“Chi dice e chi tace” di Chiara Valerio | Recensione

"Chi dice e chi tace" esplora segreti, desiderio e violenza in una comunità italiana degli anni '70 attraverso la misteriosa vita e morte di Vittoria.

Chi dice e chi tace di Chiara Valerio è un romanzo che si presta a una lettura profondamente psicoanalitica, grazie alla sua ricca esplorazione dei temi dell’identità, del desiderio e della violenza nascosta. Ambientato nella provincia italiana degli anni Settanta, il libro ci introduce a una comunità in cui le dinamiche di potere e le relazioni interpersonali sono fortemente influenzate dai segreti e dai non detti.

La protagonista, Vittoria, è una figura carismatica e ambigua che domina la scena con la sua presenza affascinante. Trasferitasi a Scauri con Mara, una bambina di cui non è chiaro se sia stata adottata o rapita, Vittoria diventa rapidamente un punto di riferimento per il piccolo paese. La sua risata contagiosa e la sua generosità sembrano attirare sia affetto che invidia da parte degli abitanti. Vittoria apre una pensione per animali, una scelta che riflette la sua capacità di prendersi cura degli altri, ma anche la sua estraneità alle norme sociali tradizionali della comunità.

La trama prende una svolta drammatica con la morte improvvisa di Vittoria, trovata annegata nella sua vasca da bagno. Mentre la maggior parte della comunità accetta la tragedia come un incidente, Lea Russo, un’avvocata affascinata da Vittoria, decide di investigare ulteriormente. Questa decisione segna l’inizio di un viaggio che porterà Lea a confrontarsi con segreti nascosti e verità sconvolgenti.

La morte di Vittoria funge da catalizzatore per l’indagine di Lea, ma rappresenta anche l’irruzione di un elemento perturbante nella tranquillità apparente del paese. La vasca da bagno, simbolo di pulizia e purificazione, diventa il luogo di un evento traumatico, sottolineando l’ambiguità e la complessità della vita di Vittoria. La sua morte sembra rivelare la fragilità delle strutture sociali e delle identità individuali che le abitano.

Lea Russo è un personaggio complesso e ben sviluppato, la cui determinazione nel voler scoprire la verità su Vittoria la rende una protagonista affascinante. La sua indagine personale diventa un viaggio di auto-esplorazione, in cui scopre aspetti nascosti di se stessa e delle sue relazioni. La sua fascinazione per Vittoria non è solo professionale, ma anche personale e forse persino erotica, riflettendo le complesse dinamiche del desiderio che permeano il romanzo.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è il modo in cui esplora il tema dell’identità. Vittoria, con il suo passato misterioso e la sua presenza magnetica, incarna le molteplici possibilità dell’essere. La sua identità è costruita e decostruita attraverso i discorsi degli abitanti del paese, che cercano di comprenderla e di inserirla nelle loro narrazioni preesistenti. Tuttavia, Vittoria resiste a ogni facile categorizzazione, rimanendo un enigma fino alla fine.

Il tema della violenza è centrale nel romanzo e viene trattato con grande sensibilità e profondità. La violenza non è solo fisica, ma anche psicologica e simbolica, e si manifesta in modi sottili e spesso invisibili. La morte di Vittoria e la successiva indagine di Lea portano alla luce episodi di abuso e maltrattamento che erano stati nascosti o ignorati. Questi episodi rivelano le dinamiche di potere che permeano la comunità e mettono in discussione le apparenze di normalità e rispettabilità.

La pensione per animali di Vittoria è un simbolo potente nel romanzo. Rappresenta un luogo di cura e rifugio, ma anche di marginalità e alterità. Gli animali, come Vittoria stessa, sono al di fuori delle norme sociali umane e la loro presenza sottolinea la fragilità e la vulnerabilità di tutti gli esseri viventi. La scelta di Vittoria di dedicarsi agli animali riflette il suo rifiuto delle aspettative sociali tradizionali e il suo desiderio di creare uno spazio in cui poter esprimere liberamente la sua identità.

Il romanzo si distingue anche per la sua rappresentazione vivida e realistica della provincia italiana degli anni Settanta. La comunità di Scauri è descritta con grande precisione e sensibilità, e i personaggi secondari sono ben tratteggiati, arricchendo la trama con le loro storie e i loro segreti. La narrazione cattura le dinamiche sociali e le contraddizioni di una piccola realtà in cui tutti si conoscono e i pettegolezzi sono all’ordine del giorno.

Il linguaggio del romanzo è raffinato e evocativo, e Valerio dimostra una grande maestria nel creare atmosfere e nel delineare i personaggi. La sua prosa è capace di catturare il lettore fin dalle prime pagine, mantenendo alta la tensione emotiva e l’interesse per tutta la durata del libro. La narrazione è ricca di dettagli e sfumature, che contribuiscono a creare un senso di immersione nella storia e nei luoghi descritti.

“Chi dice e chi tace” è un’opera che offre molteplici livelli di lettura e che invita il lettore a riflettere sulle dinamiche del desiderio, dell’identità e della violenza. La figura di Vittoria, con il suo carisma e il suo mistero, rimane al centro della narrazione, sfidando le interpretazioni facili e invitando a una comprensione più profonda e complessa. La sua morte diventa un punto di rottura che mette in discussione l’ordine simbolico della comunità e apre la strada a nuove possibilità di significato.

“Chi dice e chi tace” è un romanzo avvincente e profondamente umano, che esplora con grande sensibilità e intelligenza i temi fondamentali dell’esistenza. Chiara Valerio dimostra ancora una volta di essere una scrittrice di grande talento, capace di creare storie che rimangono nel cuore e nella mente dei lettori. Questo libro è consigliato a chiunque ami le storie ricche di emozioni e di profondità psicologica, ambientate in contesti realistici e ben descritti.

Chris Montanelli

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