Pace, Trump chiama Putin e Zelensky e avvia i colloqui

Washington e Mosca aprono i negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato su Truth di aver parlato telefonicamente con il presidente russo Vladimir Putin.

 UCRAINA-RUSSIA 

di Cosimo Caridi

BERLINO – Washington e Mosca aprono i negoziati per porre fine alla guerra in Ucraina. Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato su Truth di aver parlato telefonicamente con il presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni”, si legge nel comunicato.

La Casa Bianca ha definito la conversazione “durata un’ora e mezza, produttiva”. Il Cremlino non ha confermato il contatto attraverso il portavoce Dmitry Peskov, che ha formalmente invitato Trump a Mosca e ha parlato di una “soluzione di lungo termine” in fase di definizione. Sempre via social, Trump ha comunicato di aver affidato la gestione dei negoziati al segretario di Stato Marc Rubio, al direttore della CIA John Ratcliffe, al consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz e all’ambasciatore e inviato speciale Steve Witkoff. “Sono fermamente convinto che avranno successo”, ha scritto.

A suggellare l’inizio di questa nuova fase, ieri è avvenuto il rilascio di un dirigente statunitense e di altre tre persone detenute in Bielorussia. Secondo Fox News, martedì Putin avrebbe incontrato, per oltre due ore, Viktor Finkel, professore americano dell’Università di Mosca. La Casa Bianca ha poi rilasciato Alexander Vinnik, cybercriminale russo che per due anni si è dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro. Dopo Mosca, Trump ha contattato anche Xi Jinping. Il presidente cinese ha avuto nella giornata di ieri la visita del segretario al

Tesoro Usa, Scott Bessen, si è detto “favorevole alla pace”, ha assicurato Trump. “Nessuno desidera la pace più dell’Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, stiamo tracciando i nostri prossimi passi per fermare l’aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile”, ha scritto sui social il presidente ucraino.

Questa settimana è cruciale per la diplomazia: martedì Mosca, ieri Parigi e Bruxelles, venerdì Monaco di Baviera. La Casa Bianca sta inviando i suoi uomini chiave e imponendo le proprie condizioni per la fine del conflitto. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, Washington coinvolge direttamente il Cremlino, riducendo il margine di manovra dei governi europei.

Ieri i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Polonia si sono incontrati a Parigi, con la partecipazione della commissaria Ue Kaja Kallas.

È il terzo vertice con questo formato in due mesi, dopo quelli di Varsavia e Berlino. L’Europa cerca di ritagliarsi un ruolo nei negoziati, ma Trump non sembra intenzionato a coinvolgerla. I ministri speravano nella presenza di Rubio, ma il capo della diplomazia statunitense ha invece preferito recarsi direttamente alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, dove venerdì incontrerà la ministra tedesca Annalena Baerbock.

Sarà lei a tentare di convincerlo sull’importanza di un ruolo centrale per l’Europa nella risoluzione del conflitto.

La Germania andrà al voto tra dieci giorni e il governo di Olaf Scholz ha ormai perso credibilità internazionale, ma Berlino resta il principale ponte con Washington. Alla conferenza di Monaco, Scholz incontrerà il vicepresidente americano JD Vance, che ha in agenda un bilaterale anche con Friedrich Merz, plausibilmente futuro cancelliere.

Trump invece ha dato la priorità al premier israeliano Benjamin Netanyahu e a quello indiano Narendra Modi. Non ha fretta di incontrare i leader Ue, ma invia segnali chiari.

A Monaco saranno presenti anche Zelensky e l’inviato Usa per Ucraina e Russia, Keith Kellogg. Per Washington, la conferenza è l’occasione per tracciare nuove linee guida: con Vance, Rubio e Kellogg, ci sarà anche il capo del Pentagono, Hegseth.

Il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2025

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