L’avvocato del diavolo di Boris Akunin

Akunin, la mente di Putin e gli errori dell’Occidente

Riportiamo parte dell’introduzione che Paolo Nori ha scritto per l’uscita di “L’avvocato del diavolo”, di Boris Akunin. Il libro, edito da Mondadori, sarà in distribuzione da martedì 11 marzo.

di Paolo Nori

UN PO’ PIÙ POPOLARE
Una delle prime cose che ho sentito per provare a capire la guerra in Ucraina è stata una lunga intervista che il blogger russo Jurij Dud ha fatto a Boris Akunin nel marzo del 2022.

Boris Akunin è uno studioso di culture orientali, di giapponese, in particolare, che è diventato, dalla fine degli anni Novanta, forse il più noto scrittore russo vivente. Ha venduto 40 milioni di copie di una fortunatissima serie di gialli storici e di una notissima Storia della Russia in più volumi.

Boris Akunin, in realtà, è di origini georgiane, si chiama Grigorij Šalvovič Čchartišvili ed è nato a Zestaponi nel 1956, e se dovessi paragonarlo con un autore italiano, direi che è una specie di Alessandro Barbero un po’ più popolare.

2. LUMINOSE

La prima domanda di Dud è: “Dove si trovava il 24 febbraio 2022, il giorno dell’attacco russo all’Ucraina?”.

“Il 24 febbraio”, risponde Akunin, “mi trovavo in Spagna, dove ero andato per scrivere un libro; lo stavo scrivendo con piacere, e mi sembra stesse venendo molto bene; il libro si intitola Figure luminose nella storia russa, è una materia che mi piace, mi interessa. Il 24 febbraio la storia russa ha fatto l’ennesima brusca sterzata, e ha sbalzato fuori me e tutti noi dalle nostre vite normali; il libro l’ho abbandonato, non so se lo riprenderò mai, e quello che succederà alla storia della Russia, in questo momento, non saprei proprio dirlo.”

3. TOSSICODIPENDENTI

Secondo Akunin, quando un grande paese è in mano a una sola persona per molto tempo, quella persona perde il contatto con la realtà, è troppo lontano, guarda da un’altezza eccessiva tutti questi moscerini, si fa un’idea del mondo tutta sua, si immagina, grazie anche a quelli che lo circondano, prima di tutto di essere infallibile e di sapere, meglio di chiunque altro, cosa bisogna fare, e anche di essere il Punto di Dio, e perciò di poter vedere più lontano, meglio di tutti.

Succede anche, secondo Akunin, che un soggetto del genere diventi ostaggio della propria cerchia, soprattutto se si tratta di una persona come Putin che è come se vivesse nel ventesimo secolo e non usasse nemmeno Internet. Lavora alla vecchia maniera, come Brežnev, come Černenko, gli passano delle cartelline, e queste cartelline gliele passano delle persone che, prima di tutto, hanno i loro interessi privati, secondariamente conoscono il loro capo, quello che gli piace, quello che non gli piace. Il risultato di tutto ciò sarebbe il fatto che, dopo un po’ di tempo, il governante si viene a trovare in un mondo illusorio; in questo mondo illusorio l’Ucraina è un paese che sopporta a fatica un governo di neonazisti e di tossicodipendenti, e sarà sufficiente presentarsi in Ucraina perché quel governo crolli, e l’esercito ucraino è un esercito irrisorio e non vale niente, e l’Occidente è debole e scapperà via appena avrà a che fare con la potenza della Russia.

“Così”, dice Akunin, “mi immagino la struttura mentale di Putin.”

4. LA GERMANIA EST

“Quanto di quel che succede adesso in Ucraina è colpa dell’Occidente?” chiede poi Dud.

