ogni frase ha un doppio livello di interpretazione: quello superficiale e quello metaforico. Le ripetizioni e il ritmo dialogico danno un senso di rito anche alla conversazione tra il Piccolo Principe e la volpe, accentuando l’importanza dei legami e dei gesti ripetuti.

L’uso di metafore è un altro elemento distintivo. Il grano, i capelli dorati, la monotonia della vita della volpe sono tutte immagini che vengono elevate attraverso il potere dell’affetto. Ogni cosa, anche la più semplice, acquista significato grazie al legame che si crea tra due esseri.

Simbolismo

La volpe è, senza dubbio, uno dei simboli più forti nel romanzo. Non rappresenta solo l’amico, ma anche la saggezza acquisita con l’esperienza. Il processo di addomesticamento diventa una metafora dell’amore, dell’amicizia e della crescita personale. Il grano dorato, che prima non significava nulla, si trasforma in un simbolo di legame e affetto, riflettendo l’idea che il mondo esterno diventa significativo solo quando è filtrato attraverso le emozioni.

Implicazioni Filosofiche

Il dialogo tra il Piccolo Principe e la volpe può essere letto anche come una riflessione sulla natura dell’esistenza umana. La vita, senza legami affettivi, appare vuota e priva di scopo, ma attraverso la connessione con gli altri, anche i dettagli più banali acquistano significato. Saint-Exupéry sembra suggerire che l’essere umano trova la sua essenza e realizzazione solo nelle relazioni con gli altri.

L’invisibilità dell’essenziale, sottolineata più volte nel testo, può essere interpretata come una critica alla superficialità della società moderna, che tende a dare importanza solo a ciò che è immediatamente visibile e tangibile, tralasciando l’importanza delle emozioni, dell’introspezione e delle relazioni autentiche.

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Il brano racchiude una grande lezione sulla vita e le relazioni. Attraverso un dialogo apparentemente semplice, Saint-Exupéry esplora temi universali come l’amicizia, la responsabilità e la bellezza nascosta dietro le cose semplici. Il lettore è invitato a riflettere sulla propria vita e sui legami che crea, ricordando che l’essenziale, spesso, non si vede con gli occhi ma si sente con il cuore.

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