“Molto” risponde Akunin. “Secondo me Vladimir Putin ha capito il valore della questione Ucraina in modo molto più chiaro di quanto l’abbiano capito in Occidente. Io il problema dell’Ucraina dal punto di vista di Putin lo capisco così”, dice Akunin. “Ci sono tre stati molto vicini; è come se un unico popolo fosse diviso in tre stati: Russia, Bielorussia, Ucraina. È un unico popolo, non solo per Putin, anche per me, che ho dei parenti a Kiev, siamo un unico popolo. Se nel paese comandato da lui, da Vladimir Vladimirovič Putin, si vivesse peggio che in un paese di questi tre, in cui non comanda lui, e se questo miglioramento fosse ottenuto attraverso la democrazia, sarebbe una tentazione anche per i sudditi di Putin.

E Putin, continuamente, mette i bastoni tra le ruote all’Ucraina per poter dire ‘Senza di noi voi state male, avete i separatisti, avete un sacco di problemi.’ Se, dopo la rivoluzione del 2014, l’Occidente avesse aiutato di più l’Ucraina, se avesse contribuito a farne un paese con un livello di vita superiore, si sarebbe ottenuto l’effetto che c’è stato sulla Germania.

I tedeschi dell’Ovest che vedevano la vita in Germania Est non volevano andare all’Est, i tedeschi dell’Est che vedevano la vita dei tedeschi dell’Ovest volevano andarci. E questo ha segnato la fine della Germania Est. Se la vita in Ucraina fosse stata più ricca, più sensata di quella russa, non ci sarebbe nessun putinismo, in Russia.”

5. E ADESSO?

“E adesso”, chiede Dud, “cosa succederà?”

“Io”, dice Akunin, “non ho idea di cosa succederà, adesso. Quello che possiamo vedere noi in prospettiva, dall’inizio di marzo dell’anno 2022, sta in una gamma che va dall’orribile al meraviglioso. Orribile, cioè una guerra atomica; meraviglioso, cioè il rinnovamento della Russia, la democratizzazione della Russia. Questi sono i due poli opposti, tra di loro ci sono molti gradi intermedi e noi, probabilmente, andremo a finire vicino allo scenario peggiore; io spero che non ci sia una guerra nucleare, ma mi sembra che andiamo verso una soluzione che peggiora le cose. Ma, quando questa guerra finirà, credo che l’Occidente e, in generale, il mondo, si metterà ad aiutare l’Ucraina sul serio, adesso. Avrebbero dovuto farlo prima.”

Ecco, in questo romanzo, mi sembra, Akunin prova a immaginare un futuro possibile, in bilico tra la migliore e la peggiore delle ipotesi.

6. ESTREMISTI E TERRORISTI

La prima volta che sono andato in Russia dopo il febbraio del 2022, nel luglio del ’22, ho cercato i libri degli scrittori russi invisi al potere, come Sorokin e Akunin, nelle librerie russe e, sorpresa, c’erano.

Che è stata una cosa che, da una parte mi ha fatto piacere, dall’altra mi è dispiaciuta, perché voleva dire che la letteratura contava poco, ormai, anche in Russia. Che si poteva parlare anche male del governo, in un libro, tanto ormai non lo leggeva nessuno.

Non erano più i tempi in cui aveva vissuto la mia prima insegnante di russo, che quando le chiesi se aveva letto La casa sul Lungofiume mi aveva risposto “Per forza l’ho letto, era proibito.” Mi sembrava che non ci fossero libri proibiti, nella Russia del luglio del 2022. Oggi, sono passati due anni, la situazione è cambiata, Boris Akunin è stato inserito in una lista di estremisti e terroristi, i suoi romanzi sono stati vietati e il romanzo che avete in mano si apre con una nota che dice: “Questa è la prima opera di Boris Akunin che non sarà pubblicata in Russia.”

Leggendola capirete perché.

7. MESSI BENE

All’ultima Fiera del libro di Francoforte sono intervenuto insieme a Marco Balzano e, non ricordo perché, ho parlato di questo libro e ho detto che parlava della Russia dopo Putin e dopo la fine della guerra in Ucraina, e che era una specie di romanzo di fantascienza.

Marco Balzano allora ha detto una cosa del tipo: “La Russia dopo Putin fantascienza? Ah, siam messi bene.”

Ecco.

È vero.

Siam messi bene.

Torna in alto